Trebisacce-12/05/2015: A rischio di chiusura il Corso Sociosanitario dell’ IPSIA TREBISACCE.“
Se si volesse fare un richiamo alla mitologia per tracciare la sostanza dell’Alto Jonio, si potrebbe definire questa terra come cenere di fenice, l’animale fantastico che rinasce ogni volta dai resti prodotti delle fiamme che l’hanno vista ardere. E’ proprio un desiderio di rinascita, indispensabile più che necessaria, il sentimento che pervade il territorio dell’arco jonico. Tale ritorno alla speranza di crescita, che qualifichi questa terra non più come un luogo da cui partire verso altre più fortunate mete, ha tra i suoi dogmi il rispetto e la tutela di Trebisacce, intenso come baricentro degli interessi di una serie di comuni limitrofi. Tale ruolo di centralità derivava, tra l’altro, da due elementi: l’ospedale Chidichimo e la rete di istituti scolastici del territorio. La prima delle due colonne portanti, è stata sottratta alle collettività da qualche anno. Sul fronte del diritto allo studio, invece, la dinamica attività e la freschezza di intenti quanto di risultati dei diversi istituti scolastici locali sembrava attribuire natura granitica alla valenza sul territorio di questo fiore all’occhiello. Pere tuttavia che qualcosa sia destinato a cambiare anche su questo fronte. Ne è testimonianza il comunicato stampa emesso dal Coordinamento dei Genitori degli studenti iscritti e neoiscritti al Corso dei Servizi Sociosanitari dell’Istituto Aletti di Trebisacce, che si dichiarano particolarmente preoccupati per la “proposta dell’Ufficio Scolastico Provinciale di mancata formazione della classe prima del Corso Sociosanitario dell’ IPSIA TREBISACCE.“
“Il Corso Sociosanitario dell’IIS- IPSIA TREBISACCE, – si legge nel comunicato – nonostante le difficoltà dovute alla prematura scomparsa della Dirigente Silvana Palopoli , che tale corso ha ideato, in questi tre anni di vita si è connotato come corso “di qualità”, tanto da crescere e radicarsi nel tessuto socio-economico della città.
Nel 2013/2104 , il corso ha conseguito il più alto punteggio nelle prove Invalsi mai conseguito dalle Classi dell’Istituto Aletti e probabilmente di tutte le scuole di Trebisacce: se il risultato di una prova Invalsi non serve a salvare un Corso proprio nell’anno in cui conta un consistente numero di iscritti, a che cosa servono le prove Invalsi?”. Molti, non elencabili, i riconoscimenti e meriti conseguiti dagli studenti del corso, i quali a detta dei genitori “si sentono valorizzati e molti di essi sono stati recuperati dalla dispersione. Tali affermazioni non sono frutto di una facile retorica ma di un confronto scientifico e documentato con altre esperienza dello stesso Istituto e di altri”. In un momento in cui le speranze del territorio legate alla sanità si sono riaccese in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato in merito alla riapertura dell’Ospedale di Trebisacce, appare in controtendenza la scelta di chiudere un corso che, , andrebbe a formare fin dalla più tenera età proprio chi nell’ambito sanitario dovrebbe trovare il proprio sbocco lavorativo. Una scelta che lascia perplessi, ulteriormente penalizzante per gli abitanti dell’Alto Jonio cosentino, rispetto alla quale, attraverso questo comunicato stampa, i genitori hanno sostanzialmente levato un appello nei confronti del Provveditore agli studi, Luciano Greco, per una più attenta valutazione della situazione, focalizzata a trovare un soluzione che non mortifichi ancora una volta una realtà che si vede a più riprese privare delle proprie eccellenze.
Andrea Mazzotta