Trebisacce-28/05/2024: Il saggio di Gianni Mazzei: Franco Azzinari “omo senza lettere”

Gianni Mazzei

 

 

 

 

 

 

 

Trebisacce:28/05/2024

Il saggio di Gianni Mazzei: Franco Azzinari “omo senza lettere”

Questa volta il pluriversatile Gianni Mazzei ci sottopone un saggio dal titolo: Franco Azzinari “omo senza lettere”, del dicembre 2023 , edito da Terra d’ulivi ,di Lecce, di Emanuele Scarciglia, di circa 60 pagine, con le foto di diverse opere dell’Artista all’interno del testo e una in copertina. L’autore il saggio lo dedica a Rosanna e Dafne. Gianni Mazzei, da ex docente di storia e Filosofia nei licei di Trebisacce, da qualche anno in pensione, tra libri di poesie, romanzi e saggi vari ci ha fatto perdere il conto delle sue pubblicazioni. “si può dire di Azzinari, forse ancora più nettamente, ciò che i contemporanei dicevano di Leonardo da Vinci: ”omo sanza lettere””, parte così il Mazzei con il saggio e afferma che l’artista non conosce né il greco e né il latino e né ha seguito un corso regolare di studi e ritiene che la vera formazione artistica è da ricercare nella vocazione naturale dell’artista e nel suo bisogno di dipingere per sopravvivere. Nell’esperienza milanese, vissuta dall’artista, ha avuto modo di frequentare Guttuso, Fiume e Migneco. Azzinari, secondo Mazzei, si porta dietro dall’infanzia due presenze: il vento e personaggi mitici. Cominciò a dipingere le spighe di grano e del mito i luoghi dove gli Dei nella storia sono apparsi, perché sono stati elementi che hanno catturato e affascinato l’animo dell’artista. L’artista ne ha sempre materialmente avvertito le presenze da cui ne ha tratto forza vitale. Azzinari dipinge seguendo il suo sentire primitivo senza curarsi dei condizionamenti che la cultura impone. Con il suo modo di dipingere seguendo il suo sentire e nonostante la mancanza di studi è riuscito a ritrarre Fidel Castro e Garcia Marquez cosa molto difficile per molti. Azzinari non si adegua alla visione condivisa e pensata da altri, egli è un creatore della cultura e segue il suo sentire. E ciò lo rende geniale. Il mito, per Azzinari, sta nel luogo dove è avvenuto qualcosa di singolare ed egli, nel visitarlo lo rianima per sentire quella presenza occulta. E’ come lo stupore che prende De Chirico nella sua “metafisica”. “Mitica” nella concezione di Azzinari è la natura dove eroi e dei vivono e agiscono: il mezzogiorno d’Italia, terra della Magna Grecia oppure una terra estera, quale Cuba. Nelle opere di Azzinnari è possibile seguire il ritmo deciso delle sue pennellate e apprezzare il cromatismo rosso intenso, fiammeggiante di intensità. Il vento è ciò che al fruitore appare più “visibile” nelle sue diverse azioni e movimenti. Azzinari, come impressionista, sa con diligenza modulare la luce, le ombre, i colori nelle sue opere il cui titolo imposto scopre il suo animo poetico. E mentre la lettura del saggio procede scopriamo che per Gianni Mazzei il vento in Azzinari diventa “la voce invisibile” che gli dona energia e forza vitale, alla stregua di Van Gogh con i suoi girasoli.

Franco Lofrano