Rocca Imperiale-25/11/2017:   IL SILENZIO E’ ROTTO

                                

   IL SILENZIO E’ ROTTO

 

Il principe azzurro è estinto. Le donne che devono uscire dalla violenza devono riprendersi la loro autonomia” (Roberta Bruzzone)

La violenza fisica, economica, morale e psicologica sulle donne aumenta sempre di più! Stalking, sorprusi ed omicidi sono all’ordine del giorno in tutto il nostro Paese. Come cercare di difendersi e come fare opera di sensibilizzazione? Di certo sarebbero necessari interventi forti da parte delle Istituzioni, ma anche iniziative come quella che si è svolta lo scorso 25 Novembre a Rocca Imperiale, in Piazza Giovanni XXIII, denominata “Sporchiamoci le mani”, possono essere dei validi strumenti per mantenere alta la guardia e per far capire che, comunque, la donna è stanca di subìre e vuole reagire con l’appoggio di tutti.

L’evento, estremamente importante e delicato, è stato organizzato magistralmente dall’Associazione Culturale “La Fucina delle Idee” e dall’Istituto Comprensivo “Federico II” di Rocca Imperiale- Montegiordano – Canna – Nocara – nella persona della sua Dirigente Scolastica, Professoressa Elisabetta D’Elia, sensibile ad ogni problematica sociale.

Come sempre, permetteteci di fare un grosso plauso alla Presidente dell’Associazione “La Fucina delle Idee”, Dottoressa Tiziana Battafarano che, con la sua delicatezza di sentimenti, riesce a mettere in piedi iniziative splendide, trasmettendo quei valori ormai sopìti e sensibilizzando l’opinione pubblica tutta verso problemi che, altrimenti, cadrebbero nell’oblìo.

I lavori sono iniziati con la proiezione di un toccante filmato, attraverso il quale Paola Cortellesi, con grande enfasi, descrive la situazione della donna maltrattata.

Subito dopo il saluto della dottoressa Battafarano, la quale ha sollecitato tutti ad individuare anche il minimo segnale di disagio e denunciare, al fine di scongiurare qualunque tipo di violenza futura.

La Professoressa D’Elia ha parlato di vero e proprio “germe” fin dalla scuola dell’infanzia, un germe che deve essere debellato attraverso l’impegno di tutti a far comprendere come non ci siano esseri superiori ed inferiori e, di conseguenza, trasmettere il culto del rispetto per gli altri ed in questo un ruolo importante lo riveste proprio la scuola.

Presente il Sindaco di Nocara, Francesco Trebisacce, il quale ha fatto notare come un fenomeno esistente fin dai primordi dell’umanità, ancora oggi non è stato definitivamente eliminato, anzi aumenta in maniera esponenziale, se consideriamo che una donna su tre subìsce violenza ogni giorno.

Gli interventi delle autorità presenti sono state intervallate dalla partecipazione dei giovanissimi discenti dell’Istituto Comprensivo “Federico II” di Rocca Imperiale-Montegiordano-Canna-Nocara che, con sentita partecipazione hanno recitato delle poesie e presentato dei cartelloni con pensieri profondi, trattanti il tema in oggetto.

Graditissima la presenza del Sindaco di Rocca Imperiale, Avvocato Giuseppe Ranù, che ha ringraziato l’Associazione “La Fucina delle Idee” per la splendida iniziativa, sollecitando ad organizzare sempre maggiori eventi idonei a trattare temi così delicati, proprio perché non si deve mai smettere di sensibilizzare la collettività. Il Sindaco ha, inoltre, precisato come oggi, rispetto al passato, la donna sia maggiormente tutelata e, quindi, ha suggerito un maggiore coraggio a denunciare casi di abusi, proprio in virtù della legislazione vigente, più vicina a difendere il pianeta donna.

Segue l’intervento del Sindaco di Montegiordano, Dottor Franco Fiordalisi, che dopo aver ringraziato la dottoressa Battafarano e le Istituzioni, ha applaudito soprattutto i giovani presenti,spingendoli ad un maggior rispetto verso gli altri e sollecitando le famiglie, la Chiesa e la scuola ad un maggior impegno acchè gli studenti capiscano l’importanza di rispettare la donna e gli anziani.

Un emozionato don Pasquale Zipparri sostiene che il rispetto passa attraverso il riconoscimento della preziosità dell’altro, in questo caso della donna e ha detto, inoltre, che libertà non vuol dire permettersi di fare tutto ciò che si vuole, perché è in questo preciso istante che ognuno sente il diritto di poter dominare la donna, considerata come essere inferiore.

La dottoressa Tiziana Battafarano, che ha moderato egregiamente tutti gli interventi, ha puntato l’attenzione sulla figura dell’uomo che deve essere al centro di tutto, per cui maggiore considerazione nei confronti della donna, ma anche dell’emarginato, di chi soffre una situazione di disagio di qualunque tipo. E questo è fondamentale trasmetterlo anche ai più giovani, in modo che possano crescere in questa consapevolezza.

Subito dopo il Maresciallo dei Carabinieri di Rocca Imperiale, Antonio Fanelli, ha posto l’accento sulla necessità di denunciare e di avere fiducia nelle Forze dell’Ordine, perché se preso all’inizio, ogni episodio di violenza, può evitare conseguenze ben più gravi.

Un gradito saluto quello della psicologa Carmela, che lavora presso la casa circondariale di Matera, il cui intervento è stato rivolto a quanti sono in grado di riconoscere negli atti di violenza, una vera e propria patologia dell’aggressore, pertanto vi è la necessità di farsi curare prima che il tutto possa degenerare in casi di omicidio o stupro.

