Albidona-21/04/2016:ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE STRAORDINARIE BELLEZZE NATURALI: LE CASCATE, L’ARMO DI “MASTROMANO”, I RUDERI DEI VECCHI MULINI, LE FORNACI, LE FONTANE, LE MASSERIE, I SITI ARCHEOLOGICI, GLI ALBERI SECOLARI
ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE STRAORDINARIE BELLEZZE NATURALI: LE CASCATE, L’ARMO DI “MASTROMANO”, I RUDERI DEI VECCHI MULINI, LE FORNACI, LE FONTANE, LE MASSERIE, I SITI ARCHEOLOGICI, GLI ALBERI SECOLARI
Siamo ripartiti per gli abbandonati e selvaggi sentieri del territorio di Albidona, per rivisitare i siti archeologici di “Serra Palazzo”, “Piano Senise” e “Gioro”; i vecchi mulini ad acqua del “Saraceno” e degli “Alvani”; le fornaci, le sorgenti sommerse dai roveti, le vecchie masserie di “Maristella”, “Coppone” (autentica archeologia rurale); gli alberi ultrasecolari, “l’Armo di Mastromano”, la “Fontana fetente”, le Cascate dei canali “Massènzio”, “Franciardi” e “Canale del forno”.
Oggi, 20 aprile 2016 (Peppe, Pino e il giovane Michele siamo partiti verso contrada “Gioro”, abbiamo raggiunto la piccola sellata tra il sito archeologico della “Cappella di S.Giorgio” e il “timpone Strazzacappa” e ci siamo inoltrati nella fitta boscaglia di leccio che guarda verso Alessandria del Carretto e che ci porta al “Canale del forno”. Con accetta e cesoia abbiamo eliminato i rovi e i rami che hanno occluso nuovamente il sentiero, ma dopo mezz’ora abbiamo sentito lo scroscio dell’acqua che scorre lungo lo stretto “Canale del forno” e abbiamo rivisto la famosa Cascata “d’a Vucca’i summa” ! E’ ancora piena d’acqua limpida, che nasce sotto la “timpa” della “Garoccella”. Michele è rimasto incantato davanti a quello spettacolo di stupenda bellezza.
Silenzio assoluto in quel bosco, dove il contorto e lunghissimo fusto della vitalba e l’edera selvatica si prolungano da un albero all’altro e sembrano le fantastiche liane della Giungla. Sembra il regno di Tarzan, delle scimmie e dei grossi serpenti. Sulla creta del viottolo è visibile anche l’impronta del lupo.
Abbiamo visitato la diruta masseria di Vincenzo Arvia (zi’ Viciènzei Sciscìne), che viveva nella sua terra in mezzo al bosco; siamo risaliti a “Strazzacappa”, e poi, dopo “Gioro”, dove abbiamo consumato una piccola colazione, siamo passati per “Fontana della pietra” e abbiamo fatto un giretto nel centro storico di Albidona. Abbiamo fotografato “L’Armo Vicenziello” e altre porte, che sono chiuse per sempre. Gli stretti vicoli della vecchia contrada “Arena” sono tutti ornati dal variopinto boccaleone e violetta, che nascono spontanei nelle fessure dei muri a secco !
Siamo ripartiti dal rione Castello e siamo arrivati in contrada “Destra”. Passata la fiumara “Avena”, abbiamo imboccato il canale “Mercatante”, e dopo 15 minuti eravamo già sotto l’imponente “Armo di Mastromano” (conosciuto anche come Mastrromano), che resiste a picco sul ripido costone del corso d’acqua. Non volevamo disturbare il grosso nido che si intravede dai fitti rami del pino secolare; sono arrivati mamma Corvo e papà Corvo, sbattendo fortemente le lunghe ali e indirizzando sonore gracchiate: questi sono gli ultimi esemplari che hanno pure il diritto di vivere nei luoghi, ormai abbandonati, dell’antico lavoro contadino. Speravamo di avvistare anche qualche serpe cervone, il nero “saettone”e il ramarro del verde smeraldo. La campagna è quasi tutta abbandonata, ma i prati sono colorati dal verde dell’erba e dal rosso papavero.
Nei prossimi giorni, proseguiremo verso le grotte di “Piano Senise”, i vecchi mulini ad acqua del “Saraceno” e degli “Alvani”, le masserie di “Maristella” e “Coppone”, la “Fontana fetente”, le Cascate dei canali “Massènzio” e “Franciardi”, il flash di Albidona, “Serra del Manganile”, “Timpone foresta” (1100 m.) e verso i due maestosi lecci del “Filliroso”.
Avevamo chiesto a chi gestisce il pubblico denaro di ripristinare i sentieri del vecchi mulini e delle cascate. Si tratta di straordinarie bellezze naturali, storiche e turistiche che potrebbero servire al paese. Avevamo proposto anche al “Gruppo speleologico” di Alessandria di inserire nel loro settore “Grotte” anche le nostre Cascate; abbiamo fatto anche tre “Quaderni” sulle stesse. Li avevamo fatti recapitare a Francesco Bevilacqua e ad altri conoscitori del Pollino e dei nostri Beni naturali. Ora, facciamo un appello ai volontari e ai giovani, per aiutarci a pulire i sentieri e a preparare anche una segnaletica, almeno su pietra e su legno, per far conoscere questi siti, che non devono restare abbandonati. (Peppe Rizzo, Pino Genise e Michele Laino)