Trebisacce-21/06/2023: CONGEDI E SALUTI DOCENTI POSTI IN QUIESCENZA E TRASFERITI – IL FILANGIERI SALUTA I COLLEGHI (di Pino Cozzo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONGEDI E SALUTI

DOCENTI POSTI IN QUIESCENZA E TRASFERITI – IL FILANGIERI SALUTA I COLLEGHI

di Pino Cozzo

Dimmi in che modo insegni e ti dirò in quale considerazione tu tenga questa tua professione. Potremmo dire che Il docente sia un professionista COLTO, perché gli compete un rapporto forte e continuo con i saperi disciplinari, con la loro evoluzione, e con la loro traduzione in discipline scolastiche. Di ogni disciplina dovrà compiere una lettura “bruneriana”, in grado di coglierne il valore formativo, di promozione di linguaggi, di metodi, di conoscenze, che, secondo lo studioso, sono gli elementi da trasferire negli alunni e renderli educabili. Ma è anche un TECNICO, perché deve padroneggiare i meccanismi della trasmissione culturale, della comunicazione, della relazione educativa, delle competenze, che vanno dalla gestione del clima della classe all’uso dei materiali didattici, al sostegno attivo dell’apprendimento degli allievi, al governo delle diverse realtà presenti nelle scuole ed a lui affidate. È  un CREATIVO, perché è invitato a combinare in maniera originale ed espressiva le diverse variabili della situazione educativa. L’insegnante non è un istruttore, è un educatore ed un comunicatore. Dunque, una buona comunicazione con gli allievi è una risorsa decisiva: ma un bravo insegnante è in grado di imparare anche dagli allievi, è in grado di far tesoro della personalità degli alunni e di “adattare” alle loro caratteristiche le proprie strategie comunicative e informative. Il docente è ancora un professionista RIFLESSIVO, perché ha l’obbligo di scrutare sotto l’humus delle apparenze, per capire come il “contesto” interagisca sulla formazione culturale e quindi cognitiva delle ragazze e dei ragazzi. E in questa esplicitazione, un posto rilevante assumono le dinamiche relazionali, affettive, i conflitti, le emozioni, le fantasie. Ogni alunna o alunno rappresenta un mondo a sé, che non è statico, ma si esplicita in un continuo divenire, in una continua maturazione e in una continua emancipazione, che ha un vissuto nel suo background, con una educazione, una situazione familiare, un carattere, un modo di rapportarsi che cambia man mano che si scorre l’elenco degli iscritti a ciascuna classe. Il concetto di educazione racchiude in sé soprattutto libertà ideologica e comportamentale, che trae guida e manifestazione dall’ambiente, dai genitori e dai docenti che indicano, soprattutto nei primi anni di vita, quale sia il percorso da seguire per raggiungere mete elevate. In questo contesto, il comportamento dell’insegnante rappresenta una stella cometa per gli alunni, e anche i rapporti sociali che egli instaura con i colleghi lasciano nei ragazzi delle tracce ben segnate in termini di ricordi ed emozioni, si rivela centrale nel percorso professionale dell’insegnante: è anche osservando il modo in cui gli adulti interagiscano tra di loro che i più giovani apprendono il senso di riconoscimento reciproco, la capacità di comprendere l’altro, il mettersi nei suoi panni, il valore della gentilezza (intesa come capacità di ascolto e di accoglienza delle fragilità altrui), il senso di empatia e di fiducia reciproca. Il momento del pensionamento non è un porre un punto e tornare a capo; per godersi questa seconda parte di vita, che potrebbe anche essere migliore, non bisogna cadere vittima della solitudine e del pensiero negativo. Piuttosto è importante chiedersi cosa si sia accantonato fino a quel momento e capire che forse sia arrivato il momento di levare i propri sogni dal cassetto e cercare di realizzarli, ponendosi però sempre dei limiti accettabili. È importante frequentare amici, e non chiudersi in casa, tenere i contatti coi colleghi, muoversi ed essere attivi. Insomma bisogna continuare ad essere operativi, per superare quel limite invalicabile che a volte sembra un muro troppo alto.  La cultura, la curiosità, l’amicizia, gli affetti, ma soprattutto l’amore, sono le colonne che sostengono la nostra vita, e da esse molto spesso dipendono la nostra felicità, la nostra libertà e la realizzazione dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni. Quante più colonne riesci a costruire nel corso della tua vita, tanto più sarai forte, perché anche se qualcuna crollerà, ci saranno le altre a sorreggerti. Alla base della nostra vita deve esserci soprattutto la cultura, perché da essa dipende la visione e l’interpretazione della realtà, non solo quella che si impara a scuola, ma quella del mondo che ci circonda. Quindi, tutto ciò significa avere interessi per la musica, per il disegno, il bricolage, per la lettura, per la scrittura, per ogni forma d’arte che tenga tempo e mente impegnati. È forse questo il segreto: divertirsi mentre si impara e quando si lavora, ma ora per loro significherà divertirsi e imparare in tutti i giorni liberi. Le caratteristiche fin qui descritte appartengono trasversalmente a tutto il personale in servizio al Filangieri e non solo a quello docente. Con alcuni dei colleghi che vengono posti quest’anno nella meritata quiescenza, abbiamo condiviso tanti anni di militanza insieme e con tutti loro abbiamo vissuto momenti di confronto e dialettica didattico-educativa. Con alcuni di loro, abbiamo percorso gli stessi passi, è il caso di dire, a cominciare dal giorno in cui, a piedi, ci siamo mossi dalla vecchia sede della scuola per arrivare fino in contrada Russo. Dall’uno settembre prossimo, vengono dunque collocati a riposo dalle attività lavorative i docenti Maria Cristina Albamonte, Rosa Oliverio, Rocco Vitale, Giuseppe Pomarico, Franco Spinelli, Vincenzo Blumetti, Vincenzo Sannuto, Domenico Forciniti e Claudio Di Leo. È altresì posto in quiescenza il Sig. Franco Bellino, collaboratore scolastico. Le Prof.sse Mirella Ieno, Elena Pace e Giusi Ciarmoli, dopo un periodo di servizio presso l’Iistituto Tecnico Filangieri, quest’anno hanno ottenuto l’avvicinamento alle loro sedi di residenza. Esse hanno anche impersonato la natura della professionalità tout court, e ancor prima, dell’amicizia, della disponibilità alla cooperazione e dell’esplicitazione delle umane connotazioni. Hanno saputo fare dell’insegnamento un’ars educandi, rigorosamente autoritaria, ma, nel contempo, pedagogicamente esercitata, volta alla trasmissione di quei contenuti che spesso possono fare la differenza in termini di preparazione e costituiscono la quintessenza dello spirito culturale e conoscitivo. A tutti loro il nostro augurio e il nostro affettuoso abbraccio di congedo. Allo stesso modo, vogliamo porgere il benvenuto alla Prof.ssa Carmela Maurella, che invece ha ottenuto il trasferimento definitivo presso la scuola, figlia di antichi amici, persona seria, preparata ed impegnata pienamente nella professione, sempre pronta al confronto e al dialogo, da cui sa trarre benefici e da cui promanano positività relazionali.