JONIO TRUFFA ALL’AIMA. PROCESSO AL TRIBUNALE DI PALMI. CIRCA 400 LE IMPRESE COINVOLTE. MOLTE DI ESSE APPARTENENTI ALLA SIBARITIDE.

JONIO TRUFFA ALL’AIMA. PROCESSO AL TRIBUNALE DI PALMI. CIRCA 400 LE IMPRESE COINVOLTE.  MOLTE DI ESSE APPARTENENTI ALLA SIBARITIDE.

Il processo per la truffa all’Aima, in corso di svolgimento presso il tribunale di Palmi (Reggio Calabria), prima sezione penale, nei confronti di alcune cooperative agricole, pur tra mille eccezioni basate su prescrizioni intervenute, su persone nel frattempo decedute, sulla competenza territoriale e su aziende “chiuse”, non si arresta. Gli imputati coinvolti, a vario titolo, sono circa 400, gran parte di essi appartenenti alla sibaritide (Cassano, Rossano e Corigliano) ed alcuni titolari di imprese agricole insospettabili, probabilmente all’oscuro di quanto avveniva perché tramato alle loro spalle.  La seconda udienza, sicuramente di una lunghissima serie,  è durata circa 11 ore ed è stata aggiornata ai giorni 23 e 24 aprile p.v. Decine i faldoni presenti sui tavoli dei giudici e migliaia le pagine di atti processuali che solamente per leggerle non basterebbe un anno. Corruzione, frode, falsità in atto pubblico e associazione per delinquere sono reati di cui sono accusati gli imputati. Un codazzo di avvocati cui è stato concesso dieci giorni per presentare altre memorie difensive, prima della data della terza udienza.  Tra i legali degli imputati troviamo l’immancabile professore Giovanni Brandi Cordasco Salmena con il suo vice Lucente, Pisani e Fioravante, quest’ultimo sostituto dell’avvocato Stella, perito in un incidente stradale. I fatti della truffa sono riferibili all’anno 2007 quando gli investigatori della Guardia di Finanza, dopo indiscrezioni ambientali e dichiarazioni rese da agricoltori esclusi da questo “giro”, si sono appostati per fotografare un via vai di camion che fingevano di trasportare agrumi. A queste azioni illegali sono legate un vertiginoso giro di fatture false con iva evasa e, in alcuni casi, incassata e mai versata. Insomma, un mal’affare che ha portato quasi tutti questi imprenditori dinanzi ai giudici di Palmi. E, come spesso avviene, in questo giro vizioso pare vi siano anche funzionari regionali che si sarebbero prestato al gioco, in cambio di “bustarelle”. Ovviamente tutto da dimostrare con le prove dei fatti. Si è costituita anche L’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che ha il controllo dell’assegnazione dei contributi che sono erogati dall’Unione Europea. Tra l’altro controlla anche il coordinamento di tutti gli organismi pagatori e ha la vigilanza su questi ultimi al fine di garantire la coerenza della loro attività rispetto alle linee guida comunitarie. Una cosa è  certa, la lunghezza della durata di questi processi dove, le forze dell’ordine e la magistratura s’impegnano con grande fatica, alla fine il loro impegno risulta vano per il sopraggiungere  della prescrizione  che salva tutti.

20 febbraio 2012.                                                      ALESSANDRO ALFANO

corigliano@calabriaora.it