ALTO JONIO-03/10/2017: Continua a tremare la terra nell’Alto Jonio cosentino
ALTO JONIO Continua a tremare la terra nell’Alto Jonio cosentino. Dopo le scosse verificatesi negli ultimi 5 giorni, tutte inferiori ai 3 gradi della Scala Richter, che hanno avuto il loro epicentro nel comune di Alessandria del Carretto e a largo nel mare Jonio, oggi, martedì ottobre, alle ore 7,16 ora italiana, la terra è tornata a tremare, sempre nell’Alto Jonio, con una scossa stimata di magnitudo 2.4 dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia e che ha avuto come epicentro il comune arbëreshe di Plataci nel cui territorio la scossa si è verificata ad una profondità di 27 chilometri. Oltre al comune di Plataci, dove la scossa è stata avvertita in modo più sensibile, senza però provocare danni alle cose e panico alle persone, la scossa è stata avvertita in modo ancora più lieve in un raggio di 8 chilometri in linea d’aria e, oltre a Plataci, ha interessato i comuni contermini di Albidona, Cerchiara di Calabria, Villapiana, Alessandria del Carretto, San Lorenzo Bellizzi, Francavilla Marittima e Trebisacce. Purtroppo nessuna informazione ufficiale è giunta dai canali istituzionali, a dimostrazione che da noi anche i terremoti non fanno notizia. «Certo, – ha scritto in proposito Walter Astorino appassionato della materia che è attrezzato di un piccolo sismografo – se la scossa è violentissima e vicinissima, c’è poco da fare, ma per scosse mediamente forti e con epicentro non proprio sotto ai nostri piedi, si può far tanto, sia con l’allerta in tempo reale, sia con la rapidità e l’organizzazione dei soccorsi. Però la cosa più importante, – ha aggiunto Astorino che i terremoti li ha visti e vissuti da vicino frequentando periodicamente il Giappone – si costruisca con criteri adeguati alla sismicità del nostro territorio, anche se, personalmente, penso che ci sia ancora tanto da capire e da fare affinché le nostre tecnologie siano realmente efficaci e non si rivelino invece dei boomerang, come purtroppo è talvolta avvenuto, quando costruzioni storiche, sopravvissute a secoli di scosse, sono crollate dopo aver subito adeguamenti antisismici, evidentemente inadeguati. Intanto – ha concluso l’ex presidente dell’Assopec – auguriamoci che la terra si fermi, ma che non si fermi lo sviluppo di una coscienza civile riguardo a questo problema, in una regione fortemente sismica come la nostra».
Pino La Rocca