Albidona- 28/11/2014 – Disoccupazione giovanile: troppo istruiti o troppo “bamboccioni”?

Albidona, 28/11/2014 – Disoccupazione giovanile: troppo istruiti o troppo “bamboccioni”?

Avremmo un futuro in un Paese senza futuro?

In Italia lo sviluppo della società porta l’uomo, ma soprattutto un giovane,  ad essere sempre più materiale e meno sognatore. Il vero motivo di questo comportamento è basato sulla crisi economica del nostro Paese e sulla disoccupazione giovanile. Un giovane su tre è senza lavoro, in base a questi dati come può un uomo essere sognatore?                                                                                                                                                  Se la disoccupazione continuerà a prendere piede sul nostro territorio si ritornerà ai tempi di una volta, quando una persona doveva emigrare all’Estero per cercare occupazione e  per mantenere la propria  famiglia. Infatti, abitando in una comunità come Albidona, un piccolo paese della Calabria in provincia di Cosenza, precisamente nell’Alto Jonio Cosentino,la disoccupazione giovanile è molto elevata nonostante l’alto tasso di laureati. Le opinioni sulla  disoccupazione giovanile sono diverse, ma due riempiono da diversi anni i titoli dei giornali. Alcuni pensano che uno dei motivi sia la troppa istruzione, cioè i giovani non vogliono svolgere i lavori umili e pretendono troppo; altri, invece, vengono definiti “bamboccioni”, cioè che non si rendono indipendenti e preferiscono  essere serviti dai genitori. Per quanto mi riguarda, un’ altra causa potrebbe collegarsi       all’ avanzamento della tecnologia, cioè i lavori manuali vengono sostituiti da quelli tecnologici, e automaticamente i posti di lavoro diminuiscono.  Le imprese che in passato hanno contribuito alla crescita economica del Paese oggi sono in declino. C’è poca disponibilità ad assumere e i contratti sono a tempo determinato e irregolari. Quello che conta oggi per i datori di lavoro è “l’etica del lavoro”, cioè impegno, iniziativa, senso di responsabilità, capacita di comunicare, di risolvere problemi e di lavorare in team. Purtroppo molti posti nelle aziende restano vacanti o vengono affidati a persone con esperienza,  perché  i giovani queste competenze spesso non le hanno. E così le aziende preferiscono “l’usato sicuro”, il lavoratore maturo che almeno ha imparato come si lavora in una azienda, invece di darci almeno una possibilità. Esiste un sottile collegamento tra scuola e lavoro, ma in Italia il nostro sistema scolastico  non ci da la possibilità di far parte del lavoro perché passiamo  tutto il nostro  tempo sui libri invece di fare pratica. Una volta ottenuto il posto di lavoro, i ragazzi lo usano per sopravvivere e non per esprimere le proprie potenzialità. Magari quel posto lo avrebbe desiderato un’altra persona e lo avrebbe svolto più volentieri e con passione ,invece, ritroviamo persone insoddisfatte del loro lavoro e che lo svolgono male.                                                                                                                                                        Spesso, in una piccola realtà come Albidona un ragazzo che frequenta l’università dopo la laurea si ritrova a lavorare in un call center, in un ristorante come cameriere o molto peggio a lavorare nei campi. E’ una vera e propria umiliazione fare tanti sacrifici per studiare, ottenere una laurea, e poi per farne cosa? Per finire a fare dei lavori che non avremmo mai immaginato di fare, invece di realizzare il nostro sogno?              L’Italia è un paese di corrotti e raccomandati, vanno avanti solo “i figli di papà” e chi ha conoscenze importanti. Davanti a ciò noi giovani diventeremo sempre più materiali, ci arrenderemo al primo ostacolo e ci allontaneremo sempre più dai nostri progetti in un Paese che sicuramente un futuro non avrà.

 

I.T.S “G. Filangieri”

Maria Carmela Lizzano

III A    A.F.M