Trebisacce-30/11/2024:L’ALETTI FILANGIERI accoglie il vescovo Savino in visita pastorale
Nella mattinata del 29 novembre nel campus ALETTI FILANGIERI di contrada Russo nel salone della biblioteca dell’istituto gli studenti hanno accolto sua eminenza il vescovo monsignor Savino in visita pastorale.
Ad accogliere sua eminenza il dirigente ingegnere Costanza, che ha inteso promuovere una serie di incontri con personalità del mondo accademico, scientifico e religioso, che siano veicolo di confronto aperto e sano .
Il dirigente ha caratterizzato nel suo intervento tale evento nel percorso di educazione all’affettività, alle emozioni e alle relazioni sane, tassello fondamentale del processo di crescita di ragazze e ragazzi, utile a sviluppare, o potenziare, le competenze di base per esercitare la propria individualità e la propria socialità, nel segno del rispetto, dell’ascolto attivo, dell’empatia e dell’inclusione.
Nella definizione del concetto di identità, che può essere considerata come la concezione che l’individuo ha del sé, entrano in gioco almeno due elementi fondamentali: la dimensione personale dell’identità e la dimensione sociale. Oggigiorno, ci si lamenta spesso di una diffusa mancanza di rispetto tra i giovani ma, troppo spesso, non ci si sofferma abbastanza sul perché. Il rispetto non è innato in noi: lo si deve apprendere. Pertanto, l’educazione al rispetto dovrebbe essere alla base di ogni apprendimento socio emotivo e riguardare tutti gli agenti culturali, certo, è in famiglia e, in particolare, dall’esempio dei genitori e dei congiunti più stretti, che origina la prima idea di rispetto. Idea che, però, va coltivata anche successivamente e in altri ambiti: primo fra tutti, quello della scuola. Ma partiamo dall’inizio: che cos’è il rispetto? Rispetto è “tener conto” dell’altro, accettarlo per quello che è e per come la pensa, senza pretendere di cambiarne il modo di sentire. Rispetto è non pretendere di imporsi e di avere ragione a tutti i costi, soverchiando il prossimo. È un atto di riconoscimento e, conseguentemente, di attribuzione di valore. Se ti rispetto, vuol dire che ti vedo, che esisti e che ti accetto.
Secondo il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, ascoltare significa “trattenersi di proposito a udire attentamente”. Questa definizione sottolinea che, per esempio, abbiamo la volontà di sospendere le nostre attività per dedicarci a un’altra persona: così come, allo stesso modo, implica un impegno concreto, un coinvolgimento diretto verso ciò che ci viene detto. L’interesse che mostriamo verso l’altro nel momento in cui decidiamo di ascoltarlo è puro e non giudicante: ciò significa che la nostra attenzione è rivolta all’atto dell’ascolto e non verso il giudizio o l’interpretazione di ciò che stiamo ascoltando. Siamo tutti capaci di ascoltare? Date queste premesse, viene spontaneo chiedersi se, nella nostra quotidianità, possiamo definirci buoni ascoltatori o meno. L’ascolto è una dimensione fondamentale del nostro benessere emotivo e delle nostre capacità relazionali: permette di stabilire e riconoscere i nostri bisogni comunicativi, migliorando le nostre capacità di ottenere l’ascolto desiderato e la capacità di ascoltare gli altri. Quando parliamo di ascolto, infatti, dobbiamo tenere conto di tre aspetti: l’autoascolto, cioè “mi ascolto”, il diritto all’ascolto, cioè “sono ascoltato”, e la capacità di ascolto, cioè “ascolto un’altra persona”.
Il vescovo ha voluto contribuire a questi percorsi messi in campo dal dirigente Costanza iniziando un’intensa conversazione con i ragazzi, partendo evidentemente dal concetto di fede, di una spiritualità come esempio di crescita umana e culturale, della diversità culturale come ricchezza. La partecipazione dei ragazzi di altri credi religiosi ha offerto al vescovo la possibilità di lanciare messaggi di condivisione e di condanna dei contrasti, che non hanno motivo di essere se si ragiona nel nome di Dio. Tutti i ragazzi si sono sentiti molto coinvolti nel dibattito, hanno fatto domande a sua eminenza, anche dirette, a cui con molta disponibilità non si è sottratto. Monsignor Savino si è detto molto felice della giornata, emozionante il momento del dono che ha visto offrire a sua eminenza una serie di prodotti realizzati con competenza dagli studenti dei singoli indirizzi dell’istituto, da sottolineare la fortissima valenza simbolica di tali manufatti . A conclusione dell’intensa giornata, impreziosita dai gesti dei protagonisti, il buffet servito dagli studenti dell’indirizzo enogastronomico organizzato dai sapienti docenti di sala prof.Vuono e cucina prof. Campolongo coadiuvati dai ragazzi e dagli assistenti tecnici.