Trebisacce- 15/12/2024: Chi era Remo Spatola / Ricordato il suo impegno politico, professionale e di genitore

Remo-Spatola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trebisacce: 15/12/2024

Chi era Remo Spatola

Ricordato il suo impegno politico, professionale e di genitore

 Remo Antonio Spatola, classe 1953, di professione architetto, già consigliere comunale e vice sindaco dal 1998 al 2002 nella Giunta guidata dall’On.le Antonio Mundo e attuale segretario cittadino del Partito Democratico, ha cessato di vivere il 16 agosto 2024. E’ questa la triste notizia che è circolata sui social lo scorso agosto. A distanza di qualche mese il PD ha inteso ricordare Remo Spatola con un incontro dedicato presso l’Antica Fornace, il 14 dicembre, con inizio alle 17,30. Una sala piena di persone, compresi familiari, intervenute e quasi a testimoniare l’affetto per l’amico scomparso. Tanti i dirigenti di partito presenti in sala e pronti ad intervenire nel ricordo di Remo. Nel ruolo di moderatore e anche di conduttore il giornalista de”il quotidiano del Sud”,Franco Maurella che grazie alla sua maturata esperienza è riuscito a dare un giusto spazio ai vari interventi e a inserire gli interventi musicali che hanno visto come protaginsti Teresa Spatola e Giuseppe Marco Daniele al Pianoforte e il M° Petr Kasianov al violino.Il poeta e scrittore Giacinto Licursi ha letto delle poesie di Cesare Pavese e di Pier Paolo Pasolini, oltre a testimoniare dei momenti belli condivisi con Remo: “Aveva l’umanità e l’umanesimo dentro e non solo politica,ma amava anche la filosofia e la letteratura”. Ad iniziare con gli interventi l’Avv. Maria Tersa Petta, moglie di Remo, che ha ricordato che è stato proprio Remo a far nascere in lei la passione per la politica. E’ sempre stato accanto ai lavoratori nelle varie battaglie e ha sempre lottato per i più deboli. Amava la pesca e la caccia e ancora di più della sua stessa vita amava il suo figlio Gerardo che seguiva dappertutto e che noi continueremo ad amarlo e seguirlo. Per il già consigliere regionale Mario Franchino di Montegiordano, Remo è sempre stato un membro attivo del Partito e si è distinto nella famosa “zona Rossa” quando i 17 comuni dell’Alto Jonio erano rossi e nel primo Comitato, Remo ha fatto emergere le sue idee propositive e passionali. Seppure vi erano dei contrasti su idee con un buon dialogo siamo sempre riusciti a superare il tutto e rimanere uniti e fare sintesi. Pochi giorni prima della sua scomparsa ci siamo incontrati a Cosenza per ritirare i moduli sull’Autonomia Differenziata e come al solito ci siamo abbracciati e consumato un buon caffè al bar. Per Nicola Adamo, già parlamentare della Repubblica, Remo non è mai stato un protagonista passivo. Come segretario cittadino aveva carta bianca eppure mi spiegava la sua posizione e mi informava su tutto. Bisogna dare continuità alla sua vita politica.Ha sempre militato con coerenza e sin da giovanissimo dirigente ha lottato contro una destra forte.Una personalità non facile:non ti mandava a dire le cose.Si batteva come riformista per cambiare le cose. Per Giuseppe Aloise,già parlamentare della Repubblica,l’insegnamento di Remo è la lotta per il bene comune e la coerenza di valori. In tanti oggi tradiscono gli ideali; in Remo vi era coerenza e la capacità di avviare un dialogo. Per Mario D’Armento , giovane candidato alle ultime amministrative, Remo amava il dialogo con i giovani. Esperienza e passione si sono incontrati e ha significato crescita. Remo era giovane dentro ecco perché si trovava bene con noi giovani. Per Antonio Gorgoglione (Dirigente di Rifondazione comunista),grazie a Remo si è avvicinato alla politica.La mia prima tessera l’ha fatta Remo. Era generoso e disponibile con tutti e sono valori che si portava dentro dalla militanza politica.Era schietto e diretto e non sempre è stato percepito come qualità. Per Mario Melfi, già sindaco di Amendolara e dirigente PD, Remo amava la politica e la traduceva al servizio verso l’altro.Remo usava un linguaggio forbito, era disponibile e amava esserlo. Gli è mancata la fortuna di nascere in un posto diverso?-Remo poteva dare di più ed essere utile a compagni di città metropolitane. Per Franco Pacenza,già consigliere regionale, Remo portava avanti il valore della comunità. Si chiedeva possiamo fare qualcosa?-Remo quando la Fornace funzionava a carbone si chiedeva se si poteva fare qualcosa per tutelare i lavoratori. Amava la buona cucina. Nei prossimi mesi bisogna trovare il modo per ricordare Remo nel tempo. Per Giuseppe Ranù, sindaco di Rocca Imperiale,Remo aveva la capacità di interagire e di mettersi in discussione. “Ci siamo conosciuti quando era vice sindaco a Trebisacce e io ero vice sindaco a Rocca Imperiale. “Chissà,mi chiedo, cosa avrebbe potuto fare con spazi diversi in città”.Remo amava Trebisacce. Appariva forte e lo era,ma nascondeva delle fragilità. Amava combattere le disuguaglianze. Amava sfidare gli arroganti e ci teneva a rappresentare la sua parte.Remo era legato a Tonino Mundo ed era legato al partito. Da professionista, da Architetto, voleva lasciare una traccia e nel comune di Rocca Imperiale abbiamo condiviso un percorso.Era una bella persona, era un protagonista,ma davanti a un amico era pronto a fare un passo indietro.Lascia un buon esempio di fare politica.Ha frequentato una scuola di formazione politica seguendo tanti sindaci dalle forti personalità grazie alla sua vivacità, alla sua sensibilità che dobbiamo rianimare per ridare speranza ai giovani. Filippo Garreffa recita una poesia di Giuseppe Lizzano che piaceva a Remo: “Quanto è bello il mio paese”. Domenico Basile, amico di Remo, dona a Maria Teresa Petta una targa ricordo con su scritto:”Nel ricordo di Remo Spatola-uomo di spessore politico che ha speso la vita per la sua amata Trebisacce”- La serata è terminata e in tutti è scattata la memoria  per la passione politica di Remo che era nota a tutti e anche quella per lo sport in genere e questo oltre a caratterizzarlo caratterialmente lo rendeva molto popolare e un avversario politico di tutto rispetto.

Franco Lofrano