Rocca Imperiale-09/02/2024: La già Dirigente Scolastica Clara Latronico: Mario Sangiovanni “educatore eccellente”
Rocca Imperiale:09/02/2024
Ho saputo da una telefonata di Giuseppe Sangiovanni,mio giovane e caro amico, che suo padre ,il mio collega professor Mario , sarebbe stato insignito dal Presidente della Repubblica, della medaglia d’onore alla memoria per deportato e internato nei lager nazisti.
La notizia, che mi ha fatto immensamente piacere ,mi ha colta di sorpresa perché non conoscevo e non conosco la dettagliata biografia del caro Mario. Mi sono attivata per saperne di più intervistando telefonicamente
i docenti e il personale della scuola media di Rocca Imperiale , che per tanti anni sono stati vicino al preside.
Nessuno era a conoscenza del fatto,a nessuno il preside Sangiovanni aveva raccontato quello che aveva passato e credo fortemente che il ricordo di quei giorni fosse tanto, troppo doloroso per lui.
Però ripensando ai nostri brevi incontri….
lo sguardo bonario e carezzevole ,
il sorrisetto accennato che metteva tutti a proprio agio,
i modi gentili e l’assoluta disponibilità
all’ascolto ,
dovevano raccontarmi qualcosa.
Avrei dovuto capire che quell’uomo che mi parlava con calma e competenza apprezzava il valore dell’accoglienza e il rispetto per l’altro, chiunque fosse.
Nella sua scuola, poi diventata mia sede di lavoro, si respirava aria di laboriosità serenità e libertà. Come api operose gli alunni e i professori si alternavano nelle varie attività e il sorriso di soddisfazione per ciò che era sotto i miei occhi e che lui, il preside Sangiovanni, eccellente educatore, aveva saputo creare è ancora ben chiaro nella mia mente.
Io mi sentivo soggiogata da tanta autorevolezza e in modo inconsapevole ritornavo ad essere l’alunna della scuola media di Trebisacce, dove insegnava lo stimatissimo professor San Giovanni .
Il suo aspetto severo incuteva timore e rispetto ,ma nello stesso tempo infondeva coraggio e forza.
Ed era stato coraggioso Mario, così leggo nel bell’articolo di Mimmo Talarico, quando aveva rifiutato, con il suo Battaglione fatto Prigioniero , di aderire alla Repubblica di Salò e alle SS .
il Sottotenente Mario San Giovanni e i suoi commilitoni venivano, quindi destinati ad un campo di internamento in Germania. Rocambolesca la sua fuga seguita, però, da una rapida cattura a Lipsia, e solo la fine della guerra gli evitò il peggio.
Quanti orrori avranno affollato la mente di Mario, quante paure lo avranno svegliato di soprassalto la notte e quanta miseria avrà visto nella sua Italia popolata da sfollati e senzatetto.
La scelta di campo a quel punto era stata per lui obbligatoria: sempre dalla parte dei deboli e dei meno fortunati e assolutamente contro ogni forma di dittatura e prepotenza .
La sofferenza .e le brutture della guerra lo avevano forgiato e sempre si sarebbe battuto per la giustizia e la libertà e sempre avrebbe accolto con benevolenza e gentilezza quanti si fossero rivolti a lui. All’arroganza aveva contrapposto il dialogo,
alla durezza la dolcezza dei modi e l’ascolto vero,
alla prepotenza e sopraffazione la correttezza e l’uguaglianza.
Ecco, tutto questo avrei dovuto leggere nel suo sguardo bonario e carezzevole, avrei dovuto intuire che dietro a quel professionista che tutti hanno sempre stimato e apprezzato si celava un uomo vero, un uomo che aveva conosciuto il male, ma aveva scelto senza esitazione il bene, mostrato in tantissimi piccoli e grandi gesti che garantivano a chi gli stava vicino sicurezza ed equità . Se tutto ciò lo avessi capito allora, lo avrei abbracciato più forte in segno di gratitudine e ammirazione.
Caro Giuseppe, mi sento una privilegiata per aver conosciuto anche se per poco tuo padre e ti ringrazio per aver pensato a me nel giorno del suo importante riconoscimento.
Sii orgoglioso di lui perché il suo esempio illuminato guiderà sempre il tuo e l’operato di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Con stima e affetto.
Clara Latronico