Trebisacce-29/01/2018: “Il passato che non si dimentica”
INTERVENTO con cui Beniamino Lucente ha concluso l’incontro culturale di presentazione del suo ultimo romanzo: “Il passato che non si dimentica”, tenutosi nella sala consiliare del comune di Nocara, perché ambientato tra Nocara e Trebisacce: relatori ufficiali IL SINDACO FRANCESCO TREBISACCE,LA PROF.SSA CLARA LATRONICO-IL PROF. CARMELO TUCCI, MONS. FRANCESCO SAVINO- VESCOVO DI CASSANO ALL’IONIO-
DOTT.FRANCO MAURELLA(CONDUTTORE)
E’ intervenuto anche il PROF.VINCENZO SALERNO, già sindaco di Nocara e già Presidente della Comunità Montana “Alto Ionio” di Trebisacce-
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Il mio intervento sarà molto breve , perché potrei correre il rischio di essere ripetitivo e superfluo dopo gli interventi che si sono appena conclusi.
E quindi tralascerò ogni riferimento esplicito alla straordinaria storia d’amore dei protagonisti del romanzo, che sono due reietti, due scarti della società, due giovani che sono stati costretti dalle violenze subite a trascorrere gli anni più belli della vita andando a zonzo per le vie del mondo, schivati dalla società.
E quindi non farò alcun riferimento a tutta la prima parte del romanzo, che riguarda l’incontro tra Giulia e Innocenzo, incontro fortemente contrastato per la diffidenza iniziale di Giulia, che ben a ragione dubita di ogni approccio tra umani, avendo subito uno stupro da un branco di ragazzi poco più grandi di lei appena tredicenne.
Giulia ha subito la violenza più grave che possa essere inferta ad una bambina, che, nonostante siano passati tanti anni, ancora è in balìa di un disturbo post-traumatico da stress, per cui ha smarrito il senso della propria invulnerabilità, tutto per lei è incerto, ha paura del futuro, è impaziente, è irritabile con gli altri e soprattutto con i familiari, ed è indifferente verso cose che prima erano importanti e pensa che può succedere nuovamente quel triste evento.
Mi basti dire a tal riguardo che si è fatto ricorso ad un espediente di narrazione , che con termine tecnico vien detto ANALESSI, per cui sarà la stessa Giulia, la ragazza che ha subito lo stupro, a narrare, attraverso il ricordo,tutta la vicenda dello stupro e poi il tentativo di approccio del suo stesso genitore con la chiara intenzione di voler soddisfare le proprie voglie animalesche.
E attraverso questo espediente avviene miracolosamente LA ELABORAZIONE DEL TRAUMA che è una delle fasi centrali della psicoterapia, ove Innocenzo funge da psicoterapeuta commentando il racconto-confessione di Giulia, che finalmente si è convinta di poter avere fiducia in quel giovane accidentalmente incontrato.
È l’enigma clinico del trauma, che costituisce la strada che più frequentemente segue la psicoterapia, in cui il paziente si scontra con un gioco di ombre, ma sarà proprio attraverso di essa che il paziente riuscirà a liberarsi completamente di un peso opprimente e da una insistenza demoniaca.
E sorvolerò su tutta la seconda parte del romanzo, uno spaccato, forse maldestro e certamente non esaustivo di un territorio ove la vita è difficile per quei motivi a tutti noti e che accomunano tutto l’alto ionio, mentre è rappresentata la triste storia di un ragazzo modello che si smarrisce in un difficile rapporto tra padre e figlio, rappresentanti di due mentalità in conflitto, potremmo dire tra passato e presente, con evidente trasporto emotivo dell’autore verso una popolazione fatta di famiglie unite da principi di amicizia, solidarietà, generosità ed onestà, che si rimpiangono con l’avvento di questa nostra società tanto diversa, ormai irrimediabilmente priva di quei principi.
E non vorrò neanche sollevare le problematiche che riguardano più strettamente la crisi in cui si dibatte il romanzo per la colpevole responsabilità delle case editrici che contano e che sono interessate soltanto o soprattutto al bilancio.
Oggi la cultura degli spot ha contagiato tutto e quindi anche la letteratura, che è divenuta medialogica, giornalistica, televisiva, nel significato deteriore del termine.
Si è formata come una compagnia di critici, che si scambiano la propaganda negli spettacoli televisivi, che sono diventati una televendita, come se il romanzo fosse un detersivo o una bibita.
Oggi non esistono più le recensioni e sui giornali chi si occupa di letteratura dipende dal marketing e dalle case editrici e dal pettegolezzo della cronaca e così il narratore fa concorrenza al reporter, il romanzo all’inchiesta, l’artista al sociologo ed allo storico contemporaneo.
Tema importante che rimandiamo ad altra occasione.
Ma prima di salutarvi, mi sia permesso di esprimere la mia gratitudine e di ringraziare sentitamente TUTTA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ed in particolar modo il SINDACO Francesco TREBISACCE perché con entusiasmo e determinazione ha accolto e portato a compimento l’iniziativa culturale in atto, dimostrando sensibilità encomiabile verso la diffusione della cultura come bene prezioso per lo sviluppo civile di una società.
