Trebisacce-17/09/2016: Crocifissione

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Trebisacce:17/09/2016

 

Crocifissione

La scultura del Cristo crocifisso si trova nel cimitero di Trebisacce, all’interno della cappella funeraria della Famiglia Calvosa. L’opera importante, ma poco conosciuta, è stata realizzata nel 1967 da Antonio D’Angelo, originario di Trebisacce, in arte “Mignozzi”, ma che oggi risiede in Lombardia. La scultura “Crocifissione” misura circa cm.130 X 150 cm., è in alto rilievo in cemento composito con inerti vari. E’ stata ricavata con calco di gesso e successiva fusione. L’opera fu commissionata dallo scomparso medico Ulisse Calvosa nel 1966 come completamento decorativo della cappella funeraria della Famiglia Calvosa. Si tratta di un bene culturale di proprietà privata, ma chiunque può tranquillamente vedere entrando nella cappella della Famiglia Calvosa, dopo aver chiesto il permesso ai proprietari oppure al custode del cimitero. Ma sentiamo dall’artista D’Angelo cosa pensa della sua pittura:” Sono sempre stato convinto che la pittura italiana non fosse del tutto conclusa. Veda, questo passaggio di quegli anni nevralgici per la mia formazione a Milano, presso l’Accademia di Brera, li ha raccontati molto bene Hans Haller nella prefazione al mio catalogo del 1994. Era il lavoro sulla pittura italiana ciò che mi affascinava: indagare “i principi stilistici del realismo classico-arcaico”; non tanto la rottura delle avanguardie. Era la forma e la materia italiana delle origini, quella del tardo Medioevo che volevo capire e ripetere, ma anche andando più indietro agli affreschi pompeiani. Preferivo la continuità con la tradizione anche se la coniugavo con la mia temporalità, non cercavo la rottura epistemica. In questo caso dalla pittura metafisica dei primi del novecento, Carlo Carrà soprattutto e a seguire Giorgio Morandi, compresi della purezza dell’oggetto, della materia nel suo ordinato presentarsi. Gli oggetti non più determinati dal valore di scambio, non merce per il mercato, ma valore in sé. Semmai ci sarebbe da cercare il conflitto nelle mie opere, è nella dimensione precognitiva; nella lotta dei contrari mentre materia, forme, colore e linee si compongono per un accordo provvisorio sulla tela”.

Franco Lofrano