Lungro-21/06/2016: L’Unitalsi al “Giubileo del malato”
TREBISACCE «Nell’Anno Giubilare della Misericordia non poteva mancare una giornata di attenzione e di preghiera dedicata ai nostri fratelli malati che, soprattutto nella nostra Regione, rappresentano i precari della salute. E’ per questo che abbiamo partecipato con gioia e con fede al “Giubileo del malato” organizzato dall’Unitalsi-Calabria e svoltosi domenica scorsa nell’accogliente comunità arberëshe di Lungro». Lo ha affermato il presidente della SottoSezione Unitalsi di Trebisacce dottor Leonardo Campana che, insieme all’assistente spirituale don Vincenzo Calvosa ed a tutti i suoi generosi collaboratori, ha partecipato al raduno regionale delle Associazioni Unitalsi della Calabria accompagnando e assistendo con la solita generosità i malati provenienti da Trebisacce e dai paesi dell’Alto Jonio». Ad accogliere ed a concelebrare in Cattedrale il rito dell’Eucarestia nel rito greco-bizantino, alla presenza dei malati provenienti da tutte le Sottosezioni Calabresi dell’Unitalsi dalla Locride alla Piana di Sibari, è stato l’Eparca di Lungro Mons. Donato Oliverio il quale, nel corso della sua omelia, ha raccomandato di utilizzare nei confronti dei fratelli ammalati la “terapia del sorriso”, ribadendo a tutti le raccomandazioni di Papa Francesco di non trascurare i malati ed i portatori di disabilità psico-fisiche che troppo spesso vengono marginalizzati e annoverati tra “lo scarto” della società dei consumi. L’evento, oltre a rappresentare la prima uscita ufficiale della Sottosezione Unitalsi di Lungro, ha segnato un importante momento di condivisione e di preghiera con la Chiesa Cattolica Italo-Albanese di rito orientale della storica Eparchia di Lungro che, come è noto, annovera circa trenta parrocchie diffuse su buona parte dell’Italia Meridionale. Dopo il solenne rito religioso tutti i malati sono stati accompagnati presso la struttura ricettiva “L’Oasi del Viale” per la pausa-pranzo che è stata seguita da piacevoli momenti di socializzazione e di svago prima di far ritorno nelle proprie sedi.
Pino La Rocca