Castrovillari-12/02/2015:ADULTERIO COME VIOLAZIONE DELLA POTESTA’ CONIUGALE. CONDIZIONE GIURIDICA DELLA DONNA DAI TEMPI DEI ROMANI AI TEMPI MODERNI.

022031024027

 

 

ADULTERIO COME VIOLAZIONE DELLA POTESTA’ CONIUGALE. CONDIZIONE GIURIDICA DELLA DONNA DAI TEMPI DEI ROMANI AI TEMPI MODERNI.

 

A Castrovillari, nel salone del maestoso Protoconvento Francescano, si è tenuto un importante convegno avente come tema:”Le basi romantiche dell’adulterio nella disciplina moderna e contemporanea dell’istituto. Il caso di Carini tra il diritto comune e la tradizione popolare dei cantastorie”. L’interessante e intrigante evento culturale è stato organizzato  dal Comune di Castrovillari, dalla Camera civile di Castrovillari, dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati, in collaborazione con l’Associazione culturale Mystica Calabria. Agli avvocati partecipanti sono valsi anche 6 crediti formativi. I saluti istituzionali non sono potuti arrivare  dal Commissario straordinario del Comune di Castrovillari, dr.Massimo Mariani , perché assente, ma sono arrivati da parte del presidente dell’ordine degli avvocati, avv. Roberto Laghi, che ha tessuto elogi nei confronti  degli organizzatori e dei componenti il tavolo dei relatori: Prof. Avv. Giovanni Brandi Cordasco Salmena di S. Quirico, docente di diritto Romano ellenistico, facoltà di giurisprudenza di Urbino CarloBo; Prof. Leonardo Ilario docente di storia delle tradizioni popolari Unical e Università di Bari; avv. Antonella Gialdino, presidente della Camera Civile degli avv. di Castrovillari e avv.Giovanni Zagarese, già  presidente della Camera Penale di Rossano. “L’avv. Brandi- ha rimarcato il presidente Laghi- è un intellettuale di primordine che ha prodotto sul piano scientifico non solo studi romanistici, quanto è una mente aperta alla valorizzazione della storia del nostro territorio. Un avvocato che onora il foro di Castrovillari”. “Un saluto al prof. Alario, docente di storia delle tradizioni popolari Unical e università di Bari, espressione lucida dell’intellettualità calabrese”. “L’avvocato Giovanni  Zagarese rappresenta la continuità delle grandi tradizioni penalistiche  del foro di Rossano che è confluito nel foro di Castrovillari e che arricchisce, appunto, questo foro come importante protagonista della vita giuridica calabrese”. Si è soffermato brevemente sul tema della serata con queste considerazioni.  “Io penso che il discorso sul femminicidio, sul delitto di famiglia, sulla morale sessuale, sia un tema che segue il registro del mutamento del costume sociale, vale a dire, il diritto registra la diversa sensibilizzazione sociale rispetto ad alcuni fatti che a volte vengono ritenuti gravemente delittuosi, altre volte addirittura di irrilevanza penalistica e il legislatore non può fare altro che registrare la sensibilità sociale”. Al prof. Brandi è toccato il compito di spiegare la complessa tematica dell’adulterio partendo dalle basi romanistiche sino alla disciplina moderna e contemporanea, ponendo come riferimento il caso Carini,   paese a trenta chilometri da Palermo, dove il 4 dicembre 1563 la baronessa Laura Lanza – secondo la ricostruzione ufficiale – venne trovata a letto con l’amante Ludovico Vernagallo e assassinata dal padre Cesare nella stanza del castello che ancora domina l’abitato. Un delitto d’onore (reso celebre nel 1975 da uno sceneggiato della Rai), confessato dall’assassino in una lettera al re di Spagna conservata nella chiesa madre del paese. “Nel 2010-esordisce il prof. Brandi- l’Università di Avignone mi ha proposto di introdurre il tema dell’adulterio nell’ambito di un lavoro di ricerca di norme, di convivenza, leggi e regolamenti di diritto romano. Ho accettato favorevolmente questa proposta traendo