Rocca Imperiale-23/08/2015:Canto d’un poeta che se ne muore (A Orlando Bodlero)
Canto d’un poeta che se ne muore (A Orlando Bodlero)Regia di Mario Fedeli, Manuela Mosè, Daniele Fedeli
con Daniele Fedeli, Manuela Mosè Compagnia degli Innamorati Erranti In questa storia di Orlando Bodlero v’è l’innamorata vicenda d’un poeta che non vuol morire, si rifiuta. C’è un di più. Questa storia di Orlando Bodlero vuole essere nel suo svolgersi la storia di tutti i poeti, chisciotteschi per nascitura essi si oppongono alla forza di gravità risollevandosi comunque in piedi, vivificati dalla forza di attrazione celeste, ribelli alla forza opposta, quella che mette al tappeto e in questo simili all’albero, alla montagna, alla margherita di prato che si chiude come una molla sotto lo zoccolo o la suola e subito dopo il passaggio della zampa o del piede si ridesta magicamente tirata dal bacio del cielo. Ho cercato di spiare Bodlero in un immaginario al di là, di tra le piaghe della morte che non accetta, di tra le pieghe della sua poesia mossa dal suo duende, un folletto sregolato: Amor, o A-mors, che dir si voglia! anch’esso contrario alla morte, come conviene l’etimo stesso del suo nome [a-alpha privativo+mors-morte=senza morte], il demone che non si arresta in Bodlero e che non lo arresta diviene sovvertitore d’ogni norma, difforma la forma, concepisce lo scasso dell’ordine stabilito, fissato, “morto”, anima un disordine-bambino in perpetua variabilità o variazione continua e scatena una rivoluzione semplice poiché fatta d’una semplice potenzialità innamorata. Questo il segreto grazie al quale Bodlero e il suo Amor disinnescano ogni elemento di potere, di dominio, di padronanza e sfuggono alla “macchina infernale e permettono all’autore dell’atto (me stesso?) di sottrarre potenti, dominanti, padroni dalla scena. Ho ripensato poi assonnato e perciò sognante al mito d’Orfeo ed Euridice e al dramma di Romeo e Giulietta del pellegrino appassionato dell’amico bardo, e al di fuori dalla paura dell’errore, poiché gli errori degli uomini (suggeritore Joyce) sono portali di scoperta, mi son sentito sollecitato a tessere tutto e a tutto ribaltare. Risultato: una tragedia mancata. |