Trebisacce-26/04/2014: Broglio. Trovato finalmente il modo di buttare 500.000 euro.
Trebisacce. Broglio. Trovato finalmente il modo di buttare 500.000 euro.
Nel panorama delle deprimenti notizie quotidiane è comparsa una stellina luminosa: una “buona” notizia. L’affannosa ricerca di come buttare i soldi dalla finestra senza nessun risultato apprezzabile (è uno sport nel quale non siamo secondi a nessuno), ha finalmente trovato un nuovo spiraglio operativo: 500.000 euro per arricchire il parco archeologico di Broglio.
L’imponente ed attrattiva area archeologica, visitata ogni anno da almeno tre persone (quelle che vanno a raccogliere abusivamente le olive), sarà dotata di tutte le attrezzature necessarie al suo ancora più efficace funzionamento.
Il progetto prevede l’impianto di una serie di cartelloni esplicativi del nulla retrostante (frutto di ben 40 anni di scavi). Gli artisti di pittura murale avranno (era ora!) dei degni supporti sui quali tracciare con lo spray le loro variopinte firme (per esempio: sjirt, kwsr, xyfr, e, manco a dirlo, il famoso phjwrx). Oramai purtroppo scomparsi, e fuori moda, i rimpianti “w la fica”, oppure quei non rimpianti disegni di giganteschi falli completi di tutto. Chi passeggerà sui già esistenti vialetti, elegantemente piastrellati da una importante ditta di sanitari (vedi foto), potrà piacevolmente svagarsi a decifrare le intriganti opere dei graffitari.
Naturalmente è previsto un costosissimo impianto televisivo di controllo su tutta l’area. Sarà garantito il suo perfetto funzionamento per almeno un intero mese dopo il collaudo. Potremo, una volta per tutte, sapere il modello di cappuccio calzato dai ladri quando asportano le telecamere, o quello usato dai vandali (sicuramente di foggia molto più chic) mentre abbattono sistematicamente tutto ciò che si erge in posizione verticale.
I reperti, accatastati misteriosamente altrove (solo tazze, calici, brocche e bicchieri votivi, visto che la zona, ma non divulgate la notizia, era un’area templare dedicata a Dioniso), saranno ora ammirabili grazie ad una serie di infantili disegni, molto espressivi, elaborati puntigliosamente da un noto pittore dilettante della domenica. L’operazione sarà resa possibile dall’eliminazione del segreto di Stato sulla loro natura.
Molte tettoie; per proteggere gli strazianti forni (già esistenti) per la cottura dell’argilla, ricostruiti sulle indicazioni dello stesso pittore (si è ispirato al modello perfettamente funzionante, anche se usato solo per le pizze, piazzato nel suo giardinetto). Ora, all’aperto, questi manufatti rischiano di essere demoliti dalle implacabili e giustizialiste intemperie.
C’è da augurarsi che vengano anche ripristinate le pericolanti capanne in polistirolo realizzate (e bruciate) a suo tempo. Davano veramente l’idea di come potesse essere anche malvagia una mente primitiva (e disturbata).
Una cifra considerevole verrà impiegata per transennare le due voragini (definite scavi archeologici); opere indispensabili per non incoraggiare gli aspiranti suicidi a recarsi fin sul sito per porre in essere la loro malsana idea gettandosi di sotto. Del resto, tali balaustre, non potrebbero certo servire a proteggere i visitatori, vista la loro assoluta latitanza, e visto anche che il contenuto di una delle voragini è stato prontamente incartato (vedi foto) onde evitare che si potesse scorgere il palmento per la pigiatura dell’uva in onore di Dioniso. E l’altra sembra un semplice scapicollo.
Ma il vero punto di forza del sito sarà l’affaccio panoramico, infatti dalla sua quota si potrà, speriamo nel prossimo futuro, ammirare in un solo colpo d’occhio: l’uscita dalle gallerie, proprio sotto l’estasiato osservatore, della nuova-nuova 106 in tutto lo splendore delle sue sei corsie, il grandioso svincolo a quadrifoglio realizzato, con incredibile e finissima audacia progettuale, esattamente sopra alla oggi fatiscente fiumara del Saraceno (che finalmente risulterà invisibile); più a sinistra si godrà la vista dell’imponente viadotto della nuova 106, ed ancora più a sinistra quello della vecchia 106 affiancato, con ritmo veramente incalzante e mozzafiato, dal ponte della ferrovia. Già solo questo scenario varrà, per il turista, mentre vagherà smarrito alla ricerca del Museo di Sibari (mimetizzato benissimo), la deviazione e la salita sulla collina di Broglio.
Al centro del quadrifoglio, anch’essa ben visibile dall’alto, verrà innalzata (offerta dall’Anas) una statua al poeta Fabio Pugliese, immortalato come ispirato ad indicare, con la mano tesa, la via, affinché l’arteria, nel suo prosieguo verso sud-ovest, passi esattamente sulla Sybaris arcaica.
Fare degli scavi degni di questo nome? C’è tempo. La gatta presciolosa fa i gattini ciechi. Del resto, se facessimo tutto adesso, cosa farebbero i nostri nipoti? Non dobbiamo essere egoisti, lasciamo almeno loro la gioia di scoprire il tempio della più importante divinità arcaica; o quello di andare a trovare Sybaris, la più grande città dell’occidente arcaico. A noi, questo piacere, è per ora negato: “Nun so’ pe’ l’asini i confetti”. Invece ringraziamo il cielo che anche questa volta si sia scongiurato il finanziamento di qualcosa che potesse essere di una qualche utilità concreta.
Secondo l’appena pubblicato Index of Economic Freedom 2014 siamo la nazione che è cresciuta di meno al mondo negli ultimi vent’anni, e per mantenere fermamente questo primato da Guinness dovremo evitare, ad esempio, di prendere spunto dalla città francese di Lens (estremo nord al confine con il Belgio). Zona depressa (qui ne sappiamo qualcosa), posti di lavoro zero (idem), che con un progetto di valorizzazione di un semplice Museo, reso operativo in dieci anni, ha attratto, già nel primo anno di apertura, un milione di visitatori, e creato circa 500 posti di lavoro (di cui è previsto il raddoppio). Usando, tra l’altro, l’organizzazione di mostre sugli Etruschi (esportate anche in Italia! “Les étrusques et la méditerranée, la cité de Cerveteri“). Da scompisciarsi.
Per carità! Alla larga. E dove li mettiamo un milione di visitatori? E che gli proponiamo? La Magna Grecia? Sybaris? Non sia mai. Restiamo tranquilli, teniamoci i nostri pochi, pochissimi, quattro visitatori l’anno: stiamo bene così. Ce lo suggerisce anche il Vangelo: “Beati gli ultimi…”.
Maurizio Silenzi Viselli