RINGRAZIO poi i relatori prof. Carmelo Tucci e professoressa Clara Latronico, che con le loro brillanti relazioni hanno dato luogo a recensioni di grande spessore culturale e di notevole sensibilità nella comprensione di un testo letterario, grazie davvero- illudendomi che le considerazioni e le valutazioni inerenti all’opera di cui stasera si è discusso non siano state dettate soltanto dall’amicizia; e ringrazio allo stesso modo il dottor FRANCO MAURELLA, a cui per le sue sorprendenti qualità di giornalista auguro di vero cuore sempre più alti incarichi corrispondenti alle sue capacità in quest’ambito professionale, di cui anche stasera ha dato una riprova.
Grazie di vero cuore a tutti voi presenti in questa sala nella speranza che non sia andato sprecato il tempo che ci avete regalato non foss’altro che per la levatura culturale degli interventi.
Grazie di cuore anche a Vincenzo Salerno, che con il suo appassionato intervento ha messo in risalto aspetti interessanti del romanzo dimostrando perspicacia letteraria, sensibilità e competenza critica, e soprattutto un attaccamento filiale al proprio paese.
Ma prima di chiudere voglio ringraziare SUA ECCELLENZA IL VESCOVO, che stasera mi ha onorato della sua presenza ed ha avuto perfino la bontà di prendere in esame questo mio romanzo nonostante gli altissimi impegni che ha dovuto assolvere, in questo speciale periodo natalizio, nella sua funzione di guida spirituale per tutto il comprensorio, e grazie soprattutto per il suo giudizio pienamente positivo e per aver saputo cogliere e sapientemente illustrare nella sua giusta dimensione il carattere politico-sociale del romanzo. GRAZIE di vero cuore. Ma per LEI, ECCELLENZA, intendo accompagnare i ringraziamenti umilmente con un modestissimo omaggio. Per ringrariarLa VOGLIO METTERE IN EVIDENZA UN SOL PUNTO del romanzo CHE E’ STATO SFIORATO E COMUNQUE NON AFFRONTATO COME TUTTI GLI ALTRI
EBBENE nel romanzo, nonostante le brutture che quotidianamente insozzano la vita delle comunità, nonostante i nostri personaggi siano diventati degli scarti umani per colpa di violenze subite che hanno provocato in loro delle ferite indelebili, nonostante tutto questo, essi sono personaggi fortemente significativi nel disegno imperscrutabile della volontà dell’Onnipotente che governa dall’alto le cose del mondo e questa presenza della volontà di una forza superiore, oscura, indecifrabile, costituisce il filo sotterraneo conduttore di tutta la triste vicenda a cui sono indotti i nostri personaggi ed è costituito dal disegno imperscrutabile di una volontà superiore che non viene mai nominata, che soffonde di sé la vita di una comunità ricca di umanità con i suoi principi cristiani di generosità e di lealtà, di solidarietà reciproca e di attaccamento alla famiglia, e che per il loro tramite, per il tramite di quei giovani reietti, nobilitati dal dolore per le offese e le incomprensioni subite, porterà a compimento un disegno concreto di sollievo per le popolazioni di tutto il comprensorio.
Ma si manifesta in maniera ancora più esplicita quando fa in modo che proprio quei due giovani così sfortunati ed infelici si incontrassero, si manifesta quando Innocenzo in quel drammatico naufragio sta per essere risucchiato dalle onde del mare e una signora gli fa scivolare tra le braccia un legno con cui si salva tornando a riva, mentre tutti gli altri compagni sono inghiottiti dal mare in tempesta ed è ancora una donna misteriosa che accompagna Giulia, quando ella corre incontro ad Innocenzo, infondendole coraggio, e rassicurandola di non essere sola.
E poi, si badi, il loro stesso amore non sfocerà mai in un atto carnale di piacere dei sensi, ma ha sempre una sacralità che lo rende sublime, cosìcchè non sarà mai un semplice congiungimento di due corpi, ma piuttosto il ritrovamento e l’unione di due anime, che si sono cercaste e finalmente si sono ritrovate!
Essi non sono dei semplici giovani che hanno subito violenza e che quindi, disgustati dalle esperienze della vita preferiscono vivere al di fuori di quella società, ma diventano lo strumento di cui si avvale chi dall’alto tutto vede e tutto può per realizzare un disegno imperscrutabile ed inintelligibile per la mente umana.
E la scelta ricade proprio su quei giovani che sono costretti a percorrere una via piena di offese, di angherie, di mortificazioni, e che accumuleranno così soltanto esperienze di dolore, muovendosi come delle ombre tra la gente che li evita e li respinge.
E la presenza della volontà dell’Onnipotente sarà chiara, direi in maniera solenne, verso la fine del romanzo e nel significato che si può attribuire alla stessa conclusione del romanzo, che, mi perdonerete, io non vi svelerò, ma che avrete il piacere di conoscere dopo la lettura del romanzo! GRAZIE.
Beniamino Lucente