TREBISACCE-17/10/2017: Alla ricerca del treno perduto
TREBISACCE Alla ricerca del treno perduto: impegnati in questa difficile battaglia del ripristino dei treni ormai scomparsi sulla Sibari-Metaponto-Taranto sono i tanti utenti che si affidavano al treno per raggiungere il centro-nord dell’Italia e soprattutto i pendolari (lavoratori dell’Ilva, impiegati, insegnanti, personale Ata…) che ogni giorno prendevano la vecchia ma efficiente “littorina” per raggiungere il posto di lavoro a Taranto e nella Puglia. Da alcuni anni, com’è noto a chi abita nell’Alto Jonio, i treni locali e quelli a lunga percorrenza su questa tratta non esistono più e al loro posto viaggiano solo “autobus sostitutivi” impegnati a intasare ancora di più la S.S. 106 e ad esporre i passeggeri al quotidiano pericolo della “strada della morte”. Sono ormai trascorsi alcuni anni dalla morìa dei treni e la cosa è diventata ormai normale tanto che non fa più notizia. A rispolverare il problema dei treni, anzi, delle mitiche littorine, ci hanno pensato i genitori degli studenti che, in presenza dei disservizi e dei disagi che si stanno verificando da alcuni anni, chiedono il ripristino delle tanto bistrattate littorine che, partendo da Sibari-Cassano e dalla vicina Basilicata, in mezzora portavano gli studenti a Trebisacce e, grazie ad orari concordati con le Istituzioni Scolastiche, permettevano loro di arrivare con puntualità sia a scuola la mattina che presso le rispettive famiglie nel primo pomeriggio. Oggi, come è noto, non è più così perché il trasporto pubblico su questa tratta è stato paradossalmente trasferito quasi tutto su gomma, con buona pace dei sostenitori dell’eco-compatibilità ambientale. Di recente, come è noto, sono stati impegnati 500milioni di euro per riammodernare la Ferrovia Jonica, ma lo si sta facendo partendo da Sibari e non da Rocca Imperiale. Come se la Calabria finisse a Sibari e non 50 km. più avanti. Questo la dice lunga sulla considerazione in cui viene tenuto l’Alto Jonio, trascurato peraltro anche dal Governo Regionale che da queste parti ha molti sostenitori. A rilanciare il problema, anche a nome dei tanti genitori degli studenti pendolari è Tullio De Paola, il quale è intervenuto a seguito delle proteste degli studenti e dei loro genitori a causa delle mancate risposte da parte delle istituzioni e dell’Azienda che gestisce il servizio, sia come genitore che come esponente di Raspa (Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela). «Su quegli autobus, – ha scritto De Paola – insieme a tutti gli adolescenti dell’Alto Jonio, viaggia anche mia figlia e vive gli stessi problemi quotidiani. Ma la cosa più vergognosa – ha aggiunto Tullio De Paola – è la mancanza di un collegamento ferroviario in orario scolastico di ingresso e di uscita da Sibari e da Rocca Imperiale per Trebisacce. Un tempo – ha ricordato l’esponente di Raspa – da Sibari a Rocca Imperiale, per un tratto di 50 km. noi, attuali genitori di questi ragazzi, raggiungevamo e lasciavamo Trebisacce in treno, ora i nostri figli non possono più farlo. Fino agli anni ’80 – ha ricordato ancora De Paola – parlavamo di progresso e avevamo collegamenti ferroviari locali (le famose littorine con cui si andava a scuola a Trebisacce o al cinema a Corigliano), i treni interregionali (RC/BA) e quelli a lunga percorrenza nazionali (MI/KR), oggi parliamo di sviluppo e la soluzione di tutti i nostri mali – ha concluso Tullio De Paola ribadendo la contrarietà di Raspa al nuovo tracciato della S.S. 106 – è rappresentata dal consentire lo scempio del nostro territorio ad “Astaldi & Impregilo” perché realizzino il terzo tracciato della S.S. 106 in un solo chilometro di territorio e parliamo tanto di intermodalità dei trasporti (strada-ferrovia) ma poi riproponiamo solo e soltanto il servizio su gomma mentre porti, ferrovie ed aeroporti resteranno sempre sogni nel cassetto, perché bisogna continuare ad accontentare amici e amici degli amici».
Pino La Rocca