Cassano All’Ionio-16/06/2023: LETTERA APERTA AL SINDACO, ALL’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITA’, ALLE DONNE DI CASSANO:
LETTERA APERTA AL SINDACO, ALL’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITA’, ALLE DONNE DI CASSANO:
In riferimento all’ultima seduta di Consiglio comunale, ribadisco la stessa netta posizione assunta in merito alle scelte politico-finanziarie di inasprimento delle tasse, operate dal Sindaco nei confronti dei nostri concittadini.
È stato precisamente il tema delle tasse (Addizionale Irpef, aumento Idrico, TARI) l’elemento scatenante affinché il Sindaco rivolgesse attacchi molto offensivi nei confronti della mia persona.
È un suo esercizio abitudinario quello di rivolgere parole di apprezzamento per coloro i quali, sostenendolo, hanno determinato la sua vittoria per poi denigrarli ed offenderli quando il suo discutibile operato costringe gli stessi ad allontanarsi dalle sue posizioni.
Il fatto che ha indignato maggiormente durante lo svolgimento dell’ultimo Consiglio comunale ed a seguito della replica del Sindaco, è stato determinato dall’aver apostrofato la sottoscritta “quella”. Costretti a sopportare le sue ripetitive dissertazioni, sarò stata vinta dalla stanchezza e non ho udito in quel preciso momento la parola “quella”, perciò nulla ho espresso in merito. Sono stata riportata all’ordine dalle tante donne le quali, già molto indignate, mi hanno riferito l’accaduto lamentando la mancanza, da parte del Sindaco, del rispetto di genere che fa il paio con una ridotta visione sociale e politica della società attuale. Svilire il diritto delle donne all’autodeterminazione, alla libertà di esprimere le proprie opinioni, anche quando non sono condivise è ciò che implicitamente ha asserito il Sindaco con l’infelice espressione “quella”. L’uso assoluto dell’aggettivo “quella” assolve ad un compito dispregiativo e misogino.
Suggerisco al Sindaco, soprattutto nella solennità del Consiglio comunale, di non rivolgersi mai più alla sottoscritta con appellativi dispregiativi apostrofandola “questa” , “codesta” , “quella” e lo invito a portare rispetto così come la consigliera Garofalo rispetta il Sindaco pur non stimandolo.
La mia persona in Consiglio comunale, rappresenta l’istituzione eletta democraticamente come lo è stato il Sindaco. Offendendo me e svilendo la mia persona, offende e svilisce la figura istituzionale del Consigliere comunale.
Oltretutto non è la prima volta che si lascia andare ad esternazioni offensive nei confronti delle donne che in Consiglio comunale ricoprono un ruolo istituzionale pari al suo.
Evidentemente è abituato ad apostrofare così le tante donne dalle quali è circondato che, per ragioni a me ignote, probabilmente glielo permettono. La festa delle donne, dal Sindaco annualmente ricordata, non può essere ridotta ad uno slogan populista; è invece affermazione di uguaglianza.
“Tugurio” (luogo insalubre, umido, letamaio) è stato così definito dal Sindaco un luogo che la sottoscritta frequenterebbe. Ho deciso di non difendermi da tale accusa né la rimando al mittente, cosa orrenda se lo facessi, sono semplicemente certa che il Sindaco, purtroppo, non ne conosce il significato altrimenti non si sarebbe gravato da questa ulteriore scorrettezza. Ma qual’ora fosse come dice il Sindaco: << Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.>> (De Andrè).
Rosella Garofalo