Trebisacce-08/05/2023: Mons. Calvosa ha scelto e presentato il proprio stemma araldico
TREBISACCE Sarà Mons. Francesco Savino Vescovo di Cassano all’Jonio e Vicepresidente della C.E.I. a presiedere la solenne cerimonia di Ordinazione Episcopale e ad imporre le mani sul capo di Mons. Vincenzo Calvosa nuovo Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania (SA). Vescovi Conconsacranti saranno Mons. Ciro Miniero Amministratore Apostolico della Diocesi di Vallo della Lucania e attuale Coadiutore della Diocesi di Taranto e Mons. Franco Oliva Vescovo di Locri-Gerace, originario, come è noto, di Papasidero (CS) e anche lui figlio della gloriosa Diocesi Cassanese. Il solenne rito di consacrazione del nuovo Vescovo, come è noto, è in programma sabato 3 giugno a partire dalle ore 17.00 presso l’Anfiteatro del Centro Polivalente di Villapiana Scalo dove è prevista la presenza di migliaia di fedeli provenienti dalle due Diocesi interessate. Intanto il nuovo Vescovo, in ossequio a quanto prevede l’Araldica Ecclesiastica per i Vescovi ed i Prelati appartenenti alla Chiesa Cattolica ha scelto e fatto effigiare dalla storica famiglia araldica Poletti di Asti il proprio Stemma di Vescovo (nella foto) accompagnato da una particolare blasonatura e da un motto personale che lo stesso Mons. Calvosa ha illustrato e che raffigura: -uno Scudo araldico, una Croce astile, un cappello prelatizio (Galero) e un cartiglio sottostante recante il proprio motto episcopale. Lo scudo, “inquartato d’argento e d’azzurro” e diviso in quattro spazi, secondo quanto ha chiarito Mons. Calvosa, contiene simbolismi collegati a idealità e devozioni personali ed a riferimenti personali e familiari e, nella parte sottostante, riporta il motto episcopale “Segregatus in evangelium Dei” tratto dalla Lettera di Paolo ai Romani, che tradotto dal latino significa “Scelto per annunciare il Vangelo di Dio” in qualità di Apostolo chiamato per annunciare agli uomini l’intervento salvifico di Dio. Si tratta in realtà di uno Stemma “parlante” che, attraverso la simbologia scelta dal neo-Vescovo, in realtà delinea la personalità tratteggiata dal Vescovo Savino al momento dell’annuncio a tutta la Diocesi della nomina a Vescovo di don Vincenzo Calvosa come un sacerdote esemplare, come “un uomo vero”, autentico, dinamico, animatore spirituale instancabile, esempio vivente di quella Chiesa sinodale e aperta, caratterizzata, come suggerisce continuamente Papa Francesco, dall’ascolto e dalla vicinanza soprattutto ai poveri, ai fragili e a quanti soffrono. E lo Stemma episcopale scelto da Mons. Calvosa è in realtà lo specchio fedele della sua figura umana e religiosa come ministro di Dio esemplare, retto, caritatevole e rigoroso nelle sue convinzioni dottrinali e spirituali, ma allo stesso tempo quale figlio autentico del tempo presente e quindi saldamente ancorato alla storia personale, alla propria famiglia e alla terra in cui è vissuto, prima come uomo e poi come pastore delle anime. Così, secondo quanto lui stesso ha spiegato, la fiamma effigiata sullo Scudo simboleggia lo Spirito Santo sceso sugli Apostoli riuniti in cenacolo ma fa anche riferimento al nome del neo-Vescovo Vincenzo, che ha sempre avuto come Santo Protettore San Vincenzo Ferrer, millenarista, che nell’iconografia ecclesiale viene rappresentato con le ali, con la tromba del Giudizio e con una fiamma sopra il capo. Va inoltre ricordato che la nomina a Vescovo di Mons. Calvosa è avvenuta proprio nel giorno della festa di San Vincenzo Ferrer e che la Parrocchia di Laino Borgo, suo paese d’origine, è intitolata allo Spirito Santo. Al Sacro Cuore effigiato sullo Scudo, secondo quanto ha rivelato Mons. Calvosa, fin dal 1938 è stata consacrata tutta la sua famiglia paterna tanto che l’immagine del Sacro Cuore è stata sempre presente nella casa nativa e anche nella falegnameria del papà e la devozione al Sacro Cuore lo ha accompagnato per tutta la vita. Al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria è inoltre dedicata la Comunità Parrocchiale presso la quale Mons. Calvosa ha svolto il proprio ministero pastorale per circa 10 anni. Lo scaglione (denominato “capriolo”), figura araldica simile a una “V” rovesciata che nell’antichità rappresentava la capriata del tetto dell’edificio in cui si radunavano i primi cristiani. Le onde poste sotto lo scaglione fanno invece riferimento alle acque del Battesimo attraverso il quale inizia la vita dei cristiani e simboleggiano le acque dei due fiumi, il Lao e il Iannello che delimitano il territorio di Laino Borgo ed i fiumi Sele a Nord e Mingardo a Sud che definiscono i confini geografici della Diocesi di Vallo della Lucania, nonché le acque del torrente Badolato che scorre nel territorio di Vallo della Lucania e sono inoltre simbolo del mare Jonio che bagna la Diocesi di Cassano all’Jonio di cui è figlio Mons. Calvosa e il mare Tirreno che bagna la Diocesi di Vallo della Lucania che sarà guidata dal nuovo Vescovo a partire da sabato 24 giugno, giorno del suo ingresso ufficiale in Diocesi. Il libro con le lettere greche Alfa e Omega rappresenta infine la Bibbia e quindi la Parola di Dio, di cui il nuovo Vescovo è un fervido studioso “e che – come ha scritto lo stesso Mons. Calvosa – è parola viva ed è sempre stata fonte ispiratrice nell’itinerario della mia formazione cristiana, nella scelta vocazionale, nelle fondamentali decisioni prese nella mia vita ed è sorgente viva del Vangelo e del suo annuncio rispetto al quale sento di essere stato chiamato e inviato”. Nel suo insieme, secondo quanto ha rivelato il nuovo Vescovo, lo Stemma richiama l’azione salvifica dello Spirito Santo che ha ispirato il Concilio Vaticano II da cui, a suo dire, Mons. Calvosa trae ispirazione e tutta la simbologia utilizzata nello Stemma Episcopale richiama le principali costituzioni vaticane “Sacrosanctum Concilium”, “Dei Verbum”, “Lumen Gentium” e “Gaudium et Spes” simboleggiano il tripode su cui si fonda, si alimenta e matura la vita cristiana attraverso la Parola di Dio, la Liturgia, la vita sacramentale e la Chiesa fattasi popolo.
Pino La Rocca