Cento anni fa nel Mondo, in Europa, in Italia, a Rocca Imperiale
La Grande Guerra Parte 2^ : 1917-18
La guerra di trincea continua: Italiani e Austriaci si fronteggiano con alterne vicende
Cadono i nostri Donadio Francesco, ”soldato 32° Reggimento Fanteria dispers o il 30 Maggio 1917 in combattimento”; Pace Domenico Ippolito “… il 12 febbraio 1917 prese parte al fatto d’armi sul Monte Civarone e d’allora scomparve e non poté accertarsene la morte né risultò tra i prigionieri”; Il 24 maggio 1917, durante la 10^ battaglia dell’Isonzo, Montagna Filippo Vincenzo risulta “disperso sul Monte Cucco delle Alpi Giulie (riva sinistra dell’Isonzo) in combattimento”; Torchio Leonardo Nicola “ disperso il 12 settembre 1917 sul Carso in combattimento” (vedi quanto scrivemmo a questo proposito nel numero 0 di questo mensile); Candio Vincenzo “Soldato 44 battaglione …. morto il 22 settembre 1917 a Torino per malattia”; Vitale Domenico “Soldato 215 Reggimento Fanteria, morto il 4 dicembre 1917 in prigionia per ferite riportate in combattimento”
In aprile gli Stati Uniti entrano in guerra contro la Germania. In agosto anche il Siam e la Cina dichiarano guerra alla Germania.
In Inghilterra, dove la gente fa la fila per ritirare carbone per il riscaldamento, le scorte alimentari sono in esaurimento. La Russia e gli Imperi Centrali sono afflitti da carestia.
A Berlino migliaia di persone protestano per la riduzione della razione del pane.
In Francia scioperano anche le donne su cui la polizia spara facendo molte vittime.
A Torino la popolazione si solleva per la mancanza del pane, si verificano saccheggi e violenze; molte donne vengono processate e condannate fino a cinque anni di carcere.
Nel marzo 1917 anche in Russia centinaia di migliaia di persone manifestano per il razionamento del pane, la polizia non riesce a controllare la situazione; alcuni reggimenti si sono sollevati e passano a fianco degli insorti, insorgono pure i marinai: è la rivoluzione.
Lenin ritorna in Russia; si iniziano trattative di pace con i Tedeschi.
Appaiono sui giornali ricette che insegnano a preparare dolci senza zucchero e ad utilizzare gli avanzi.
C’è gente però che dalla guerra trae profitti e pensa a divertirsi. I locali alla moda si fanno pubblicità sui giornali; le signore eleganti calzano stivaletti di cuoio alla cavaliere, che ostentano accorciando le gonne. Un calzaturificio lancia lo slogan: Vide il piede e domandò la mano. Le nostre dive guadagnano dalle 4 alle 5 mila lire al mese.
A Rocca continua a scarseggiare il grano per la manodopera che è al fronte e il Sindaco Cosentino, per garantire la provvista di grano, ne ha acquistato con danaro proprio 355 quintali ed è disposto ad anticipare
Cartolina inviata dal fronte il 1917 senza indicazione della località di
provenienza: la censura vigila …
altro danaro “con debita garanzia”.
Il sig. Nicola Cappa, tesoriere del Comune, acquista dal vescovo Puja il castello di Rocca Imperiale.
Mentre le città insorgono, i nostri soldati al fronte sono stanchi, il loro morale è scosso e non credono più nella vittoria, vi sono ammutinamenti, diserzioni, delazione, la censura è attiva; Cadorna ordina punizioni esemplari e si moltiplicano le condanne alla
fucilazione. Non abbiamo notizie di soldati rocchesi coinvolti in episodi di disfattismo o di tradimento
Gli austriaci rafforzati da reparti tedeschi non più impegnati in Russia sferrano una grande offensiva contro gli Italiani sul fronte dell’Isonzo: dopo sei giorni di combattimento è la disfatta di Caporetto ( 24 ottobre 1917) con un bilancio tragico: oltre 40.000 tra morti e feriti, 280.000 prigionieri, 350.000 sbandati o disertori.
Cadorna giustifica con il disfattismo i suoi insuccessi militari: gli viene tolto il comando e affidato al generale Armando Diaz
Gli Italiani ripiegano: la ritirata si ferma sul Piave e sul Grappa.
