Trebisacce-26/01/2019: Sequestrato il depuratore? Ne è convinta la Lega
TREBISACCE Posto sotto sequestro il depuratore comunale? Il sequestro cautelativo dell’impianto di depurazione, gestito dall’Impresa Stigliano di Nova Siri (MT) e che sorge ai margini dell’alveo del torrente Pagliara a circa un chilometro dalla spiaggia, secondo una nota diffusa dal Coordinamento Trebisaccese della Lega di Salvini, sarebbe stato disposto dal GIP presso il Tribunale di Castrovillari e sarebbe stato eseguito dai militari della Capitaneria di Corigliano. L’interrogativo e l’uso del condizionale in questo caso sono d’obbligo perché dalla Capitaneria di Porto di Corigliano, di solito prodiga di informazioni sulle operazioni condotte nella zona di competenza, non è stato emesso alcun comunicato sul citato sequestro dell’impianto. «Pare – si legge infatti nella stessa nota del Coordinamento della Lega redatta e diffusa alla stampa dalla segretaria cittadina del partito di Salvini Veronica Puntorieri – che i liquami fognari finissero direttamente in mare senza essere bonificati, creando così un enorme danno ambientale». In ogni caso, se la notizia venisse confermata, sarebbe un duro colpo per una località di mare come Trebisacce insignita da ben cinque anni di Bandiera Blu e da due anni di Bandiera Verde proprio per i meriti acquisiti rispetto alla qualità delle acque della balneazione, per i servizi annessi e connessi alla fruibilità della spiaggia e più in generale per il rispetto dell’ambiente, sia esso marino che terrestre. «Il primo cittadino – si legge nella suddetta nota che comunque dà per scontata la veridicità del sequestro – dovrà rispondere per non avere vigilato e per avere creato un precedente importante sulla possibilità di essere insignito come Comune di nuovo della Bandiera Blu. Un danno quindi – conclude la stessa nota emessa dal Coordinamento della Lega – non solo ambientale ma anche di immagine per la nostra città che avrà una ricaduta negativa sul turismo e di cui lo stesso primo cittadino dovrà rispondere ai propri concittadini».
Pino La Rocca