ALTO JONIO-26/10/2017: Allarme-cinghiali
ALTO JONIO Allarme-cinghiali: non si sono visti arrivare fino al mare e fare il bagno in mezzo agli ombrelloni come successo in altre parti d’Italia, e soprattutto in Toscana e Liguria, ma anche nell’Alto Jonio i cinghiali ormai convivono con gli animali domestici e, di questo passo, conviveranno anche con le persone. L’allarme è ancora una volta di Coldiretti, perché sono diventati ingenti i danni per gli agricoltori a causa della massiccia presenza degli ungulati che, in cerca di cibo, lasciano i boschi e i monti e si avventurano dappertutto. “Ma, a causa della farraginosità e dei costi degli adempimenti – denuncia Coldiretti – gli agricoltori hanno rinunciato persino a presentare le domande per il risarcimento dei danni”. Ormai è “codice rosso” in tutta Italia, compresa ovviamente la Calabria, dove i cinghiali distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano addirittura incidenti stradali perché invadono all’improvviso le strade. Secondo Coldiretti, nel giro di dieci anni i cinghiali si sono raddoppiati mettendo a rischio non solo le produzioni agricole e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la sicurezza dei cittadini. “Noi coltiviamo e i cinghiali distruggono: – ha scritto il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro – è un vero e proprio esercito che assedia oggi le nostre campagne con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano e di orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle patate, alle castagne, all’uva. Un problema che – denuncia Coldiretti – mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto nelle aree interne, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso eco-sistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario, con il rischio di contagi degli animali allevati». Una situazione insostenibile, insomma, che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con conseguenti problemi sociali, economici e ambientali perché a rischio non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e peri-urbane. Dinanzi a tale situazione gli agricoltori della Coldiretti, piuttosto che cercare di speculare sui risarcimenti, chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca la sopravvivenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Per aggredire un problema che rischia di sfuggire di mano Coldiretti chiede pertanto un’azione incisiva di coordinamento e di nuova regolamentazione da parte del Governo Regionale. «Alla luce di questa vera e propria calamità – ha concluso il presidente Molinaro – occorre che la Regione legiferi al più presto poiché da questa eventuale disattenzione può derivare un grave danno alle zone interne dove, tra l’altro, il PSR 2014-2020 prevede significativi investimenti».
Pino La Rocca