QUALE FUTURO PER I LIBRI……. DI CARTA?
SALVIAMO L’ “ UOMO DI GUTEMBERG”
Quando Johann Gutemberg, inventore della tipografia a carattere mobile, diede inizio alla pubblicazione di vari saggi tipografici, la trasmissione scritta della cultura diventa potenzialmente accessibile a tutti.
Scrive Giovanni Sartori: “ Nasce l’uomo che legge”.
Oggi, però, l’uomo che legge i libri sembra in via di estinzione.
Oggi si vive in una realtà virtuale con Internet, Whatsapp, Facebook, con i “diari elettronici”, e-book, e-mail e quant’altro. Non ci sono più i “figli di Gutemberg”, ma i “nativi digitali”.
Ora, pur senza demonizzare la rete, la letteratura elettronica, ci chiediamo: Quale futuro per i libri di…. carta?
Non si leggerà più nella maniera tradizionale?
Umberto Eco ritiene che non potremo fare a meno dei libri; Sergio Lepri prevede che Internet, come strumento di elevazione culturale, ha un avvenire ancora più modesto.
I veri studiosi continueranno a leggere libri avvalendosi di Internet per i riempitivi, per le bibliografie e le informazioni che prima trovavano sui dizionari.
Lo scrittore israeliano David Grossaman, nel corso di una intervista, ha detto che i libri devono vincere una concorrenza fortissima: films e videogames sono più facili, non richiedono una partecipazione emotiva.
La lettura è un viaggio che richiede pazienza, ma che può risvegliare emozioni che, altrimenti, rimarrebbero sopìte per sempre.
In casa nostra, cioè nei Comuni, nelle scuole dell’Alto Jonio, esistono attrezzate biblioteche civiche, biblioteche scolastiche?
Sappiamo poco: siamo certi della Biblioteca della Fondazione “Roberto Farina”, ospitata a Montegiordano Marina e Roseto Capo Spulico Marina, che ha in dotazione un numero considerevole di volumi: una biblioteca che svolge lodevole attività di interessanti iniziative culturali.
Speriamo che questa iniziativa non rimanga privilegio esclusivo di una ristretta cerchia di innamorati del libro.
Sarebbe cosa buona e giusta che biblioteche civiche, biblioteche scolastiche fossero funzionanti ovunque nel nostro comprensorio per consentire la più diffusa circolazione dei libri.
Non si pretende che tutti siano tanti Giovanni Spadolini che aveva una biblioteca di 30000 volumi e che era chiamato “Tuttolibri”.
Non si pensa nemmeno che tutti siano come Giacomo Leopardi, il quale rimaneva chiuso nella biblioteca paterna per i suoi “matti e disperatissimi studi”.
Ma salviamo l’ “uomo di Gutemberg”, cioè l’uomo che legge perché i libri ci parlano e ci obbligano a pensare, non ci lasciano indifferenti, sono un nutrimento della mente, abituano al confronto, sono mezzi per acquistare una cultura solida e vera.
Un buon libro è sempre un “caro amico” per evitare il sopore della mente.
RAFFAELE BURGO