Villapiana-15/05/2024: Riflessioni sullo stato di emergenza pandemica (di Vincenzo Simone De Paola)

Vincenzo Simone De Paola

Lo stato di emergenza pandemica (dovuto alla diffusione della malattia da Coronavirus) che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, ci ha segnato profondamente. Ciò che prima sembrava semplice e scontato ( abbracciare un amico, andare in discoteca, assistere ad un concerto) al momento è impossibile o comunque molto difficile. C’è chi ritiene che questa situazione abbia insegnato alle persone ad apprezzare il valore di ciò che avevamo; sei d’accordo con questa affermazione o credi che l’uomo dimentichi facilmente?

L’emergenza pandemica tuttora in corso, ma sedata dalla creazione della presunta immunità di gregge, ha creato tante domande, sfide ed opportunità.

Durante il periodo della pandemia circolava sui social un fumetto che ritraeva alcuni personaggi come Donald Trump, Xi Jinping e Bill Gates che si mettevano d’accordo tra di loro per creare il coronavirus e la situazione attuale. Addirittura alcuni amici che parlano arabo mi riferirono che alla popolazione dei paesi musulmani questo fumetto è stato raccontato come verità per incitare all’odio verso l’occidente.

Molte congetture sono state create e pubblicizzate sui social come la nascita di un nuovo ordine mondiale e la volontà da parte dei potenti di stabilire regole nuove come l’abolizione della proprietà privata e la creazione della dipendenza economica dai sussidi statali finanziati dalle stesse multinazionali che si sono arricchite a dismisura durante il periodo della pandemia come Amazon, Herbalife, Amway e le multinazionali farmaceutiche che hanno visto i loro fatturati incrementati di miliardi di euro, creando così la situazione che simpaticamente mi spiegò un amico Networker durante una formazione a cui assistetti con l’aforisma. “C’è chi piange e chi vende fazzoletti”.

Questa frase che sembra cinica in realtà dimostra che dove c’è una crisi c’è anche un’opportunità per chi la sa cogliere o è di mentalità preparata.

Sinceramente non so se la situazione di pandemia sia stata creata ad arte in qualche laboratorio di ingegneria genetica, ipotesi possibile oggi con le attuali tecniche, ed usata come arma batteriologica.

Non mi sento di escludere questa possibilità che sarebbe un grande atto terroristico a livello planetario se la storia permetterà ad un certo punto l’accertamento delle responsabilità in essere e degli interessi di tutto l’ apparato industriale che ne ha beneficiato.

Ricordo che quando non era ancora stato sviluppato il vaccino e efficaci protocolli medici, tutti quanti siamo stati costretti all’isolamento, un giorno mi trovavo a fare una passeggiata da solo sulla riva del mare quando mi fermarono i carabinieri forestali nella pineta per chiedermi perché non ero rimasto a casa chiedendomi il documento di identità che non avevo e mi seguirono fino a casa per accertarsi della mia identità.

Per districarmi da quella situazione gli mostrai un certificato medico che mi feci fare dal medico in via preventiva con una diagnosi di disturbo ansioso, così evitai la multa prevista dal caso e uscii indisturbato in solitudine a godermi il mio tempo e lo spazio che si era creato.

In quel periodo lavoravo già in Smart working da casa per la presa appuntamenti nel settore dell’energia elettrica che dovetti interrompere perché l’azienda si dovette riorganizzare e non era più possibile incontrarsi con l’agente nel domicilio del cliente.

Mi vidi quindi un po’ intorno perché ero rimasto senza lavoro e feci domanda come moderatore di chat, questo è stato forse il lavoro più divertente che ho fatto ed era anche molto gettonato visto che molte persone hanno abbassato la testa sul loro smartphone diventando dipendenti dalla tecnologia anche per parlare con qualcuno e scambiare un’opinione che prima gli sarebbe stata data gratis se andavano a prendere una consumazione al bar.

Conservai questo lavoro per due anni, guadagnando una media di trecento euro a settimana che mi versai su un conto non collegato al mio codice fiscale italiano riuscendo così a sopperire ai miei bisogni dedicando circa trenta ore settimanali del mio tempo e cercando di mantenere il ritmo settimana dopo settimana visto che era un lavoro basato sulla produttività e pagato circa 10/20 centesimi a messaggio inviato con bonus del weekend e progressività in base al numero di invii settimanali, scegliendo orari serali in cui era maggiore la presenza delle anime inquiete.

Si liberò in quel periodo tanto tempo libero in cui ero costretto a rimanere da solo e in cui avevo maggiore tempo per riflettere e meditare su letture serie ed amene, ricerche personali e hobby nuovi fatti da casa.

Scoprii in quel periodo che il tempo può essere impiegato in maniera diversa e anche più produttiva, stando vicino alle persone del proprio nucleo familiare e scegliendo lo Smart working e un nuovo rapporto col datore di lavoro o il supervisore con cui mi tenevo in contatto con la chat di Skype e la possibilità di scegliere qualsiasi orario in libertà essendo io il capo di me stesso e l’autore dei miei risultati che venivano conteggiati dalla piattaforma e valutati ogni settimana nei contenuti.

In quel periodo bisogni che prima vedevano la loro soddisfazione nel canale del negozio fisico, hanno trovato uno spazio online, tant’è che molte attività online sono decollate proprio nel periodo della pandemia.

Molte persone dovendo subire l’isolamento hanno aumentato il tempo che dedicavano alla visione della televisione e della propaganda che ha portato ad una forma mai conosciuta di controllo sociale basato sulla paura, la sfiducia e dividendo le persone tra di loro che si controllavano a vicenda accusando gli altri di mancata osservanza dei diktat governativi.

Ci sono state comunque molte persone che sono morte per la mancanza di conoscenza del nuovo agente infettante o per cause correlate o anche non collegate. Successivamente abbiamo assistito al TSO collettivo e alla pressione per accettare i vaccini che molti per scelta hanno rifiutato, subendo la discriminazione indotta ad arte dai manipolatori mediatici.

Ricorrente era la domanda tra le persone: “Ti sei vaccinato”? detta con un senso di paura, incredulità e rigetto quando gli rispondevi “No”!

È stato un periodo di allarme, intolleranza e prese di posizione arbitrarie da parte dei governanti che hanno usato il bipensiero orwelliano in maniera massiccia per condizionarci.

Dimenticheremo? Lo abbiamo già fatto! Infatti, nonostante l’emergenza rimanga, la pressione mediatica è diminuita e molti sono tornati alle vecchie abitudini considerate di libertà a cui era associata la nostra società dell’aperitivo e del caffè, anche se la vera libertà consiste dal mio punto di vista dall’essere liberi nel pensiero e nel sapersi adattare alle circostanze, perché non sarà un fatto isolato ma di natura ciclica e determinata molto probabilmente dalla mancanza di rispetto dell’uomo per l’ambiente in cui vive e per cui è stato giustamente punito per la sua irresponsabilità e miopia nelle scelte sia individuali che collettive.

La lezione che ho imparato è che è impossibile cambiare il mondo se prima non cambiamo noi stessi con scelte di consumo responsabile e attuando la decrescita dell’economia mondiale.

Vincenzo Simone De Paola