Trebisacce-05/09/2017:DALL’IRONIA ALL’AMARA REALTA’ ( NELL’ALTO JONIO VIETATO AMMALARSI)
DALL’IRONIA ALL’AMARA REALTA’ ( NELL’ALTO JONIO VIETATO AMMALARSI)
Ricordiamo una ordinanza del Sindaco di Acquapendente, in provincia di Viterbo, del 2010. Il Sindaco “ordina ai cittadini del Comune di evitare di contrarre qualsiasi malattia o patologia che necessiti un intervento ospedaliero, soprattutto d’urgenza, ed invita ad assumere comportamenti che non mettano a rischio la salute, evitando qualsiasi incidente domestico. Pertanto, è opportuno non uscire troppo spesso o viaggiare o fare sport, restando il maggior tempo possibile a riposo”.
La “provocazione” del Sindaco voleva essere una risposta al decreto di quella Regione che prevedeva l’eliminazione di alcuni reparti dell’Ospedale cittadino.
Lo stesso Sindaco annunciava: “ siamo un Comune di confine. Se il Lazio non ci vuole, chiederemo di spostarci in Toscana o in Umbria”.
Non vi sembra una “fotocopia” della situazione in cui si trova l’Alto Jonio?
I Sindaci dei 16 Comuni potrebbero “vietare d’ammalarsi” ai cittadini del comprensorio, dopo la chiusura dell’Ospedale di Trebisacce.
Ma c’è poco da ridere e l’ironia non può banalizzare l’amara realtà del nostro territorio.
La necessità, o pseudo tale, delle misure da prendere per il rientro del deficit della sanità in Calabria non poteva e non può continuare a legittimare interventi penalizzanti che non tengano conto delle diverse realtà territoriali.
Le decisioni non possono ledere i diritti fondamentali dei cittadini e, soprattutto, il diritto alla tutela della salute.
Non si gestisce il potere senza equità, ma trovando soluzioni che siano rispettose delle obiettive necessità dei cittadini.
Le popolazioni dell’Alto Jonio, senza l’Ospedale di Trebisacce, si sono trovate drammaticamente senza alcuna protezione, emarginalizzate, sempre più sole.
Una nuova sanità, diversa,migliore,di qualità è senza dubbio auspicabile, ma è opportuno che venga realizzata con una “rimodulazione” che non pensi soltanto a risparmiare ma, soprattutto, a non privare intere popolazioni dei servizi sanitari essenziali.
La Regione Calabria ha mai pensato qual è la realtà dell’Alto Jonio con i suoi 16 Comuni?
Ha mai pensato a quello che poteva capitare e che, purtroppo, in questi anni è capitato, ai cittadini di Canna, Nocara, San Lorenzo Bellizzi, Alessandria del Carretto, Plataci, Albidona, tutti Comuni “montani”, che si sono ritrovati senza Ospedale in situazioni estremamente drammatiche?
Molto spesso si è rischiato di non vedere assicurati nemmeno i Lea, i livelli di assistenza minima.
La Regione, considerato che, tra l’altro, vi è anche una sentenza del Consiglio di Stato, debba finalmente, e con serietà, porsi in ascolto di coloro che chiedono per “legittima difesa” di non essere lasciati soli.
Nell’Alto Jonio c’è malessere sociale, c’è inquietudine; è necessario un confronto serio per evitare che tra la Regione e le nostre popolazioni ci siano aspre contese.
E ricordiamo quanto diceva Alexis Tocqueville: “ Si dice che non vi sia nessun pericolo perché non vi è sommossa. Si dice che non essendosi disordine materiale alla superficie della società, le rivoluzioni sono lontane da noi. Signori, permettetemi di dirlo: credo che voi sbagliate”.
Nell’Alto Jonio, la tempesta, dopo la quiete?
Speriamo di no.
RAFFAELE BURGO