Trebisacce-22/12/2016: Il Natale: un’atmosfera magica (di Pino Cozzo)
Il Natale: un’atmosfera magica
di Pino Cozzo
Nella nascita di Gesù, viene anticipata la suprema povertà del Cristo crocefisso e comincia a risplendere la Gloria di Dio, in tutti gli uomini e per tutti gli uomini. L’adorazione dei Magi è l’emblema delle nazioni pagane che vanno incontro al Salvatore del mondo e lo adorano come redentore universale. Gli eventi dell’infanzia e della vita di Gesù hanno un grande significato salvifico e un grande valore nella fede, nella tradizione cristiana e nella devozione popolare. La Chiesa ripercorre con particolare solennità e con sentita partecipazione il tempo liturgico delle feste natalizie, in cui si celebra il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo. Il Cristo è vero Dio e vero uomo, e ci ha dato sé stesso nella storia per donarci sé stesso nell’eternità. Professare il proprio credo in quel Bambino nato in una povera stalla e in una spoglia mangiatoia significa accogliere la pienezza del Suo mistero, così come è stato rivelato e come ci è stato trasmesso e insegnato. Vanno, dunque, superate tutte le visioni riduttive, fuorvianti o ideologiche: solo la consapevole e totale fede nel Signore, nato per salvare l’intera umanità, ci consente di poter testimoniare con forza e consapevolezza la vera identità del cristiano e di aprirci al dialogo con gli altri confessori di diverse religioni e, soprattutto, con i non credenti. Con quell’incarnazione, il Figlio stesso di Dio si è unito a noi, ha operato con mani d’uomo, ha pensato con una mente d’uomo, ha agito con la volontà di un uomo, ha amato con un cuore d’uomo, ma senz’altro di più. Nascendo dalla Vergine Maria, un’umile ragazza, che si è fidata della Parola del Signore, si è fatto uno di noi, simile in tutto, fuorché nel peccato. La fede non è una scelta, è invece un dono dello Spirito Santo, che la anima, la sostiene, l’alimenta, rendendo accettabile ogni avvenimento della nostra vita, ed essendo un dono, dobbiamo metterci nella disposizione d’animo di poterlo accogliere. In tal modo, ogni persona, in un disegno preordinato da secoli, acquista un valore unico ed assoluto, è parte di un progetto eccelso ed imperscrutabile, è chiamata alla eterna comunione con Dio nell’eternità, in una dimensione di spirito, corpo, cultura, famiglia e società. E la fede opera per mezzo della carità, nell’anelito di ogni cristiano verso la definitiva perfezione che va oltre la storia e si perde nell’eternità, che sperimenta già nella vita terrena, si sente risanato, assapora la beltà del vivere, anche nel lavoro e nella sofferenza, che lo assimilano al Cristo. Chiunque segue Gesù, che è uomo perfetto, come i pastori, gli umili del tempo, diventa anche lui perfetto, scopre con piacere e soddisfazione di essere infinitamente amato e di poter egli stesso amare in modo illimitato. Evangelizzare vuol dire proclamare al mondo, e soprattutto a coloro che ancora non lo sanno, che Cristo Gesù, incarnatosi tra gli uomini, morto sulla Croce per l’umanità, è risuscitato, è asceso al Cielo ed ha offerto a tutti l’opportunità della salvezza. L’evangelizzazione contiene anche la predicazione della speranza, l’annuncio del conforto, la certezza di quell’amore che si è irradiato da Cristo fino ai giorni nostri. Quell’amore, che Iddio ci ha benignamente concesso, noi lo dobbiamo moltiplicare ed offrire ai nostri fratelli, dai più vicini ai più lontani, senza differenza, senza guardare al ceto sociale o alla cerchia di amici. Quest’atto d’amore, di così elevato significato dottrinale e teologico, raggiunge il suo culmine nell’attuazione ed estrinsecazione dei Sacramenti, segni tangibili di quella Grazia che il Signore ha voluto perpetuare come anello di congiunzione tra la Sua Maestà e la nostra pochezza, affinché potessimo fortificarci nello spirito prima dell’eterno incontro con Lui. Allora, ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto la terra, ogni lingua proclami che Gesù è il Signore dell’Universo ed unione mirabile della natura umana e divina, ed in Lui si trova il fondamento e la sintesi di ogni verità, la chiave, il centro e il fine ultimo. Dunque, anche quest’anno, apriamo, anzi spalanchiamo il nostro cuore alla venuta del Signore della Salvezza eterna, che ci chiede di ospitarlo con gli onori che merita, di diventare noi stessi casa di amore e di accoglienza. Auguri, auguri agli amici, ai parenti, ai conoscenti, alle persone care, ma, soprattutto, a chi è solo, è lontano, è ammalato, vive nella sofferenza, è in carcere, ha fame, vive gli stenti della guerra, della persecuzione, dei soprusi, auguri agli amici della redazione di Confronti, che con disponibilità e cortesia ospitano benevolmente le nostre pagine. Auguri a tutti, e che sia per tutti un Natale di pace e di amore.