Rocca Imperiale-30/04/2016:Il primo dopoguerra (1919-1923) in Italia e a Rocca Imperiale
Il primo dopoguerra (1919-1923) in Italia e a Rocca Imperiale
L’Italia, stremata per lo sforzo sostenuto durante la lunga guerra, era in grave forte crisi politica, economica e sociale: offriva uno spettacolo di depressione e smarrimento.
Pur essendo una delle potenze uscite vincitrici dal conflitto, riuscì ad ottenere nei trattati di pace che seguirono negli anni 1919-1921 solo il Trentino, ma non la Dalmazia per l’opposizione di Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti. Si parlò di “vittoria mutilata”.
I soldati che fortunatamente erano scampati ai massacri della guerra ed erano tornati dal fronte cercavano un lavoro, una qualche occupazione nelle industrie o nelle campagne, ma le industrie, dopo l’enorme progresso e gli affari degli anni di guerra, chiudevano i battenti, i salari dei contadini erano bassi, i prezzi dei prodotti in commercio salivano continuamente e il danaro perdeva valore; il prezzo del pane nel 1920 passa da £. I,50 a £. 2,00 il chilogrammo. In questa situazione il paese era paralizzato da scioperi incontrollati: le ferrovie erano ferme, le stazioni occupate, i contadini disoccupati cercavano di occupare le terre della borghesia al potere.
Il vecchio partito liberale era in declino per la nascita del partito popolare di don Sturzo e il partito socialista, che però non riuscivano a governare, ostacolandosi a vicenda.
In questo clima di tensioni e la paura dell’occupazione delle fabbriche e di finire come in Russia, favorito dalla borghesia al potere e dai grandi proprietari terrieri, crebbe il movimento fascista sorto nel 1919 con i fasci di combattimento, le cui bande armate il 28 ottobre del 1922 entrarono in Roma senza l’opposizione dell’ Esercito e del Re, e inizia così la dittatura fascista che durerà oltre 20 anni.
La prima estate di pace, quella del 1919, nonostante tutto (scioperi, lutti, malattie – la spagnola, il terribile morbo che mieté molte vittime specialmente tra i bambini e le donne-), gli Italiani vogliono dimenticare e divertirsi. Signore e signorine scoperte le breccia indossano costumi da spiaggia che si arrestano appena sopra le ginocchia. Qualche commerciante avverte: i nostri costumi: “nell’acqua, bagnandosi, aderiranno al corpo” (da “l’Italia del XX secolo” di Smith). Ma le canzoni sono romantiche. Esordisce la bellissima tarantina Anna Pappacena (in arte Anna Fouget che pare non disdegnasse le attenzioni del quadrunviro Michele Bianchi) con A tazza e cafè e Vipera, mentre il torinese Gino Franzi nel 1922 cantava Addio tabarens e Spazzacamino.
Sono del 1921 i films I quattro cavalieri dell’Apocalisse e Lo Sceicco, protagonista è Rodolfo Pietro Filiberto Guglielmi, nato a Castellaneta (in arte Rodolfo Valentino).
Eleonora Duse ha grande successo con Donna del mare di Ibsen.
Nel 1921 iniziano le spedizioni punitive dei fascisti con provocazioni e aggressioni.
Il 2 agosto muore Enrico Caruso, si dice:”non ci sarà altro Caruso per due o tre secoli”.
Il 22 gennaio 1922 moriva Giacomo Delle Chiesa, papa dal 1914 con il nome di”Benedetto XV, che si era sempre strenuamente opposto alla guerra, all’”orrenda carneficina che disonora l’Europa” “il suicidio dell’Europa civile”, “il flagello dell’ira di Dio””, “la più fosca tragedia dell’odio umano”; gli succederà Ambrogio Damiano Achille Ratti con il nome di Pio XI.
A Rocca Imperiale si balla la tarantella e va affermandosi il fox trop, uomini con uomini e donne con donne.
Il bilancio comunale è in rosso soprattutto per le spese che si sostengono nella secolare lite con i Toscani e i Pitrelli per la tenuta Monte e il latifondo S. Elia.
