Trebisacce-15/06/2012: Al Liceo si discute sulla cultura della disabilità e della solidarietà
Trebisacce:16/06/2012
Sulla cultura della disabilità e della solidarietà, il liceo scientifico “G. Galilei” ha inteso promuovere un convegno, lo scorso venerdì 15 giugno, nell’aula magna, allo scopo di valorizzare la persona in generale e in particolare le persone disabili. Occasione utile e importante per presentare il libro :”Persone disabili in famiglia, a Scuola e in Società”, scritto con linguaggio parlato dall’Ispettore Miur, Francesco Fusca,edito da Ferrari Editori di Rossano. Il dirigente scolastico dei licei Tullio Masneri ha aperto i lavori nel duplice ruolo di coordinatore e di relatore:”L’insegnante di sostegno non sempre possiede quella professionalità e dedizione che si richiede per seguire gli studenti con disabilità”. L’handicap non è uno solo, ma ne esistono di diversi e per ciascuno dovrebbe esistere un percorso specifico e dei software dedicati per poter seguire una tabella di marcia condivisa per ottenere i risultati attesi. Occorre, cioè , fare sistema con la famiglia dello studente,con i docenti tutti e con gli insegnanti di sostegno per raggiungere l’obiettivo finale e nel pieno rispetto dei contenuti della legge 104. Bisogna credere nei valori umani, ha aggiunto Masneri, e pretendere la frequenza costante degli alunni in difficoltà per migliorare l’integrazione e la capacità di rapportarsi e relazionarsi con gli altri. Presente il consigliere delegato alla pubblica istruzione Caterina Violante che nel porgere i saluti ha sottolineato la disponibilità personale e di tutta l’amministrazione, di cui è sindaco Franco Mundo, a sostenere le iniziative culturali che la scuola propone. “E’ la collegialità la strategia vincente”, ha chiosato Marisa Veltri, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Rocca Imperiale. La legge 517 offre una nuova visione della scuola: programmazione curriculare, sostegno per gli alunni in situazione di H,ecc. Una scuola che risponde ai bisogni di tutti e in particolare mira all’integrazione dei disabili, che è poi la scuola che voleva Don Milani. La scuola è una rete ed è utile a tutti. L’educazione e l’istruzione dura tutta la vita, ma per lavorare in vera sinergia occorre sviluppare il senso di appartenenza nei docenti tutti e non solo del sostegno. Bisogna fare riferimento al modello della ‘Governance’ anche nelle scuole, ha brillantemente concluso la dirigente. “Ci sono delle diversità tra le persone in generale e anche tra i disabili. Tutti siamo utili anche se diversi e insieme creiamo armonia”, ha spiegato dall’alto del suo spessore filosofico Gianni Mazzei. “Pietas” significa guardare gli altri con gli stessi occhi, alla pari, senza pregiudizi sulla disabilità e senza portare chi vive il problema a vergognarsi. Dobbiamo guardare insieme verso una scuola basata sulla creatività e sul senso di responsabilità e il libro di Fusca indica, con linguaggio chiaro, le strategie di intervento sul portatore di handicap. Bruno Mandalari, docente di storia e filosofia del liceo, ha disquisito con competenza mirabile sul concetto di ‘relativismo sano’ sostenendo che non esiste un solo modo di vedere il mondo, ma ne esistono tanti di modi.”Io sono diverso “Come” te e non diverso da te”,bisognerebbe dire, sottolinea Mandalari. E ancora:” la normalità non esiste, non c’è una sola via per parlare di normalità, bisogna individuare dei parametri e poi si può discutere. Si è poi soffermato sul concetto di dignità e di identità per dimostrare che siamo tutti uguali, seppure diversi. Una frecciatina infine alle università: non bisogna arrivare a diventare insegnanti di sostegno per vie tortuose, ma occorre che siano formati e professionalmente validi. La studentessa Francesca Pace, vincitrice dell’ultimo premio letterario “Tersicore”, ha letto con maestria e regalando emozioni ai presenti “Io e Sara”, un mix-stralcio di libri per riflettere sulla disabilità. Per Giuseppe Trebisacce, docente di pedagogia Unical, non si è riusciti a creare un cultura per integrare, si scrive e si fa tanto ma manca la sintesi. In definitiva rimane sempre alla famiglia del disabile l’onere maggiore. Manca una visione sinergica per affrontare il problema: “cosa si può fare qui e ora e non solo teoria”. Ha ancora spiegato concettualmente la differenza tra il deficit, la disabilità, l’handicap e sulle ombre che esistono sul futuro del portatore di H e sulla mancanza di una politica di prevenzione. Il libro di Fusca è utile perché riesce a far crescere nel lettore l’interesse per questa problematica. “Dal disturbo si può guarire, il deficit si porta per tutta la vita”, ha affermato Francesco Fusca, autore del libro,e l’incontro di stasera serve ad accendere i riflettori sulla disabilità e sulla solidarietà. Ha ricordato come nel mondo esistono sportivi e scienziati ad altissimo livello, anche se sprovvisti di arti eppure sono felici, a differenza di noi che abbiamo avuto tanto dalla vita e siamo tristi. Ha parlato degli accordi di programma ,dei Pei, dei 5 ragazzi (extracomunitari e disabili non promossi in una scuola media del nord) e ha aggiunto che sono strumenti importanti e che il disabile è un problema della società e non solo delle scuole e bisogna fare sistema.
Franco Lofrano