Sibaritide-06/01/2025: Omogeneità territoriale, Mazza (CMG): “La via maestra alla costituzione degli ambiti vasti”

Intervento



Omogeneità territoriale, Mazza (CMG): “La via maestra alla costituzione degli ambiti vasti”

 Si inseguono chimere, perdendo di vista visione e prospettiva nei processi di decentramento amministrativo

 Lunedì 06 gennaio 2025

Il dibattito sulla istituzione della sesta Provincia calabrese, in un ambiente regionale già dilaniato da un’emorragia demografica inarrestabile, la dice lunga sulla qualità delle idee messe in campo dalle locali Classi Dirigenti. Una Regione, la Calabria, in cui l’attuale numero degli Enti di secondo livello appare quasi al limite del grottesco. Con una popolazione complessiva pari a meno della metà rispetto la sola Area Metropolitana partenopea, il numero di 5 Province risulta fuori luogo e totalmente inappropriato considerata l’esigua composizione demografica del tessuto regionale. Si preferisce, quindi, sponsorizzare ulteriori inutili parcellizzazioni territoriali, piuttosto che pensare a soluzioni efficaci e volte alla creazione di ambiti ottimali. 

Amministratori e notabili, appaiono chiusi su posizioni antistoriche e irrispettose dei principi geografici della omogeneità territoriale nella creazione degli ambiti vasti. Si circoscrive un pensiero di decentramento amministrativo a un’area piccola e scarsamente rappresentativa dal punto di vista demografico, dimenticando che ogni eventuale azione di autonomia istituzionale andrebbe inquadrata nel contesto della Regione tutta, ancor prima che della Provincia di Cosenza.

Ed è così che, disconoscendo probabilmente il passare del tempo, le Classi Dirigenti dello Jonio si abbarbicano su idee tramontate da un quarto di secolo ed eclissate dalla storia. Proposte, oltretutto, talmente impalpabili al punto che gli stessi ideatori annaspano nella identificazione di quale realtà urbana debba essere il Capoluogo della eventuale Provincia della Sibaritide o della Sibaritide-Pollino

Sibaritide e Sibaritide-Pollino: circoscritte proposte di una Classe politica spenta e povera di idee

Una cosa è certa: la dilagante miopia politica riesce a indicare, a distanza di oltre due decenni, quanto già ampiamente cassato dagli eventi.

Da un lato si guarda l’attuale foro di Castrovillari (Sibaritide-Pollino) quale alveo naturale per costituire una nuova Provincia. Lo stesso contesto territoriale, frutto di mistificazioni e magheggi, artatamente imbastito con la complicità di alti Funzionari di Stato. Vieppiù, già ampiamente bocciato dai fatti e che ha generato una serie di disservizi alle Popolazioni della bassa Sibaritide e della Sila Graeca come a buona parte dell’Avvocatura dell’ex foro di Rossano. Non è un mistero, infatti, che molti Giuristi abbiano appeso la toga al chiodo, optando di seguire percorsi diversi da quello forense.

D’altro canto, si propaganda una proposta ibernata più di 20 anni fa (Sibaritide) e dalla quale ci si guarda bene dal definire quale Città dovrebbe assurgere allo status di Capoluogo. D’altronde, talmente precaria e priva di un equilibrio concettuale, ancor prima che normativo, è la rabberciata proposta che promuovere una Città piuttosto che un’altra potrebbe significare far crollare come le tessere di un domino un’idea dai piedi d’argilla.

Omogeneità territoriale: il faro prospettico per una narrazione inclusiva e ottimale degli Enti intermedi

Rivoluzionario, al contrario, il concetto di partire da un’analisi complessiva del territorio calabrese, per delineare coerentemente il perimetro ottimale in cui inquadrare gli ambiti vasti e dalle omogenee peculiarità. In questo contesto nasce e si consolida l’idea Magna Graecia, non già nel semplicistico tentativo di creare ulteriori piccoli Enti inutili. Organismi decentrati, i richiamati, che, quand’anche venissero concessi, favorirebbero la parcellizzazione territoriale fine a sé stessa, ma senza quella autonomia politica necessaria a consentire lo slancio evolutivo per quei contesti geografici marginalizzati da deviate politiche centraliste. Ciò a cui l’Arco Jonico sibarita e crotoniate dovrebbe aspirare, invero, è la creazione di un ambiente geo-politico autonomo e indipendente nelle scelte. Inutile, se non dannoso, un rabberciato decentramento amministrativo circoscritto alla sola piccola Sibaritide che non determinerebbe alcun cambiamento nelle attuali linee guida della politica calabrese. Le stesse geometrie, cristallizzate sulla storica spartizione del potere politico regionale suddiviso a tre teste: quelle dei Capoluoghi storici. 

Parlare di omogeneità tra ambiti come la Sibaritide e il Crotonese è la cosa più naturale che ci sia. Agricoltura, marinerie, rigenerazione dei siti industriali, comune politica infrastrutturale, policentrismo amministrativo sono solo alcuni degli argomenti che già ampiamente giustificherebbero una visione politica comune. Al contrario, parlare di affinità tra contesti vallivi e aree di costa sarebbe come pensare di mettere insieme acqua e olio sperando in una loro miscelazione. Le economie che caratterizzano i contesti della val di Crati sono diverse se non opposte a quelle peculiarità tipiche dello Jonio

Qualcuno ricorda che la problematica relativa alla velocizzazione del binario jonico insieme all’ammodernamento della statale 106 sia stata una delle priorità del contesto vallivo della Calabria? Qualche luminare della politica ha memoria riguardo l’interesse delle Popolazioni dell’Esaro, del Pollino, della valle del Crati a opporsi alla realizzazione di abominevoli e violenti parchi eolici al largo delle coste joniche? 

Ecco, taluni archetipi per i quali bisognerebbe favorire la nascita di ambienti politici congeneri tra aree come quelle rivierasche e pedemontane afferenti all‘alto e medio Jonio calabrese. Semplicemente, perché affrontare le affini problematiche con la forza dei numeri, potrebbe favorire azioni volte a sviluppare politiche risolutive ed efficaci. 

Abrogare atteggiamenti di chiusura mentale per aprirsi alla coesione territoriale tra aree a interesse comune 

In tutta l’area della Sibaritide è oltremodo sterile e pregiudizievole erigere barriere contro quei territori con i quali si condividono le medesime problematiche e le inespresse potenzialità. Atteggiamenti di chiusura mentale verso il contesto Crotonese non dimostrano lungimiranza politica. Semmai amplificano lo scollamento dalla realtà che buona parte  delle Classi Dirigenti della Sibaritide, a oggi, hanno ampiamente mostrato di detenere. Non si spiega altrimenti l’approccio microcefalico rivelato dall’Establishment sibarita verso i contesti posti oltre Cariati. Probabilmente, comportamenti storici di prona riverenza politica a Cosenza e dintorni hanno offuscano il pensiero, impedendone la lucidità. 

Quando l’embrionale idea di decentramento territoriale non si traduce in un processo di autonomia politica ancor prima che amministrativa, l’eventuale operazione si riduce alla creazione dell’ennesimo carrozzone politico. Utile, forse, a un’improvvisata Élite politica per raccogliere effimeri consensi elettorali, ma con la consapevolezza di non modificare in alcun modo i deviati equilibri che vogliono l’Arco Jonico essere l’ultimo territorio di una Regione già ultima in Italia. 

 

Domenico Mazza 

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