Italia-09/06/2016:IL CARO LEADER: INDIGNATO E ABBANDONATO
IL CARO LEADER: INDIGNATO E ABBANDONATO
Ecco la cronaca della conferenza stampa sull’esito delle elezioni del nostro caro Leader.
«Voglio dire subito che non sono soddisfatto di come sono andate le elezioni. Esse sono state, con me, peggio che matrigne, direi suocerigne.
Ma come?! Questo è il ringraziamento dopo avere stanziato 500 milioni per le periferie degli 8.000 comuni italiani? Prendiamo un singolo comune a caso, con i 60.000 euro a disposizione con questa generosa elemosina potrà finalmente disporre delle risorse necessarie, che so, a dare una pulitina costante all’aiuola dei caduti della prima guerra mondiale. Città come Roma, Torino, Bologna, aspettavano da anni questa possibilità.
Questa è la gratitudine dopo gli sforzi fatti per mantenere l’Italia nei prestigiosi primi posti al mondo per debito pubblico e corruzione?
E che dire delle tasse? Chi altri prima era riuscito a spennare i cittadini ben bene aumentandole, ma facendo loro credere, per premurosa delicatezza, di averle ridotte?
Chi ha avuto la lurida fermezza di far restituire gli 80 euro a quelli troppo poveri per meritare d’intascarli?
Chi è stato tanto perversamente demenziale da ficcare i 100 euro del canone Rai nella bolletta della luce?
Chi, se non il sottoscritto, ha avuto lo sfrontato coraggio di presentarsi con una incredibile e boriosa faccia da schiaffi a tutte le riunioni del contesto internazionale?
Chi sarebbe riuscito a scucire all’Europa la possibilità di aumentare il debito pubblico, cambiandogli nome in “flessibilità”, per continuare a foraggiare quella macchina infernale delle cooperative di accoglienza migranti impegnate strenuamente ad ingrassare se stesse?
Chi altri sarebbe riuscito a tenere in alto il prestigio delle zombie banks e dei loro farabutti amministratori, gettando sul lastrico, e trasformando in zombi, anche i loro truffati sottoscrittori di obbligazioni?
Chi altri è mai riuscito ad aggregare una così nutrita serie di facce di bronzo disposte a presentarsi in tv, con opportuna arroganza e supponenza, per sostenere la grandezza del disastro in corso?
Non voglio vantare la riforma costituzionale perché il merito della schifezzuola va ripartito con quegli indagati in attesa di giudizio, se non già condannati, che hanno contribuito alla sua stesura.
Ora io, come il solito marito cornuto che per ultimo apprende la cosa, vedo solo ora, inesorabile, la mia ingiusta caduta nella polvere. La leggo nella mutata tracotanza dei miei protetti in patetica fuga o in meschini tradimenti.
Andrò in esilio a Sant’Elena (Boschi) dalla quale ancora vengo preso sul serio.».
Il festoso scoppiettare dei tappi di champagne in sala ha chiuso la riunione.
Maurizio Silenzi Viselli