Cassano all’Jonio-13/10/2013:Riaperta al culto la Cattedrale di Cassano all’Jonio: era chiusa per lavori dall’aprile 2012.
Diocesi di Cassano All’Jonio
Ufficio Comunicazioni Sociali
COMUNICATO STAMPA
Riaperta al culto la Cattedrale di Cassano all’Jonio: era chiusa per lavori dall’aprile 2012.
Monsignor Galantino: «Momento emozionante, spunto per una pastorale nuova e più incisiva».
Il vescovo traccia la via dell’impegno: «Cristo lo si trova per strada, tra i diseredati: cerchiamolo».
«La nostra attenzione è orientata sulla Chiesa Cattedrale, restituita al culto dopo parziali restauri. Ne gioiamo, ma questo deve aiutarci a non cadere nell’errore di considerare sufficiente avere un tempio materiale: ciò che conta è mettersi per strada, alla maniera di Cristo».
Con un appello alla solidarietà ed all’impegno, suonato come traccia di un’azione pastorale orientata alla cura degli ultimi, alla tutela della persona e della dignità umana, all’abbraccio con Gesù nei luoghi di sofferenza, monsignor Nunzio Galantino ha consegnato alla storia la riapertura al culto della Cattedrale cassanese, giunta in coda alla parziale conclusione dei lavori di consolidamento e adeguamento liturgico che la interessano dal febbraio del 2011.
Il Presule ha offerto la sua riflessione durante la santa messa concelebrata insieme ai suoi ultimi tre predecessori sul soglio episcopale cassanese: monsignor Vincenzo Bertolone, oggi arcivescovo di Catanzaro; monsignor Domenico Graziani, attuale arcivescovo di Crotone, e monsignor Andrea Mugione, arcivescovo di Benevento.
Davanti al clero diocesano, alle autorità civili e militari ed a migliaia di fedeli, il vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio ha prima accolto le icone del Santissimo Crocifisso e di Maria Santissima Addolorata, sin qui provvisoriamente ospitate nella chiesa di sant’Agostino. Quindi la celebrazione litugrgica, durante la quale ha avuto luogo la dedicazione dell’edificio sacro alla Natività della Beata Vergine Maria del Lauro. Suggello della cerimonia che ha segnato la restituzione alla comunità diocesana della sua casa di fede e di preghiera, negli ultimi due anni oggetto di interventi divenuti necessari poiché le infiltrazioni delle acque piovane avevano danneggiato gli affreschi presenti sulle pareti e sfaldato buona parte degli intonaci interni delle volte e delle pareti stesse, mentre altre infiltrazioni, provenienti dal piano stradale esterno, avevano indebolito le fondamenta, soprattutto della parte absidale e della cripta.
Le opere programmate sono state suddivise in quattro lotti funzionali riguardanti, tra l’altro, il rifacimento e consolidamento della copertura, delle volte sottostanti, degli affreschi e dei dipinti in esse presenti; il contenimento delle acque piovane nonché la riduzione del fenomeno dell’umidità che interessava la pavimentazione, i pilastri e gli altari della parte absidale; il restauro degli affreschi e dei decori parietali; il recupero della pavimentazione tutta; l’adeguamento liturgico del presbiterio; il restauro statico ed architettonico della cripta ed il rialloggiamento del coro ligneo, tutti per gran parte già portati a compimento e comunque in fase di completamento. «Il Vangelo che abbiamo condiviso stasera – ha evidenziato monsignor Galantino nel corso dell’omelia – paradossalmente, mentre ci porta a ringraziare il Signore per aver consentito tutto ciò, ci spinge a ridimensionare l’importanza del tempio materiale, o almeno a non soffermarci solo su di essa». Parole che si sono presto trasformate in chiara indicazione per l’intera Chiesa diocesana: «Abbiamo ascoltato dell’incontro di Gesù con 10 lebbrosi che imploravano per sé la guarigione. Abbiamo compreso che la guarigione della lebbra avviene per strada ed è frutto dell’obbedienza al Verbo divino. Questo ci dice qualcosa di molto importante: il tempio fatto di pietre, per quanto bello ed accogliente, di per sé non è luogo della guarigione. Il tempio, e quindi anche questa nostra Cattedrale, come tutte le chiese, ci guarisce solo nella misura in cui diventa il luogo nel quale veniamo per mettere davanti al Signore la nostra vita e le nostre storie compromesse e rovinate, come la pelle dei lebbrosi». A seguire, l’invito: «Il metterci per strada perché mandati da Cristo, e non solo per fare le nostre processioni – ha concluso monsignor Galantino – ci permette di incontrarlo. Spesso Gesù nelle nostre chiese fatte di pietra non entra, e se entra ci trova occupati a fare cerimonie che accecano la vista e a cantare canti che otturano le orecchie. Per questo, a noi che stiamo qui a goderci la nostra Cattedrale, Gesù rivolge la stessa esortazione indirizzata ai dieci lebbrosi: andate. Dopo aver accolto la Parola di Dio e aver reso lode al Padre, uscite da questa chiesa e disperdetevi per le strade di questo territorio, perché è lungo quelle strade che mi incontrerete».
Cassano allo Ionio, 13 ottobre 2013
Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali
Il direttore
Don Alessio De Stefano
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