Trebisacce-30/04/2019: Sorella acqua finisce a mare!

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TREBISACCE Acqua che scende dai monti e che finisce a mare in una terra arsa che, specie in agricoltura, soffre di una perenne siccità. Basterebbe convogliare “sorella acqua” in grandi invasi e creare delle utili grandi riserve a cui attingere negli immancabili periodi di siccità che, specie in agricoltura, caratterizzano la Calabria e in particolare l’Alto Jonio. E’ quella che (nella foto), proveniente dai monti del Pollino che sovrastano Plataci, Alessandria del Carretto e San Lorenzo Bellizzi e camminando nel sottosuolo, affiora nel torrente Saraceno e poi scorre gorgogliando lungo il letto dello stesso torrente e finisce inesorabilmente a mare. Per la verità un certo quantitativo della stessa acqua, limpida e cristallina perché a lungo filtrata nel sottosuolo, viene captata dalla “galleria filtrante” che alimenta l’acquedotto comunale di Trebisacce e un’altra parte viene intercettata e immagazzinata in un grande invaso realizzato negli anni ’80 dal Consorzio di Bonifica di Trebisacce a margine dello stesso torrente, ma la parte del prezioso liquido ritenuta superflua, come si evince nella foto, viene liberata e scorre velocemente verso il mare attraverso un corso d’acqua a regime perenne. Vero è che il Comune di Trebisacce, grazie alla geniale trovata della “galleria filtrante”, non ha particolari problemi di carenza idrica neanche in estate, ma l’acqua, come ci insegnano gli esperti e gli studiosi, è una autentica ricchezza naturale che non va sprecata e che deve quindi obbedire alle leggi del suo ciclo naturale. Un processo molto importante, questo, perché garantisce la rigenerazione dell’acqua che, altrimenti, una volta consumata, si esaurirebbe. E, – dicono gli esperti – se non ci fosse più acqua a disposizione, la vita sulla Terra finirebbe, perché l’acqua è una risorsa vitale per tutti: per gli esseri umani, per gli animali e per l’agricoltura che, specie in estate, deve fare i conti con i lunghi periodi di siccità in cui diversi comuni vanno in crisi e l’acqua della condotta irrigua del Sinni va a ruba e viene contesa a suon di carta bollata dalle tre Regioni di Puglia, Basilicata e Calabria e il Consorzio di Bonifica Integrale di Trebisacce deve subire le legittime proteste degli agricoltori mentre l’acqua limpida e cristallina che scorre silenziosa nel suo letto naturale del Saraceno, finisce a mare.

Pino La Rocca