L’anno successivo, 1918, i tedeschi sferrano controffensive contro la Francia, mentre gli Italiani in giugno contrattaccano gli Austriaci sul Piave. Altri nostri rocchesi vi perdono la vita: Attadia Domenico “ Soldato del 243° Reggimento Fanteria morto il 30 ottobre a Noventa di Piave per ferite riportate in combattimento”; Conforti Antonio del 146 reggimento fanteria I° reparto
zappatori, ”muore l’8 febbraio 1918 in località fiume Piave in seguito di scoppio di bomba nemica, sepolto nelle vicinanze del Piave”; Donadio Carmine Antonio (fratello di Francesco caduto l’anno prima) “soldato del 239° reggimento fanteria muore il 15 giugno 1918 sul monte Asolone del massiccio del Grappa per ferite riportate in combattimento”; Rago Giuseppe, soldato del 133° Fanteria fu fatto prigioniero e morì il “ 17 ottobre 1918 a Csòf-Pàpa (Ungheria)”; Vitale Nicola (fratello di Domenico caduto l’anno
prima), soldato del 145° reggimento artiglieria, 49^ compagnia “morto per ferite in combattimento il 29 marzo 18 sul ponte rotabile di SS. Donà sul Piave e sepolto nel cimitero militare di Musile, Piave”; Pellegrino Umberto, un ragazzo del 1899, “soldato del 5° reggimento lancieri di Novara muore il 1° marzo 1918 in prigionia; Di Nuzzi Francesco “Soldato del 34° Reggimento Fanteria
Foto dal fronte di Viviani Francesco di Domenico, nato a Rocca Imperiale (in primo
Piano con il mandolino), un” ragazzo” del ’99, che ebbe la fortuna di ritornare tra i vivi.
scomparso l’11 maggio 1918 in seguito ad affondamento in mare” (probabilmente la nave affondata era il piroscafo VERONA diretto in Libia, silurato dal sottomarino tedesco U-38 ); Guido Leonardo Antonio, nato a Rotondella, ma residente a Rocca, “Soldato del 67° Reggimento Fanteria morto nel 1919 “per malattia contratta in servizio” (registro morti 1927); Di Leo Ernesto, “soldato 19° reggimento fanteria muore il 24 gennaio 1918 a Cosenza per malattia”; Rina Stefano, nato a Nova Siri, ma residente a Rocca Imperiale, dove nel 1910 aveva sposato M. Carmela Luisa Imperiale; Torchio Vincenzo, nato nel 1894 da Luigi e Maddalena Gianniti (risulta nella lapide del Comune, ma non nell’Albo d’Oro 1928 del Ministero della Guerra.
Ad ottobre è la battaglia di Vittorio Veneto: gli austriaci sono costretti ad arrendersi ed è la fine della sanguinosa guerra, dell’inutile strage. Il 3 novembre le truppe italiane entrano in Trieste e Trento, e nella villa Giusti, vicino Padova, si firma la pace tra Italia e Austria.
Il bilancio è pesantissimo. Questa tremenda guerra costò ai vinti e ai vincitori: poco più di 8.500.000 morti, circa 21.300.000 feriti e quasi 8.000.000 tra prigionieri e dispersi !
Il tributo di sangue della Calabria fu di 20.046 Caduti, di cui 24 Rocchesi (fonte: Ministero della Guerra, Albo d’Oro 1928, in biblioteca di Rocca Imperiale). Molti altri Rocchesi furono prigionieri e mutilati, tra cui Battafarano Domenico, “grande invalido”, morto a Rocca nel 1953, di anni 65; altri ancora, i più fortunati , tornarono incolumi al loro paesello, tra cui Domenico Torchio (1895-1975), medaglia d’argento al valor militare per essersi distinto sulle alture del Semmer il 20-21 agosto 1917, nell’11^ battaglia dell’Isonzo.
Nel 1918, come se non fosse bastata la guerra, un altro flagello, la spagnala, fa molte vittime. Il 4 gennaio del 1918 moriva (di spagnola ? – mia madre così ricordava) Vincenzo Viviani, che fu sindaco di Rocca Imperiale dal marzo 1900 all’agosto 1902 e da luglio 1910 all’agosto 1914.
Postilla
Ai 24 Caduti di cui sopra si deve aggiungere un altro rocchese, Manolio Cosimo, di cui non so spiegarmi la sua omissione tra i Caduti trascritti nella lapide all’epoca della costruzione del monumento il 1921, benché la comunicazione al Comune fosse già giunta il 13 settembre 1916. Tra l’ altro nella lapide vi sono altri errori rilevati già nel mio Rocca Imperiale nei secoli. Faccio anche io ammenda perché solo ora (febbraio 2016), scorrendo il libro dei morti del 1916 del Comune di Rocca Imperiale, trovo il nome di “Manolio Cosimo di Giuseppe e di Rizzo Teresa. nato a Rocca Imperiale il 31 dicembre 1891 “soldato 231° reggimento fanteria, morto il 16 agosto 1916, per ferita all’addome da fucile in combattimento, sepolto nel cimitero a sud dell’U di Mossa (Gorizia)”.
Pressappoco la stessa notizia vi è anche nell’Albo d’Oro del Ministero della Guerra, citato, alla pag. 371.
Pertanto i nostri Caduti furono 25.
All’attenzione del Sindaco Avv. Giuseppe Ranù.
Sarebbe opportuno che si provvedesse alla sostituzione delle lapidi esistenti per un debito di giustizia e di riconoscenza verso i Caduti, sia della prima che della seconda guerra, i cui nomi sono stati omessi o trascritti in modo errato, tenendo presente quanto scritto nel mio Rocca Imperiale nei secoli alle pagine 290 e 291 e aggiungendo ai 24 Caduti della prima guerra il nome di Manolio Cosimo.