CANNA -24/10/2017: “Canna non deve morire”
CANNA “Canna non deve morire”: è con questo slogan che parte la campagna elettorale per le Amministrative della prossima primavera ed a lanciarlo, seppure a distanza di tempo e di spazio, è il dr. Antonio Turchitto, già capogruppo consiliare di Minoranza che, pur vivendo per motivi professionali fuori dall’antico borgo dell’Alto Jonio agita le acqua e cerca di sollecitare le forze politiche affinchè si impegnino fin da ora a realizzare progetto programmatico serio di recupero e di sviluppo del paese. E lo fa rivolgendo a se stesso e alle forze politiche locali una serie di domande: «Cosa è stato realizzato per far crescere economicamente e socialmente la comunità Cannese e la nostra identità locale (cultura, civiltà del territorio, risorse, storia…)? Cosa resta da “Napulicchj’”, da “Cannarella nost’r’”? Cosa resta della bella e famosa “funten’ d’ na vot’”? Perché Piazza Mercato, “a chiazz’du murchet”, che per ampiezza era una delle piazze più grandi di tutto il comprensorio, non è stata rivalorizzata e risistemata com’era nel suo antico splendore urbanistico ed architettonico? Quali sono stati “gli obiettivi identitari” realizzati a Canna? A cosa è servito (in termini economici e occupazionali) l’acquisto e la ristrutturazione dell’antico “Palazzo Ielpo”? E’ stato creato un turismo coordinato, integrato e competitivo con altre realtà? Sono stati riqualificati gli angoli e le vie più suggestive del paese? Accanto al “recupero” strutturale degli edifici, è stato mai avviato un “progetto cromatico”, come strumento per la comprensione e la valorizzazione delle caratteristiche architettoniche e tipologiche del patrimonio edilizio di Canna? Quali bellezze paesaggistiche ed architettonico – urbane sono state conservate e valorizzate? Il nostro centro storico è più simile ad un agglomerato cementizio o ad un centro tardo medioevale ? Canna è stata dotata di strumenti urbanistici adeguati ad un’efficace azione di pianificazione e gestione del territorio, favorendo le trasformazioni di cui la comunità necessita? Perché non è stato recuperato e completato il “centro per l’assistenza anziani”? Cosa è stato progettato per favorire la socializzazione, l’impegno culturale e l’aggregazione giovanile, lo sport e il tempo libero dei giovani? Cosa è stato fatto per gli anziani e per l’assistenza di cui necessitano?». E’ partendo dai tanti interrogativi che secondo Turchitto si può redigere un programma in grado di interpretare i bisogni ed i problemi dei cittadini, facendo sorgere “nuovi miti” dalle “rovine del presente”. Da non sottovalutare, secondo il dr. Turchitto, l’elevato numero di persone anziane che nei casi emergenza sanitaria non dispongono né di un’ambulanza, né di una pista per l’elisoccorso «La sanità – scrive infatti Turchitto – è il settore chiave del nostro futuro, non solo perché dovrà farsi carico dei problemi legati all’invecchiamento della popolazione, soprattutto nei piccoli centri come Canna, ma anche per il suo divenire in termini tecnologici ed occupazionali». Ma secondo l’ex capogruppo consiliare non stanno certamente meglio i bambini che non dispongono neanche un parco-giochi. Ma oltre alle strutture materiali, secondo Turchitto bisogna tentare di rispolverare un’identità ormai sbiadita, «perché se non vi è identità, – scrive Turchitto – non si riesce a cogliere quello che è il bisogno profondo e necessitante di una comunità. Non basta soltanto un blando programma elettorale nel quale si elencano soltanto le cose più rilevanti da fare, magari selezionate secondo la suggestione degli interessi più diffusi a veder risolto questo o quel problema, ma necessita un “progetto strategico” che si fonda sulla identità locale, per far crescere economicamente e socialmente la nostra comunità, perché solamente dallo sviluppo economico e produttivo, dalla crescita funzionale dei servizi consegue anche lo sviluppo civile e sociale! Chi si candida ad amministrare Canna – conclude il dottor Turchitto – deve farlo ignorando il teatrino della politica locale, mettendo al centro del suo interesse i cittadini, rendendoli protagonisti attivi per una gestione davvero innovativa del Paese».
Pino La Rocca