Basilicata-14/07/2015:Trivelle terra e mare : dopo la sfilate di cravatte le istituzioni non si girino i pollici
NOSCORIE TRISAIA
Trivelle terra e mare : dopo la sfilate di cravatte le istituzioni non si girino i pollici
Siamo sempre più convinti che per fermare le trivelle in mare bisogna necessariamente fermare quelle in terra. Se non si persegue un nuovo modello di sviluppo non solo la Basilicata è perduta ma l’intero meridione d’Italia. Meridione che è già energeticamente parlando indipendente e che da energia al Nord. Piccoli dettagli che definiscono in modo chiaro ed evidente una colonizzazione in atto permessa da un classe politica asservita agli interessi delle Lobby . Azioni politiche e amministrative subito ,non sfilate di cravatte . Se non si ha il coraggio di fare azioni concreti perchè stare nelle istituzioni ,meglio lasciare la fascia o l’incarico a cittadini più coraggiosi.
Trivelle in mare e in terra: ecco cosa dovrebbero fare Regione Basilicata, Comune di Policoro e Parlamentari Lucani
[di Med No Triv – No Scorie Trisaia] Basta con le sfilate di cravatte al sole, manifestando non si è capito contro chi (non solo un pezzo di ferro in mare), non è minimante citato nelle locandine il governo Renzi o Renzi. Ci sono grosse responsabilità del presidente Pittella e dei suoi predecessori in tutta questa storia delle estrazioni petrolifere e di colonizzazione delle società petrolifere prima in terra lucana e ora nel mar Jonio, servono atti concreti se si vuole veramente salvare il mare e gli ultimi pezzi di territorio rimasti.
E dal 2008 che sulla fascia jonica si manifesta contro le trivelle in terra e mare, e fino ad oggi se non ci fossero state le azioni di contrasto di cittadini, movimenti e qualche comune le trivelle le avrebbero piantate da parecchio.
Non servono passeggiate di facciata sul lungomare di Policoro e usciamo subito dall’utopia mare sì e terra no, non si può assolutamente salvare il mare se non inibisci le trivellazioni sulla terra. Diversamente le potrebbero fare in terra per trivellare il mare,vedi il caso della DR74AP alla foce del Crati.
Ma passiamo alle prime cose da fare (atti concreti), alcune delle quali erano già stati chiesti in passato a regione e comuni
Azioni legislative e procedimenti amministrativi immediati Regioni /Comuni/Parlamento
- Ricorso al Tar del Lazio contro la D79 della Enel Longanesi
A ruota seguiranno altre 14 istanze…quindi altri 14 ricorsi al TAR, definire un fondo comune ad avvocati validi e non di facciata…dovrebbero pagarlo di tasca propria gli amminitratori che potevano e non hanno fatto nulla per evitare questo scempio)
- Referendum art.35 del decreto Sviluppo dell’ex governo Monti (lo possono chiedere le Regioni senza la raccolta di firme) per fermare le istanze sotto le 12 miglia (Jonio D73 e D74 della Shell)
- il 5 luglio sono scaduti i termini per l’impugnazione del disciplinare dello Sblocca Italia e, a oggi, non sappiamo chi l’ha fatto e chi no delle tre regioni che sfileranno a Policoro il 15 luglio.
Azioni Amministrative Comune di Policoro e a ruota gli altri comuni .
- Applicazione del principio di precauzione con apposita ordinanza a tutela del territorio e della costa
- Richiesta IMU e creazione di una tassa comunale ad hoc per impianti pericolosi e potenzialmente inquinanti, per quanto riguarda pozzi petroliferi ,impianti di trattamento gas, stazioni di stoccaggio, reti etc. (parliamo solo di IMU sui terreni ?)
- Richiesta polizze fideiussorie per un minimo di 30 anni alle società petrolifere che operano nel comune di Policoro per i pozzi chiusi e attivi, anche a pozzo chiuso ci potrebbero essere danni agli ecosistemi (subsidenza, perdite, inquinamento etc.)
- Analisi e monitoraggio delle acque nel comune di Policoro, cosa che non è mai stata fatta intorno ai pozzi petroliferi e nel fiume Agri, non dimentichiamoci che siamo a valle del Pertusillo dove persiste un inquinamento e dove la regione non da ancora esauriente risposte.
- Blocco del transito di rifiuti petroliferi tossici ,pericolosi e radioattivi nel comune di Policoro.
A livello parlamentare
1)Proposta decreto legge per escludere il Golfo di Taranto da qualsiasi trivellazione in base al principio di precauzione cosi come accaduto per il Golfo di Venezia.
2)Il parlamento deve riaprire il caso nave dei veleni e attivarsi affinché i mari siano bonificati, altro che trivellati !.
Regione Basilicata
La Regione Basilicata deve smetterla di fare la farsa e di prendere in giro i cittadini sulle trivellazioni in mar Jonio, ne manifestare contro se stessa perché le porte alle lobby petrolifere le ha aperte lei, la Regione può tranquillamente applicare il principio di precauzione e bloccare gli iter procedurali delle nuove estrazioni, eviti di chiedere soldi che il governo gli nega (vedi ultima legge sul patto di stabilità regionale bocciata dalla corte) e la smetta con il piano di trivellazioni. A livello politico va rimesso tutto in gioco se si ha la capacità e la volontà, la questione petrolifera in Basilicata non è un caso di semplice amministrazione ma una questione che coinvolge la vita, il futuro .le economie e la dignità d’intere generazioni. Per cui chi non vuole fare azioni di contrasto concreto può lasciare la fascia e/o l’incarico ad altri cittadini più coraggiosi e tranquillamente andare via”. (-No Scorie Trisaia )