da essa esperienza e risultati che hanno costituito uno dei momenti più sentiti del mio studio, con due pubblicazioni di rilievo. Una è riferita al tema di questa sera ovvero l’applicazione romanistica  dei principi in materia di adulterio alla disciplina moderna e contemporanea dell’Istituto, sino all’epoca recentissima quando nel 1981 (per nostra fortuna ndr) è stato abolito l’omicidio per causa d’onore”. “Il termine adulterio indica la violazione della potestà coniugale, il rapporto sessuale con la persona sposata che si consuma al di fuori del matrimonio ed era considerato reato solo se commesso dalla donna. Il padre della donna adultera aveva il diritto di uccidere immediatamente la figlia e l’adultero, solo se colti in flagrante nella propria casa o in quella del genero tradito, mentre il marito aveva il diritto di uccidere l’amante solo in determinate circostanze, come ad esempio la sua appartenenza ad un basso rango sociale. E ancora, in altre circostanze, il marito, per uccidere impunemente l’adultero, doveva ripudiare la donna e notificare entro tre giorni al magistrato l’uccisione dell’adultero. In Sicilia, dopo l’anno mille, si permetteva al marito di uccidere la moglie e l’amante sospesi in flagrante, ma ciò non era più lecito se era passato del tempo e poteva solamente tagliare il naso dell’amante”.Sono seguite tante elencazioni di articoli di legge e di tecnicismi giuridici abilmente illustrati dal prof. Brandi e apprezzati dalla qualificata platea. Fra un intervento e l’altro, brani di musica popolare sono stati cantati da una ragazza,Veronica, che, con  voce struggente, accompagnata dagli strumenti musicali dell’avvocato Filardi, ha estasiati i presenti. E’ seguito l’intervento del prof. Alario che ha ricordato i tempi lontani quando, cantastorie, di piazza in piazza di città e paesi dell’Italia, cantavano storie di omicidi passionali, tra cui il caso Carini. “Il canto-ha spiegato il prof. Alario- era strutturato in due nuclei principali: il compianto per la morte della baronessa e l’incontro drammatico e serrato tra padre e figlia e l’uccisione della figlia. In verità, sul piano storico, non sappiamo come realmente si siano svolti i fatti, sino a quando non siano trovati alcuni sparuti documenti. E, molto spesso, i documenti scritti son sempre affermino la verità perché gestiti dal “potere” che li fa scrivere come vuole e non come si siano realmente svolti i fatti. La tradizione popolare, a volte ambigua, da una parte condanna l’atto del padre che ha soppresso una giovane ragazza, dall’altra parte dice che ha fatto bene perché voleva mettere in discussione il potere economico del padre. L’unico documento vero è quello del registro di morte che si trova nella parrocchia di Carini”. L’avv. Antonella Gialdini, presidente della Camera Civile degli avvocati, ha estrinsecato il Caso Carini con considerazioni legati al passato e all’attualità: “Il caso Carini offre oggi spunti sul matrimonio, sull’adulterio e, quindi, sul diritto di famiglia. Certo, dalla Lex Iulia de adulteriis di passi avanti ne sono stati fatti. Vediamo che oggi il diritto di famiglia si è aggiornato  e rispecchia i tempi moderni e di volta in volta i tempi a cui si riferisce. La lex Iulia trattava l’adulterio come crimen perseguibile su iniziativa di qualunque cittadino e a qualsiasi rapporto sessuale che avvenisse al di fuori del matrimonio, a meno che non si trattasse di prostitute”. La conclusione è toccata all’avvocato Giovanni Zagarese, presidente della Camera Penale di Rossano, che ha trattato la rilevanza penale della causa d’onore, retriva e umiliante per le donne che ne erano le prime vittime. Molto apprezzato il suo intervento. La manifestazione è terminata con un rinfresco.

ALESSANDRO ALFANO