Trebisacce-29/08/2016:I misteri del Regno di Dio (di Pino Cozzo)

Pino Cozzo
Pino Cozzo

I misteri del Regno di Dio

di Pino Cozzo

 

Sembra che ci siano quattro princìpi essenziali nel concetto di regno annunciato nella “lieta novella di Gesù “, necessari per comprendere e individuare il regno di Dio: la totale gratitudine: la buona novella che è sostanzialmente una proclamazione dei doni immeritati e gratuiti di Gesù verso di noi. Tutta la creazione e la rivelazione proclamano l’amore gratuito di Dio verso le Sue creature, una gratuità che affonda le radici nel mistero trinitario dell’infinita unicità delle tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo.  Tutto ciò che tocchiamo è un dono, è radicato nel mistero della gratuità, un mistero nel quale ”viviamo, ci muoviamo e abbiamo motivo di esistere”. Come ci ricorda S. Paolo, “Cosa possiedi che non l’abbia ricevuto?” (1 Co 4,7). La gratuità è la forza che spinge verso la misericordia di Dio, e attraverso la comunicazione di quella misericordia in Gesù, diviene il tema dominante della buona novella e la chiave per comprendere il regno di Dio e il Dio del regno. L’accettazione di quella legge, l’apertura all’amore e alla misericordia gratuiti, piuttosto che l’essere meschini, è l’unico sentiero per il ritorno alla sua più vera dignità e libertà. La nostra missione è annunciare che l’amore gratuito, quella buona novella di misericordia gratuita, è il vivere la semplicità, la preghiera e il ringraziamento che furono di Israele invece di “una misericordia che dura per sempre”(Fl 135). Ma ora abbiamo una ragione in più per considerarlo un dono più grande, il dono del Figlio stesso e  dello Spirito di Dio: “Chi ha sete venga  a me, chi vuol bere l’acqua gratuita della vita venga a me…” (Is 55,1 e Riv 22,17). La totale fiducia: delle tre risposte logiche alla legge della gratuità nel lavoro del regno, la prima si riferisce a Dio e viene espressa in una fiducia assoluta e incondizionata. Essa è basata sul fatto che è presente il regno e continua la logica delle Beatitudini. “Non preoccupatevi della vita, di ciò che dovrete mangiare o bere, né del vostro corpo….il vostro Padre Celeste sa ciò di cui avete bisogno. Ma cercate prima il Suo regno, e anche queste cose saranno vostre…“ (Mt 6,25-34si riferisce a Dio e viene espressa i). I nostri dubbi, la nostra mancanza di fede testimoniano a nostro sfavore che non abbiamo né capito lo spirito né il Dio che invochiamo, che “non conosciamo né le Scritture né il potere di Dio”. Ma, quando capiremo, allora saremo degni di proclamare la nostra fede nel regno attraverso il nostro ministero, non solo a parole, ma con la nostra vita: Pregate come sapete, “il regno dei cieli è nelle vostre mani”. La fede con la quale noi “testimoniamo la nostra fiducia nel Signore che ha cura di noi” ci libera  dagli affanni e dalla necessità di preoccuparci della nostra umanità, affinché allarghiamo e concentriamo la compassione del regno, donandolo. Il totale amore: la nostra risposta all’amore rinnovatore gratuito del regno in relazione al nostro vicino è un donarsi completo e senza misura, “senza contarne il costo“. La gratuità che abbiamo ricevuto non deve rimanere infruttuosa, chiusa in noi stessi, ma deve riversarsi negli altri: ”Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Questa doppia gratuità è il principio più importante del “nuovo comandamento” di Gesù. Il dono più grande, anzi infinito, del nuovo invito richiede un indirizzare ad altri, nella carità, quel dono che sia più grande e più completo: “Amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi” (Gv 13,34). E allora, l’amicizia con quel Gesù del regno dipende dalla nostra piena accettazione del Suo comandamento, col quale, e solo con esso, noi rimaniamo nell’armonia vitale con il Suo battesimo nel mondo. Solo saziando la Sua sete in altri noi manterremo il Suo comandamento e “vivremo nel Suo amore”, come Lui ha accettato il comandamento del Padre dell’amare il mondo e così “è rimasto nel Suo amore”. L’amore di Gesù per il Padre si è manifestato nel Suo dedicarsi completamente al Suo comandamento, alla Sua missione. Ha manifestato il Suo amore per il Padre nell’amare l’umanità fino alla fine, come il Padre e in unione al Padre. Questo donarsi all’uomo lo ha identificato con il lavoro del Padre e Lo ha mantenuto nel Suo amore. L’amore per l’umanità è stata la risposta di Gesù “all’amore che il Padre Gli ha manifestato”. Noi dobbiamo continuare quest’opera, essendo liberamente amati dal Padre nel Figlio e a nostra volta dobbiamo far sì che il Figlio ami lo Spirito per nostro mezzo. Dovremmo poter dire al mondo ” E’ solo per  quell’amore che noi siamo cittadini del regno, perché chi vive nell’amore vive in Dio, e Dio è con lui…..”         La totale conversione: La nostra risposta finale alla buona novella del regno è in relazione a noi stessi, e implica l’accettazione dell’invito di Gesù alla conversione e alla radicalità: “ Se non diventerete come bambini”, non entrerete nel regno” (Mt 18,3). Questa conversione necessita la scelta di una radicale soluzione riguardo agli ostacoli e alla tentazione nel cammino verso il regno e di una radicale dedizione che riguarda il servizio nel regno.