Rocca Imperiale-04/08/2014: Cronaca sulla “Giornata dell’emigrante”
Rocca Imperiale:04/08/2014
Il piazzale del Santuario Madonna della Nova in contrada Cesine, la scorsa domenica 3 agosto, ha ospitato la 32° edizione della “Giornata dell’Emigrante” , organizzata da un apposito Comitato (costituito da Faraldi Gaetano, Siepe Vincenzo, Filippo Melidoro, Franco Prezioso, ecc.), presieduto da Siepe Settimio che ne è stato anche, a suo tempo, l’ideatore. Utile anche il contributo della locale Pro Loco con il suo Presidente Dimastrodonato e i volontari. Il Premio “Rocchesi in Italia e nel Mondo” quest’anno è stato assegnato all’editore Giuseppe Aletti che con la collaborazione delle amministrazioni comunali, è riuscito a caratterizzare come “Paese della Poesia” la cittadina rocchese. Una cerimonia solenne che ha visto la presenza sia di cittadini residenti che di cittadini originari di Rocca Imperiale che da anni vivono in altri paesi (Argentina, Svizzera, Germania, ecc.), ma che sentono sempre vivo e forte il richiamo della propria terra, degli affetti e dei ricordi di giovinezza più cari. Tra il pubblico anche il sindaco uscente Ferdinando Di Leo e altri ex e attuali amministratori. Il presidente Siepe ha aperto la cerimonia di premiazione consegnando una targa ricordo al sindaco Giuseppe Ranù. Questi, dopo il saluto istituzionale, ha ringraziato ed esternato, tra l’altro, che la targa ricevuta consegna all’amministrazione anche la responsabilità di fare meglio e di più. Afferma anche che il premio verrà istituzionalizzato dall’amministrazione comunale perché riconosce i meriti ai cittadini che hanno ben operato sia in Italia che nel mondo. E di cittadini rocchesi fuori ne abbiamo molti-continua Ranù- e noi tutti insieme dobbiamo operare affinchè i giovani possano evitare la cosiddetta valigia di cartone e rimanere sul territorio. Capisco il problema dell’emigrazione perché anch’io sono figlio di un emigrante. Restituire dignità ai disoccupati è e deve essere una priorità. Settimio Siepe, dopo l’intervento del Sindaco, ha tracciato un profilo del vincitore della 32° edizione: Dotato di talento letterario, del 1970, partito all’età di 19 anni da Rocca e ritornato come editore affermato. Ideatore del Concorso “il Federiciano”, elenca i numerosi riconoscimenti anche a livello europeo, ecc. e nel mentre il Siepe continuava ad elencare i numerosi meriti di Aletti, un applauso corale è partito dalla platea perché si era già capito che si trattava di un uomo di alto profilo e spessore culturale, Giuseppe Aletti da tutti conosciuto e apprezzato. Ha ringraziato subito tutti, Giuseppe Aletti, e nel ricordare il papà Carlo, scomparso, che non ha avuto la possibilità di assistere al percorso di vita culturale e di successo del figlio Giuseppe, dello zio Mimmo Acinapura che è stato uno dei fondatori di quest’evento, gli si è formato un nodo alla gola e si è emozionato, così come si sono emozionati i presenti nell’ascoltare quelle parole che toccavano in modo naturale il cuore di tutti i presenti. Ha ringraziato tutti per il sostegno e ha riconosciuto un ruolo fondamentale per la sua formazione alla moglie Valentina e al figlio Carletto. E mentre i lavori proseguivano si notava la sorella Caterina Aletti scattare foto per immortalare il momento e Aronne che riprendeva con un video l’evento. Conclude il vincitore dell’edizione 2014 che il premio è morale e invita tutti , proprio tutti, a fare meglio in cultura nell’interesse dell’intera comunità. Antonio Favoino, assessore al turismo, annuncia che è la sua prima uscita ufficiale e afferma di essere orgoglioso che il premio sia andato a Giuseppe Aletti perché ne possiede tutti i requisiti. Ha ringraziato ancora Don Vincenzo Santalucia per la sua disponibilità verso tutti. Annuncia che l’amministrazione aprirà tutte le chiesette nel centro storico, in questo periodo estivo, per favorire il turismo religioso. Don Vincenzo Santalucia nel ringraziare i presenti si augura di proseguire con un dialogo positivo che punta sulla Cultura con le amministrazioni e ne riconosce i presupposti. Ricorda ancora che la stele posta sul muro della canonica, scelto da Aletti e dal parroco, è stata riportata la poesia di San Francesco D’Assisi “Il cantico delle Creature” che è il testo poetico più antico delle letteratura italiana. Una chicca: sulla base inferiore della stele viene riportata l’immagine della Chiesa costruita nel 1200 e così il visitatore può fare il confronto con il restauro effettuato di recente. Il parroco si augura ancora che a momenti di aggregazione sociale possano inserirsi momenti di spiritualità, perché la fede è un dono di Dio. “Il tempo deve elevare le amicizie perché non siamo spugne che dimenticano”. La memoria è bella e dobbiamo continuare sempre insieme e uniti nel lavoro di costruzione, conclude don Vincenzo. Il sindaco Ranù nelle conclusioni afferma che: “Nella vita bisogna inseguire i sogni, così come ha fatto Giuseppe Aletti che oggi è una bandiera del nostro comune”. Alle 19,30 tutti gli intervenuti si sono spostati in chiesa per la Santa messa e a seguire la processione con la fiaccolata, preceduta dal complesso bandistico “Città di Canna”. A seguire i fuochi pirotecnici e il tradizionale incanto. Ancora musica con le chitarre del duo musicale “I fantastici del liscio” costituito da Di Leo (padre e figlio rocchesi). A chiusura serata l’estrazione dei biglietti vincenti della riffa e il via alla gara di ballo di resistenza “Aspettando la Rugiada”. Ad assicurare l’ordine pubblico i carabinieri, la polizia municipale, i volontari della misericordia e di altre associazioni.
Franco Lofrano