Rocca Imperiale- 25/08/2015: Amalia Aletti, 33 anni, perde la vita in terra d’Africa. La comunità rocchese è in lutto.
Rocca Imperiale: 25/08/2015
Amalia Aletti, 33 anni, perde la vita in terra d’Africa. La comunità rocchese è in lutto.
“Una tragedia ha colpito la famiglia Aletti!” non c’è tempo per i dettagli. Si rimane basiti, muti, interdetti. E’ la notizia della tragedia che sveglia di buonòra i cittadini della comunità rocchese il 24 agosto. Una data che avrebbe continuato a raccontare diversi eventi estivi, ma che invece è destinata a rimanere nella storia, a scrivere una triste pagina di storia nella vita rocchese. Amalia Aletti, nubile, di 33 anni, professionista affermata nel campo della moda a Milano, muore a causa di un incidente in Africa. Aveva trascorso qualche giorno di ferie, agli inizi del mese di Agosto, a casa dei suoi genitori, Vincenzo e Patrizia Ruggeri e con i due fratelli Silvio e Alberto e la sorella Maria Teresa. Mare, escursioni, distensione, amore e armonia hanno riempito le sue giornate rocchesi. I suoi occhi esprimevano quella felicità interiore di ritrovarsi in famiglia, il suo sorriso sempre cordiale attirava l’attenzione di tutti e diventava piacevole ascoltarla. La sua simpatia, la sua intelligenza e il suo dinamismo la rendevano speciale, così come tale era per la sua famiglia, zii, cugini e amici. La dipartita di Amalia è una grave perdita per tutti, una pugnalata al cuore per la sua famiglia che comprensibilmente non riesce ad accettare la realtà, a farsene una ragione, ad accettare questo crudele destino. Un destino che l’ha condotta a concludere la propria vita terrena in Africa, in Namibia. Amava tanto viaggiare, conoscere il mondo, crescere in cultura e conoscenza. Aveva programmato questo viaggio-avventura in Africa con il suo compagno e un’altra coppia di amici comuni. A bordo di una jeep le due coppie percorrevano il tragitto stabilito dal loro programma, ma durante il viaggio, per cause ignote, il gippone si capovolge e succede l’irreparabile per Amalia e restano feriti e sotto shock gli altri tre passeggeri. Si trovano in un posto isolato e lontano dal centro abitato e i soccorsi ritardano ad arrivare, si parla di circa tre ore. I tre amici si danno da fare, cercano di aiutare Amalia che versa in grave difficoltà. Arrivano finalmente i primi soccorsi che comprendono subito il pericolo di vita, Amalia è una paziente grave, molto grave. Dopo poco il suo cuore cessa di battere. E’ la tragedia. La famiglia viene avvertita, seppure a notte inoltrata. Il papà Vincenzo, polizia municipale, scoppia in lacrime e rimane attonito e la mamma di Amalia, Patrizia Ruggeri, rimane incredula: “aspetto la telefonata di mia figlia!”, esclama. Si rifiuta di accettare la funesta notizia. Passano le ore e il dolore profondo percorre il corpo e la mente dei genitori, dei fratelli, dei familiari, degli amici, di tutti. “Mi ha preso il cuore”, urla Patrizia. “Come farò senza di lei….”, “La voglio vedere per l’ultima volta”. E’ il grido di dolore di una mamma disperata. Inutile la vicinanza e le parole d’affetto dei parenti: i loro cuori sono stati trafitti pesantemente. Non ci sono parole, resta solo la forza del Signore e la fede per affrontare questo momento molto difficile della vita che mette a dura prova una famiglia. Intanto il corteo di visite è in continuo aumento in casa Aletti, nella marina, e ci si chiede dei tempi tecnici per il rientro della salma. Nessuno riesce ad essere preciso, di certo la burocrazia c’è e bisogna avere pazienza. In questi giorni si sta svolgendo il VII Festival della Poesia “Il Federiciano” di cui è fondatore l’editore Giuseppe Aletti, cugino diretto di Amalia, che appena venuto a conoscenza della triste notizia, corre voce, avrebbe voluto interrompere il prestigioso evento, ma lo zio Vincenzo lo ha fatto desistere da tale decisione: ”Amalia ha sempre creduto e sostenuto con orgoglio l’evento, sicuramente vorrebbe che tu continuassi con gli appuntamenti. Non deludere i tanti poeti intervenuti”. L’editore Aletti, seppure in sofferenza, ha ripreso il suo importante ruolo, ma il suo viso appare visibilmente provato e le sue azioni soffrono del condizionamento della tragedia che ha colpito la famiglia. Allo stesso modo i cugini che con Amalia hanno sempre condiviso tanti momenti di allegria, ora sono lì seduti su delle sedie in casa Aletti in silenzio ad aspettare la salma per l’ultimo saluto. Anche il primo cittadino, Giuseppe Ranù, si è già attivato, congiuntamente alla locale stazione dei Carabinieri, per contribuire a snellire i tempi di rientro della bara. E’ stata già interessata la Farnesina e il Ministro degli Esteri. L’intera comunità piange Amalia e si stringe al dolore che ha colpito la famiglia.
Franco Lofrano