Trebisacce-28/05/2024: È uscito l’ultimo lavoro di Salvatore La Moglie sulla “Commedia” di Dante: “Dante e il romanzo della Divina Commedia. Paradiso”, Edizioni Setteponti, aprile 2024, pp. 614, euro 18.

La Moglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È uscito l’ultimo lavoro di Salvatore La Moglie sulla “Commedia” di Dante: “Dante e il romanzo della Divina Commedia. Paradiso”, Edizioni Setteponti, aprile 2024, pp. 614, euro 18.

 Si tratta dell’ultima grande fatica dello scrittore calabrese Salvatore La Moglie, ormai conosciuto e apprezzato un po’ in tutta Italia. Fatica grande ma affascinante e coinvolgente quest’ultima di Salvatore La Moglie che, all’innovativo commento della “Divina Commedia”, ha dedicato bel cinque anni della sua attività letteraria e ben 1.400 pagine. Anche il commento al “Paradiso” è un commento che non si è mai letto prima e che, pertanto, merita di essere affrontato e scoperto in tutte le cose nuove che il Nostro riesce a dire su quella che un po’ tutti gli esegeti definiscono la cantica più difficile del Poema Sacro. Chi lo leggerà, potrà trovarvi addirittura un Dante che contro la violenza e l’inettitudine del Potere finisce per giustificare il diritto alla resistenza e alla ribellione dei popoli, concetto questo del tutto moderno. Dunque, un lavoro che bisogna conoscere se vogliamo comprendere meglio l’opera del Divino Poeta. Nella quarta di copertina ecco cosa si legge:

È un Paradiso come non si è mai letto prima quello che propone Salvatore La Moglie dopo gli innovativi commenti all’Inferno e al Purgatorio, che costituiscono un grande contributo alla comprensione del capolavoro dantesco. Con un saggio introduttivo su Dante e la Commedia rivisto, ampliato e impreziosito da nuove annotazioni, l’autore ci coinvolge in una lettura diversa, inedita del romanzo che si chiude, appunto, con il Paradiso, dove Dante continua a parlare di politica, a fare politica con la parola scritta, poetica e ad inchiodare alle loro responsabilità gli “esemplari” colpevoli del Potere, del sistema, delle élites, delle classi dirigenti del mondo politico e soprattutto della Chiesa troppo politicizzata e poco spirituale, contro cui lancia i suoi strali e i suoi urli-j’accuse-denunce per contestarne la corruzione e le degenerazioni che costituivano un grande male e un grande danno per i popoli e i fedeli del mondo cristiano. L’immenso e grandioso romanzo della Commedia, dunque, prosegue così come prosegue il viaggio-folle-volo di Dante alla ricerca della salvezza e della felicità perdute con la caduta dell’uomo e la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden. Dante giunge, finalmente, alla felicità completa, perfetta e la sua alta missione poetica, profetica, religiosa e politica in pro del mondo che vive nel Male è compiuta: tutto il merito è di Beatrice, che lo ha guidato fino all’Empireo e che, solo alla fine, sarà sostituita da San Bernardo, il grande mistico che, dopo un’appassionata preghiera alla Madonna affinchè interceda per Dante, lo condurrà alla visione-intuizione di Dio. Adesso Dante ha conquistato la piena felicità, quella celeste che, come quella terrena, è possibile raggiungere ma solo grazie a una particolare disposizione culturale, morale, spirituale e, insomma, grazie a una trasformazione totale che orienti l’uomo verso il Bene. Soltanto così la bellezza dell’eterno ordine armonico del Paradiso potrebbe essere una realtà anche sulla malvagia Terra, sull’aiuola che ci fa tanto feroci, dove gli uomini inseguono i beni terreni falsi e bugiardi e, invece di rivolgere lo sguardo verso l’alto, preferiscono guardare verso il basso, continuando, imperterriti, a fare e a farsi il Male, provocando soltanto dolore, violenza, delitti atroci, guerre, morte e distruzioni.

La Redazione