Per contrastare il femminicidio e la violenza in generale, è fondamentale fare una operazione culturale ed è necessario fare squadra, affinchè si tutelino i diritti di tutte le donne.

Il grande John Lennon, mitico cantante dei Beatles, già nel 1972, scrisse una splendida canzone dal titolo “ Woman is the nigger of the world” ( la donna è il nero del mondo): un testo meraviglioso sotto tutti i livelli, attraverso il quale l’artista faceva una denuncia forte sulla condizione della donna in una società prevalentemente maschilista.

Da allora è cambiato poco e niente e se pensiamo che, addirittura, fin dal Medioevo e già nella Bibbia, era palese come la donna veniva vista come un essere succube dell’uomo, allora possiamo ben comprendere come la situazione si trascini da tempo immemore e come la violenza sulla donna sia diventata una vera e propria piaga sociale.

L’uomo considera la donna come un suo “possesso” e questo lo porta a comprimerne sia lo spazio psicologico che quello fisico, fino a giungere alla violenza che, il più delle volte, si traduce nella soppressione fisica della compagna, dell’amica, della moglie, della conoscente, della collega di lavoro.

La maggior parte delle volte la donna viene uccisa perché l’uomo non sopporta vederla emergere economicamente, per gelosia, per rabbia repressa, per invidia: tutti motivi futili che non giustificano reati così gravi.

Spesso, la violenza passa dal disagio economico, dalla consapevolezza del potere maschile di gestire una donna solo perché non indipendente, per cui è necessario combattere tutto ciò per porre fine a questa spirale di odio.

È importante dire che la violenza di genere non consiste solo in manifestazioni estreme, ma anche in comportamenti reiterati di mortificazione psicologica o sopruso, anche verbale, nei confronti delle donne.

«Una società che vuole definirsi civile, avanzata e democratica non può alimentare le cronache con omicidi e abusi sulle donne. E’ necessario che gli uomini vengano educati fin da bambini al rispetto nei confronti delle donne. Rispetto che dovrebbe partire dall’uso di un linguaggio non violento o discriminante».

Un grandissimo ringraziamento ai Maestri falegnami Giuseppe Catapano e Giovanni Cofone che, con grande disponibilità e sensibilità, hanno costruito gratuitamente le panchine; grazie alla Farmacia Agricola, nelle persone di Carlo Pisilli e Danilo Mitidieri, che hanno donato le pedane; grazie ai Comuni di Rocca Imperiale, Montegiordano, Canna e Nocara per il supporto tecnico nel posizionamento della panchina; grazie ancora a Don Pasquale Zipparri per la disponibilità dell’Auditorium, a don Mario Nuzzi, padre Domenico Cirigliano, padre Giuseppe Cascardi, ed a Samuele Guerra per il service.

Si ringraziano,altresì, Non solo porte di Maria Teresa Ricciardulli e Angelo Oriolo e Salvatore Lungaretti per aver donato le pedane”.

Un ringraziamento a tutto il Corpo Docenti dell’Istituto Comprensivo “Federico II” per l’impegno profuso e per la partecipazione, sempre attiva, ad ogni iniziativa socio-culturale.

Grazie alla professoressa Antonietta Ranù, all’Assessore Rosaria Suriano e, soprattutto, da parte di tutti noi, un ringraziamento sentito a tutte le socie della Fucina delle Idee che, con enorme spirito di abnegazione, mettono il cuore in questo tipo di eventi, con la passione che le anima e con il desiderio forte di dare il loro prezioso contributo alla sensibilizzazione nei confronti di tematiche così forti e delicate.

Ecco, nel momento in cui ci sono perfette sinergie tra tutti, ogni manifestazione diventa veicolo di crescita umana e culturale.

Al termine dell’interessante Convegno, ci si è spostati tutti nell’antistante Piazza Giovanni XXIII, dove ci si è “sporcati le mani” insieme ai giovanissimi dell’Istituto Comprensivo, che con guanti e pennello hanno provveduto a pitturare di rosso le quattro panchine, accanto alle quali è stata posta una bellissima pianta di ulivo, simbolo di pace e di rinascita, offerte gentilmente dal vivaio di Palagiano.

La panchina rossa diventa il simbolo del percorso di sensibilizzazione verso il femminicidio e la violenza maschile sulle donne.

La scomparsa di una donna lascia un vuoto incolmabile ed è proprio per questo che la sedia rossa, che ha il colore del sangue, è diventata il simbolo del “posto occupato”: quel posto dove tante volte si sono sedute un’amica, la mamma, la moglie fatte sparire dalla violenza. Ecco che, allora, questa bellissima iniziativa, fa sì che la sedia esce di casa trasformandosi in panchina e posizionandosi in un giardino, davanti ad una scuola oppure in una piazza, mostrando due occhi spalancati che ti scrutano e ti fanno sentire ancora viva una presenza.

Grazie ancora a Tiziana Battafarano per la sensibilità e per coinvolgerci in questi incontri così altamente qualificanti dal punto di vista umano, sociale e culturale. Tutto ciò è sinonimo, da parte sua, di enorme sensibilità e pulizia d’animo.

Come scriveva la filosofa francese Simone de Beauvoir :“Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità”. Soltanto quando l’uomo prenderà coscienza che l’essere violento è solo sintomo di debolezza e per nulla  di forza, si potrà debellare quello che ormai sembra essere diventato un cancro sociale: il femminicidio. E più in generale, sconfiggere la quotidiana violenza contro le donne.

RAFFAELE BURGO