Trebisacce-03/10/2024: L’impegno pastorale e scelte missionarie ( di Pino Cozzo)

Chiesa

L’impegno pastorale e scelte missionarie

di Pino Cozzo

Il futuro della Chiesa in Italia, e non solo, ha bisogno della parrocchia. È una certezza basata sulla convinzione che essa sia un bene prezioso per la vitalità dell’annuncio e della trasmissione del Vangelo, per una Chiesa radicata nel territorio, diffusa tra la gente e dal carattere popolare, in cui si mescolano diverse identità e differenti esperienze. Essa è l’immagine concreta del desiderio di Dio di prendere dimora tra gli uomini, di vivere in mezzo ai Suoi figli, di star loro accanto, di ascoltare ogni loro desiderio ed ogni loro angoscia.  Un desiderio che si è fatto realtà, se il Figlio di Dio ha posto la sua tenda fra noi ed è per questo che Gesù è l’«Emmanuele, che significa Dio con noi».  Questa convinzione deve alimentare un’ampia corrente di fiducia e un corale slancio della Chiesa italiana e universale. Anche nelle trasformazioni odierne, la Chiesa ha bisogno della parrocchia, come luogo dov’è possibile comunicare e vivere il Vangelo dentro le forme della vita quotidiana, insieme a personalità e caratteri vari- Ma perché questo possa realizzarsi, è necessario disegnare con più cura il suo volto missionario, rivedendone l’agire pastorale, per concentrarsi sulla scelta fondamentale dell’evangelizzazione, che corrisponde allo stare insieme e vivere gli insegnamenti di Gesù come fratelli e sorelle.  La complessità e la fatica di tale concentrazione sono evidenti. La saggezza pastorale suggerirà gli opportuni adattamenti e i passaggi necessari per renderli praticabili, tenendo conto della storia passata, dell’esperienza del presente e delle possibilità del futuro. Il discernimento richiede generosità apostolica e intelligenza pastorale, volontà di partecipare a un processo che vede tutti impegnati, e la prudenza di misurare ogni cosa sulle situazioni locali, di adattarle alle varie necessità circostanze. Ciascun Pastore locale saprà assumere la responsabilità delle decisioni, con i suoi collaboratori e con quanti ne sostengono l’agire negli organismi di partecipazione.  Ciò significa valutare, valorizzare e sviluppare le potenzialità missionarie esistenti, anche se spesso in forma latente, nella pastorale e nella vita ordinaria. Occorre anche avere il coraggio della novità che lo Spirito chiede oggi alle Chiese, locali e universale. Occorre incrementare la dimensione dell’accoglienza, del coinvolgimento e della fratellanza caratteristica di sempre delle nostre parrocchie: tutti devono trovare nella parrocchia una porta aperta nei momenti difficili o gioiosi della vita, anche quando i fedeli la considerano solo un ufficio dove sbrigare qualche pratica sociale. L’accoglienza, cordiale affabile e gratuita, è la condizione prima di ogni evangelizzazione, che trova nella disponibilità, nella parola e  nel sorriso un punto di forza u cui fondare il coinvolgimento. Su di essa deve innestarsi l’annuncio, su di essa deve basarsi l’unione, fatti di parola amichevole e di esplicita presentazione di Cristo, Salvatore del mondo ed unico punto di riferimento di ogni uomo e di ogni donna. Per l’evangelizzazione è essenziale la comunicazione della fede da credente a credente, da persona a persona, da fratello a sorella. Ricordare a ogni cristiano questo compito e prepararlo ad esso è oggi un dovere primario della parrocchia, in particolare educando all’ascolto della parola di Dio, con l’assidua lettura della Bibbia nella fede della Chiesa. Una parrocchia dal volto missionario deve assumere la scelta coraggiosa di servire la fede delle persone in tutti i momenti e in tutti i luoghi in cui si esprime. Ciò significa tener conto di come la fede oggi venga percepita e vada educata. La cultura post-moderna apprezza la fede, ma la restringe al bisogno religioso; in pratica la fede è stimata e valorizzata, se aiuta a dare unità e senso alla vita d’oggi, frammentata e dispersa e senza guida. Più difficile risulta invece introdurre alla fede come apertura al trascendente e alle scelte stabili di vita nella sequela di Cristo, superando il vissuto immediato, coltivando anche un esito pubblico della propria esperienza cristiana.  La parrocchia missionaria, per non scadere in sterile retorica, deve servire la vita concreta delle persone, soprattutto la crescita dei ragazzi e dei giovani, di coloro che hanno bisogno di una valida guida, la dignità della donna e la sua vocazione, così preziose in ogni ambiente. L’adulto oggi si lascia coinvolgere in un processo di formazione e in un cambiamento di vita soltanto dove si sente accolto e ascoltato negli interrogativi che toccano le strutture portanti della sua esistenza: gli affetti, il lavoro, il riposo, la vita sociale. Dagli affetti, la persona viene generata nella sua identità, e, attraverso le relazioni, costruisce l’ambiente di vita; con il lavoro esprime la propria capacità creativa e assume responsabilità verso il mondo; nel riposo trova spazio per la ricerca dell’equilibrio e dell’approfondimento del significato della vita. Gli adulti di oggi risponderanno alle proposte formative della parrocchia solo se si sentiranno interpellati su questi tre fronti con intelligenza e originalità.