Torre di Albidona- 22/02/2015: La realtà delle piante Alimurgiche
Torre di Albidona: 22/02/2015
La realtà delle piante Alimurgiche
Ha la vastità di una foresta inesplorata, piena di piante commestibili, il mondo di informazioni che è emerso dal convegno che si è tenuto giovedi 19 febbraio nella suggestiva cornice della Biblioteca Torre di Albidona fondata da Rinaldo Chidichimo. L’evento, organizzato dal centro culturale rappresentato dalla biblioteca, in collaborazione con il Club Unesco Trebisacce e l’Associazione Vacanzieri insieme attraverso l’Italia e… , presieduta da Vincenzo Arvia, ha visto un competente e preparato parterre di ospiti, analizzare sotto tutti gli aspetti, da quello scientifico a quello culturale, da quello gastronomico a quello medico, la sfaccettata realtà delle piante Alimurgiche, cioè le erbe e le piante commestibili che crescono spontanee in Calabria.
Dopo un saluto della padrona di casa, Rita Tagliati, che ha sottolineato come la finalità della Biblioteca sia proprio la condivisione della conoscenza, il convegno, moderato dal giornalista Franco Maurella, ha visto porre l’accento sul valore storico di questo particolare tipo di piante, grazie alla testimonianza del vicepresidente dell’Unitre Antonio Granata. Protagoniste della cucina più povera, ma non per questo meno saporita, hanno per decenni rappresentato una componente importante dell’alimentazione, soprattutto contadina, per poi andare progressivamente a sparire dalla maggior parte delle nostre tavole pur essendo parte integrante della famosa dieta mediterranea. Partendo dalla storia della Fitoalimurgia, cioè la scienza che studia le piante alimurgiche, Liliana Bernando, docente e ricercatrice presso l’UNICAL, ha edotto tutti gli astanti sugli usi di questi prodotti della natura e sul rischio, concreto e coevo ai nostri tempi, dell’estinzione di queste piante, per le quali, in alcuni casi, si è ricorso addirittura alla creazione di alcune Banche del Germoplasma. Temi come la conservazione delle conoscenze tradizionali, la valorizzazione delle risorse locali, la possibilità di ricorrere alla così detta filiera corta, il basso impatto ambientale, la conservazione della biodiversità e il recupero delle tradizioni alimentari legate alla cultura contadina italiana, sono solo alcuni dei punti che sono emerse dalla trattazione. L’utilizzo nella medicina delle piante alimurgiche è invece stato oggetto dell’intervento di Filomena Conforti, ricercatrice presso facoltà di Farmacologia dell’Unical. Dall’esposizione degli studi effettuati, è emerso come, le qualità proprie di queste piante, che vantano componenti nutritivi e antiossidanti di alto livello, idonei a prevenire e curare molte malattie, anche attraverso la presenza di sostanze polifenoli capaci di bloccare i radicali liberi, siano oggi al centro di importanti ricerche. A conclusione del convegno, il professore Piero De Vita dell’I.P.S.I.A. Aletti di Trebisacce, Franco Durso, Direttore Tecnico GAL Alto Jonio e Brunella Stancato, presidente FederAnziani Calabria, hanno sottolineato come, nei contesti che gli appartengono, l’attenzione verso questo tipo di spontanei tesori, sia altissima, rappresentando senza ombra di dubbio essi una ricchezza da riscoprire.
Andrea Mazzotta