Trebisacce-14/01/2015:Il mistero della morte – Omaggio alla Sig.ra Raffaella Aurelio Lofrano ( di Pino Cozzo)

 

Aurelio Raffaella in Lofrano
Aurelio Raffaella in Lofrano

Il mistero della morte – Omaggio alla Sig.ra Raffaella Aurelio Lofrano

di Pino Cozzo

 

Sin dalla nascita dell’uomo, la morte viene considerata un qualcosa da trattare con rispetto e timore. La si ricerca come punto terminale di un’esistenza fatta di vuoto e aridità, e la si teme, come un qualcosa che possa porre fine ad una vita, che, anche se non vissuta con impegno e serietà, ha sempre radici terrene difficili da estirpare. Ma ha un senso la morte? O meglio, ha un senso la morte di un essere umano? Spesso, quasi sempre, ci si preoccupa più dell’esistenza e della sofferenza che precede la morte, che non il momento finale del trapasso, ma la caducità, la temporaneità ci appartiene sin dalla nascita: si nasce per morire e si muore per dare la vita. E’ un’ancestrale condizione che risale alla storica umanità peccatrice, quando il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte. Anche Gesù ha assunto la condizione umana, ha provato angoscia e dolore, ha emanato forti grida e lacrime, ma si è sempre abbandonato alla volontà del Padre. Ha fatto della sua morte un atto di donazione e di immolazione, pieno di significato. Accettando liberamente la morte, per attuare il progetto salvifico del Padre, Gesù Cristo ne ha fatto un atto supremo di amore per Lui e per i fratelli, ed ai credenti dà la possibilità di condividere con fiducia la sua totale ed incondizionata dedizione. Chi crede nel figlio di Dio, già da subito, possiede la vita eterna, e, nell’ultimo giorno, riceverà la salvezza completa con la risurrezione. Tutta la Chiesa e i suoi aderenti vivono con questa gioiosa certezza, ed Essa, nel corso dei secoli, con l’invocazione dei santi e il suffragio per i defunti, ha mostrato di credere che i morti vivono ancora, e che la vita non è tolta, ma trasformata. Dopo la morte, sopravvive un Io personale, fatto di coscienza e volontà; se si vuole, la si può chiamare “anima”, ed ogni soggetto percorre una via di compartecipazione alla vita del Signore risorto, e la sua risurrezione comincia già sulla terra con l’esistenza di fede e di carità, poiché la vita senza le opere è nulla. Ognuno di noi, dopo la vita terrena, trova un’esistenza ancora più alta, donando la sua definitiva adesione a Dio, e senza il pericolo di perderlo. Il giudizio di Dio opera già adesso, nella vita terrena, per promuovere il bene e liberare dal male, ma si muove verso un momento supremo. La vita dei defunti è felice per i giusti e un po’ più triste per i malvagi. E’ vero, è un concetto difficile da assimilare, ma ognuno dovrà comparire davanti al tribunale supremo di Dio per rendere conto del proprio operato. Solo nella comunione con Cristo, la vita è autentica, è Lui il metro per misurare ciò che vale e quello che non vale. La vita terrena è breve e preziosa e ci è concessa per maturare in noi la scelta di Dio, definitiva e irreversibile.

Se il corpo di ciascun individuo e l’anima di ciascuna persona sono il tempio di Dio, la Sig.ra Raffaella Aurelio Lofrano, madre degli amici Franco e Sandro, è stata senz’altro il Tempio dello Spirito Santo, che si è insinuato ed è cresciuto in lei, con la forza della volontà e dell’impegno evangelico. E’ stata una donna che ha cercato quotidianamente l’incontro immediato con Dio, ad ogni costo, per completare quella totale comunione con il Signore e i fratelli, in un’armoniosa integrazione, verso l’eccelsa meta cui gli uomini aspirano. E’ stata fedele compagna del marito, amorevole mamma, affettuosa nonna, gentile con i familiari e con tutte le persone che l’hanno conosciuta e amata. Ha dedicato tutta sé stessa al lavoro e alla famiglia, nella certezza che ogni gesto fatto con amore e passione potesse gettare il seme del bene e portasse molti frutti positivi. Ha sofferto nel corpo e ha combattuto una strenua lotta contro il dolore, nella convinzione che comunque potesse essere una via obbligata per poter essere ancora vicino ai suoi che tanto l’hanno amata ed aiutata, ed ha sempre accettato tutto ciò con una religiosa gioia e rassegnazione, affidando ogni pena al Signore. Ci ha lasciato con la signorilità che l’ha sempre contraddistinta, in silenzio e senza allarmismi o proclami, ed ha voluto che nulla intaccasse la sua semplicità e la sua dignità. Se il bene è ciò che è buono in sé, che è positivo nella sua realizzazione, che è perfetto nel suo valore morale, è oggetto di desiderio di coloro che lo perseguono, ed è quindi oggetto quotidiano di desiderio, per la Sig.ra Raffaella è stato causa e fine di ogni sua azione in ogni giorno della sua vita. C’è un sentiero che conduce verso la gloria celeste nei cieli, e noi siamo certi che lei lo percorrerà nella sua interezza per godere della visione di quel Signore che lei ha tanto amato.

Ringraziamo Iddio per averci concesso il privilegio di avercela fatta conoscere, di averla amata e di averla fatta vivere in mezzo a noi per il tempo che Lui ha stabilito. Ora la affidiamo alla Sua immensa misericordia e bontà, con la certezza che le riserverà un posto tra gli eletti al Suo cospetto, e che godrà del Suo volto celeste per i secoli in eterno.