Italia-11/08/2015:A ROMA LO JUBILAEUM. IN CALABRIA INDETTO IL PIAGNISTAEUM
A ROMA LO JUBILAEUM. IN CALABRIA INDETTO IL PIAGNISTAEUM
Mentre Roma accorcia sempre di più le scadenze tra un Giubileo e l’altro (si era partiti da cinquant’anni, poi venticinque, ora quindici), anche se, vista la situazione della capitale non si capisce di cosa debbano giubilare, la Calabria, con maggiore coerenza, indice il Piagnistaeum.
Si è stabilita anche la cadenza dell’evento: giornaliera.
Mentre per i pellegrini romani è prevista l’indulgenza sui peccati sic et sempliciter, sul modello del Parlamento italiano nei confronti dei suoi onorevoli (sic), per quelli calabresi non solo non è prevista nessuna perdonanza, ma anzi tormenti e supplizi, propedeutici però allo sconto sugli anni di Purgatorio.
Le tribolazioni inizieranno già dal tentativo di raggiungere la regione. I più votati al sacrificio ed al pentimento imboccheranno penosamente la Salerno – Reggio Calabria.
Per quei pochi, laceri e stremati, che riusciranno a superare la prova ad ostacoli, giungendo carponi a destinazione, sono previste altre dure penitenze.
L’albergo dove pernottare ad esempio. Infatti l’afflusso di numerosi pellegrini profughi africani ha saturato la disponibilità di posti letto. Almeno di quelli a quattro o cinque stelle. Mentre c’è buona possibilità di dormire scomodamente nei due stalle (Imitazione di Cristo).
Le visite alle aree archeologiche saranno fonte inesauribile di ulteriori supplizi. Prima per trovarle, perché i cartelli indicatori sono sempre coperti da quelli delle varie pizzerie (ce n’è una ogni venti metri). Poi, una volta arrivati, si troverà chiuso (avviso: apertura il primo martedì dell’anno, dalle 6,30 di mattina alle 7,30 ma solo su prenotazione).
Aggirando il cancello (c’è solo quello perché il reticolato è stato già asportato per altri usi), si dovranno superare le vivaci rimostranze e resistenze opposte dagli scavatori clandestini, che non amano essere disturbati durante il saccheggio dei preziosi reperti.
Nell’area, sarà inutile girare a vuoto, non c’è nulla da vedere, ed infatti nulla è spiegato da chicchessia.
Nel chiosco abusivo, gestito dalla ‘Ndrangheta, i pellegrini potranno dissetarsi con bottigliette d’acqua di rubinetto (calda perché “ci dispiace ma oggi il frigo non funziona” e richiuse col tappo a vite come quelle industriali), acquisite al prezzo che segue la quotazione dello Champagne Dom Pérignon alla borsa di Londra.
Sono previste anche delle pause ricreative: i pellegrini potranno farsi due sane risate, o assistendo ad un comizio del sindaco di Cassano, o leggendo una delle esilaranti e sgrammaticate lettere di Oliverio. Mentre per le serate è previsto il suggestivo spettacolo dei boschi in fiamme.
Al ristorante, dove gli affamati erranti saranno accolti, giustamente, come dei rompicoglioni, si potrà scegliere tramaccarruni i casa, scilatelli o maccarruni a firrettu. Ė sempre la stessa corposa pasta di acqua e farina, più o meno scotta, che ammanniscono in tutte le trattorie “tipiche” della nazione.
Il conto varia, a seconda se l’oste è armato oppure no.
Finito il percorso del Piagnistaeum ogni pellegrino potrà stare sicuro che gli anni di Purgatorio gli sono stati condonati: tutti.
Renzi, maldestramente, ha detto che, appena istituito, già lo vuole abolire: ma che è matto? Poi che ci vengono a fare i pellegrini? #staiserenacalabria, il Piagnistaeum non te lo leverà nessuno.
Maurizio Silenzi Viselli