Trebisacce-13/12/2023: Crack del Consozio di Bonifica: solo macerie per le imprese e le maestranze

Mezzi davanti al Consorzio

COMUNICATO STAMPA DEGLI IMPRENDITORI

 

Crack del Consozio di Bonifica: solo macerie per le imprese e le maestranze

 

Giornata interlocutoria nell’ambito della protesta delle imprese creditrici del Consorzio di Bonifica dell’Alto Jonio. Imprese e maestranze messe in seria difficoltà dal default dell’Istituzione si sono ritrovate questa mattina, davanti la sede del Consorzio a Trebisacce, per reclamare i loro diritti. Imprenditori esasperati che aspettano da mesi di vedere corrisposte le loro spettanze e che vedono, nella messa in liquidazione dell’Ente, una vera e propria truffa perpetrata dallo Stato nei loro confronti. In effetti il mancato controllo esercitato sui bilanci dell’ente dagli organi preposti, ha determinato negli anni una situazione esplosiva, per far fronte alla quale la politica ha deciso di mettere in liquidazione questo ed altri consorzi. In questa situazione, però, se il personale dipendente vede garantito il pagamento degli stipendi (dalla Regione od in ultima analisi dall’INPS), le imprese fornitrici di materiali, lavori e servizi, vedono assottigliarsi sempre di più la possibilità di recuperare i loro crediti. In sintesi uno spregiudicato gioco delle 3 carte, in cui i debiti rimangono a carico del Consorzio in liquidazione (bad company) e tutte le attività passano al Consorzio Unico (good company) senza badare alle macerie umane, economiche e sociali che ciò comporta. La situazione che si prospetta, se possibile, è resa ancor più grave dal fatto che nel crack del Consorzio si cerca di coinvolgere anche una serie di imprese che hanno realizzato lavori necessari alla prosecuzione della costruzione della nuova S.S. 106  (le cosiddette “interferenze”) e che minacciano di bloccare i lavori della importante e strategica opera. Nel corso della mattinata le imprese sono state ricevute dal Commissario Straordinario ing. Antonucci, il quale ha cercato di sostenere un confronto in alcuni passaggi anche duro ed acceso, in quanto è in ballo la stessa sopravvivenza di  molte piccole imprese che rappresentano l’essenza del nostro tessuto sociale. Il Commissario non è stato in grado di dare risposte e neppure di fare promesse, per cui  è stato contattato anche l’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo, il quale ha preso l’impegno ad interpellare il Presidente e, nel giro di qualche giorno, ad organizzare un tavolo di crisi con gli imprenditori per cercare una soluzione all’incresciosa vicenda. Sul finire della mattinata, poi, è sorto uno strano giallo a causa di una convenzione a firma ANAS, Sirjo s.c.p.a. (la società General Contractor della S.S.106 facente parte del Gruppo WE BUILD) e Consorzio che viene invocata nei contratti e nei lavori delle “interferenze” , ma la cui conoscenza viene negata alle imprese esecutrici dei lavori. Cosa contiene questa convenzione? Perché i firmatari (ANAS, SIRJO e CONSORZIO) fanno di tutto per non renderne pubblico il contenuto? Il dubbio che sollevano le imprese esecutrici dei lavori e che vantano un credito di alcuni milioni di euro, è: che fine hanno fatto i 5.000.000 di euro che ANAS ha dato al Consorzio per pagare le imprese? Perché ANAS ha dato al Consorzio delle somme che servivano per permettere l’avanzamento dei lavori sulla S.S.106? Perché sono stati fatti gestire fondi importanti e destinati alla costruzione della S.S. 106 ad un Ente, il Consorzio, che era già notoriamente in profonda crisi economico-finanziaria? Si è forse voluto mettere una pezza alla sciagurata gestione del Consorzio stornando fondi di un’opera strategica per l’intera area jonica? I soldi destinati alle imprese sono serviti a garantire qualche mese di sopravvivenza ad un carrozzone in cui avevano trovato posto amici ed amici degli amici, come già messo in evidenza anche dai media nazionali? A tutte queste domande è tenuta a rispondere ed a trovare una soluzione la politica regionale ed in particolare l’assessore Gallo (che per il momento ringraziamo per l’impegno preso) ed il Presidente Occhiuto, lasciare crescere malcontento ed esasperazione di decine di imprese e di centinaia di lavoratori traditi da uno stato truffatore non è nell’interesse di nessuno.                                                                GLI IMPRENDITORI