Il 29 agosto 1919 il consigliere Domenico Pucci in Consiglio comunale fa un accorato appello di sospendere ogni attività del Consiglio fin quanto non interviene il Governo per il pareggio del bilancio, mette in rilievo che il paese fa tanti sacrifici di vite umane per guerre … … . Ma c’è poco da sperare, l’appello resta lettera morta perché il Governo era indebitato non meno dei Comuni … .
Sindaco era ancora il fascista Comm. Carmine Cosentino (rieletto nel 1920, sarà sindaco fino al 1926) per cui non vi furono scosse violenti, sommosse, scioperi particolari né episodi cruenti; le spedizioni punitive per gli avversari al movimento fascista consistono in dispetti, per riderci su, una delle vittime che si ricordi fu Giovanni Antonio Di Leo di Roccantonio che fu costretto a bere una buona dose di olio di ricino con effetto molto lassativo.
A Rocca si piangono i 25 Caduti e per ricordarli don Antonio Gallo si fa promotore per la costruzione
del monumento che fu realizzato per l’impegno, l’amore dei nostri connazionali di Philadelphia
(presidente Giovanni Torchio) che in breve tempo riunitisi in comitato raccolsero il danaro sufficiente. Tutto il resto ( dalla realizzazione concreta dell’opera alla perfetta organizzazione della cerimonia) è dovuto all’impegno amoroso, entusiastico e al lavoro instancabile di don Antonio Gallo. Fu inaugurato, primo della provincia di Cosenza, il 30 giugno 1921. Fino agli anni 80 del secolo scorso sorgeva nella piazza dove una volta vi era la Cappella dell’Immacolata.
Nella prima decade di novembre del 1920 una grande alluvione provocò lo straripamento dei torrenti Canna e San Nicola, le cui acque melmose invasero i terreni coltivati della Marina e i fabbricati siti nei pressi dello scalo ferroviario, mettendo in serio pericolo gli abitanti della zona: la famiglia di tal Fischietti Filippo rischiò seriamente di annegare.
Rocca Imperiale, per la sua posizione geografica ha sempre sofferto le distanze e la lontananza dai centri di poteri e la difficoltà di raggiungerli, perciò, creatasi nel 1923 la nuova pretura a Trebisacce, l’Amministrazione di Rocca fa voto affinché non faccia più parte della pretura di Oriolo, ma che sia aggregata a quella di Trebisacce.
Il sindaco riferisce al Consiglio che Taranto “si agita perché sente di essere costituita a capoluogo di Provincia” e perciò nell’aprile 1923 , in considerazione che Rocca come i Comuni limitrofi del Mandamento di Rotondella sono a pochissima distanza dalla linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria, il Consiglio all’unanimità fa voti presso che autorità superiori competenti perché il Comune venga aggregato alla provincia di Taranto. Ma questi voti non vengono accolti: gli interessi dei magnati prevalgono perché si resti nella provincia di Cosenza.
Il Comune cerca di risolvere gli annosi problemi del paese, primo tra tutti l’approvvigionamento idrico del paese, ma i tempi sono lunghi e si ricorre alla vecchia fontana di Gettomagro, si stanziano lire 500 per il rinnovo della tubatura.
Nel 1923 viene emanata la riforma della scuola, che reca il nome del Ministro Gentile, dal nome del filosofo che la elaborò, e per la scuola elementare quello di Giuseppe Lombardo Radice, direttore generale dell’istruzione elementare. La premessa ai programmi del 1923 è una delle pagine più alte uscite in documenti ufficiali.
Rocca Imperiale non ha edificio scolastico e le scuole funzionano in locali di fortuna: vedi quanto scriviamo in Rocca Imperiale nei secoli (pagg.275-280).
Insegnanti rocchesi degli anni ’20.^30: Cappa Emilia, Fasolo Humanitas, Cappa Angelina, Gallo sac: Antonio, Malvasi Antonio, Fiore Giuseppe, Viviani Mario.
Vincenzo Manfredi