Trebisacce-14/01/2012:“Dio,i soldi e la coscienza”
Luigi Fabiano
di Ansel Grun e Jochen Zeit, (Edizioni Paoline)
Un testo semplice e dinamico nato dal confronto tra un monaco benedettino ed un top manager.
Cambiare i pensieri, pensare diversamente,prendere in considerazione l’altro modo di agire, le conseguenze delle nostre azioni. A volte abbiamo bisogno di cadere per capire che abbiamo sbagliato strada. Se i nostri discorsi avessero sempre successo, correremmo il rischio di cullarci sugli allori e continuare a trascurare aspetti che finora c’erano sfuggiti.
Imprenditori e manager ripetono spesso che la natura è la miglior medicina contro lo stress e l’esaurimento nervoso. Per questo nei ritiri d’affari, sono quasi sempre previsti momenti di isolamenti dalla società, per fornire una ricarica naturale e spirituale.
Quando si è in ritiro ,spesso vengono le idee migliori. Nel momento in cui ci si stacca dalla fissazione sul lavoro e i suoi problemi, il pensiero si allarga e affiorano nuove idee.
Capita spesso che preferiremmo poter nascondere le nostre debolezze o chiediamo a Dio di liberarcene in base al presupposto che, senza di esse renderemmo un servizio migliore sia all’Umanità che a Dio. Chi però impiega tutte le energie a nascondere i propri difetti,pretende troppo da se. Chi invece riesce ad accettarli ,trova in genere persone che lo aiutano a superarli. L’idea che qualcuno possa scoprili, li terrorizza. Quando poi commettono un errore, lo insabbiano e cercano di scaricare la colpa su qualcun altro.
Tale comportamento, comporta un enorme spreco di energie.
Giustizia è attribuire a ciascuno ciò che gli spetta.
Chi nasconde i propri errori o continua a trovare giustificazioni vive ‘“con freno a mano tirato”. Allora cosa fare ?Non abbiamo il dovere di saper fare tutto. Quale valore fondamentale dell’uomo va posta la Giustizia. In Platone questo termine indica soprattutto la Giustizia nei confronti di se stesso,il rapporto corretto con la propria essenza,attribuendo al proprio corpo, alla propria anima, al proprio spirito, il valore che a loro spetta.
Quando ci accorgiamo di qualche limite, dovremmo cercare un collaboratore che sia forte, laddove noi siamo deboli.
Il che non significa abdicare alle proprie funzioni.
La consapevolezza di non essere più in armonia con i processi organici ha dato vita a numerosi movimenti di opinione,quali i gruppi ecologisti. Molti di questi hanno fatto tesoro della antica sapienza dei nativi del Nord America.
La sostenibilità indica il tentativo di voler ristabilire l’armonia, fra l’uomo e l’ambiente circostante.
La felicità non consiste nell’avere di più ,bensì nell’imparare ad apprezzare ciò che si possiede già,con comportamento di gratitudine,non solo per i beni materiali, ma anche per i talenti che si sono ricevuti,per la salute di cui si gode,per i rapporti interpersonali che s’intrattengono.
Il benessere come indica il nome, è un essere,una condizione permanente, che è anche l’idea di stare in piedi, su un terreno solido.
Mi sento bene,mi sento sano,sono soddisfatto. Viceversa il successo è il risultato di un’ azione,il raggiungimento di uno scopo. Ma il successo può anche diventare fine a se stesso, per cui non si guarda con soddisfazione ai risultati raggiunti ,ma ci si sente spinti dalla necessità di avere successo sempre e in tutto.Ci sono persone che costruiscono la loro esistenza su questo parametro,si sentono vive solo quando hanno successo. Se si fallisce una sola volta,si crolla. Il vero benessere,il vero sentirsi bene,non derivano dai successi esteriori,ma dall’accordo interiore con se stessi.Dalla gioia che si prova per i valori che rendono la vita degna di essere vissuta. Secondo un consulente aziendale canadese, bisognerebbe trasformare le aziende in luoghi sacri.
Nel senso che Il luogo di lavoro dovrebbe essere un posto in cui il lavoratore riconosce i suoi stessi valori.Un luogo in cui non si lavora soltanto, ma ci si scambia riflessioni più ampie,si sviluppano idee. Si danno ali all’anima.
Dare la vita può apparire una richiesta eccessiva. Ma resta vero, che il compito di un leader, è quello di essere al servizio,mettendo in gioco la propria vita, spendendo le proprie energie, per coloro che gli sono affidati.
Chi davvero vuole essere un leader,deve avere a cuore i dipendenti e i collaboratori. Purtroppo s’incontrano continuamente persone tanto stanche e sfinite nei posti di lavoro, che tornano a casa con la schiena curva.
Il modo corretto di esercitare una leaderschip. Lo si constata la sera, quando i collaboratori tornano a casa con la schiena dritta.
Questo stile dirigenziale impronta di sé, non solo l’azienda, ma a lungo andare,anche la società in generale,poiché un lavoratore che torni soddisfatto a casa non avrà motivo di sfogarsi sui familiari. Anzi contribuirà a migliorare l’ambiente in cui vive.
Se si pensa soltanto a fare soldi a qualsiasi prezzo, è improbabile, che si agirà in maniera eticamente corretta,responsabile e non egoistica. E’ necessaria una forma di equilibrio,vale a dire,non negare ciò che e’spirituale, in nome di ciò che e’ materiale e viceversa. Ha molto più senso dare importanza a entrambi livelli,riconoscendo che si integrano a vicenda. Vittorie e gesti umanitari, non si escludono affatto a vicenda, anzi a volte solo i secondi consentono le prime.
Il successo nella vita sta nella capacità di rispettare se stessi e la propria storia,con i suoi giorni più felici con quelli meno felici.
Quando si disprezza gli altri, questo è un segno che,sotto tiro abbiamo paura di non valere nulla.
Chi è consapevole del proprio valore, non sente il bisogno di elevarsi al di sopra di nessuno.
Vivere in modo consapevole significa acquistare consapevolezza dei propri lati oscuri. Spesso le persone spendono quantità enormi di energia psichica, per ricacciare nell’ombra ciò che non vogliono ammettere di sè.
I valori sono ciò che tengono alta la dignità umana: i valori esistono solo se incarnati,ossia coincidono con la persona che li vive. Viceversa il valore del denaro è qualcosa di misurabile,il denaro è ritenuto un valore, ma non lo è. In effetti è un valore negativo.
Molte persone oggi soffrono una vera malattia delle loro pretese abnormi, nei confronti di se stesse. Avere sempre successo, essere sempre perfette,sempre al top,sempre alla moda,vedere sempre tutto in positivo. Secondo vari psicologi,il crescente fenomeno della depressione rappresenta un grido di allarme dell’anima, contro queste pretese assurde. Chi lavora seguendo i propri ritmi,accresce la propria capacità lavorativa. Lo si vede bene,ad esempio,nella natura,con i propri cicli regolari.
Un metodo importante per scoprire il proprio ritmo interiore è il rito. I riti fanno percepire come a vivere, sia lo io stesso, invece di essere vissuto all’esterno. Essi creano un tempo sacro,un tempo che gli appartiene e che nessuno può sottrargli.