Trebisacce-20/06/2019: Ritorno degli Anestesisti:la soddisfazione della FIALS
TREBISACCE Ritorno degli Anestesisti-Rianimatori presso il Pronto Soccorso di Trebisacce. Soddisfatto per la soluzione, seppure temporanea, della vicenda, Antonio Paolino Segretario Aziendale della FIALS, l’unico sindacato, per la verità, che si pone sempre in prima linea nella difesa del diritto alla salute delle popolazioni periferiche dell’Alto Jonio Cosentino. «La virtuosa sinergia, sollecitata ancora una volta dalla Fials e sostenuta dal Deputato Francesco Sapia sempre attento sui problemi della nostra sanità, tra la Struttura Commissariale diretta dal Gen. Saverio Cotticelli e i Direttori pro-tempore dell’Asp e dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza – ha scritto in proposito il Segretario Aziendale della Fials Antonio Paolino – ha prodotto una positiva conclusione della vicenda legata agli Anestesisti-Rianimatori presso il Pronto Soccorso di Trebisacce». Con un occhio rivolto al “Decreto-Calabria” varato dal Governo in carica, che dovrebbe rivoluzionare contenuti e metodi della disastrata sanità in Calabria, Antonio Paolino, rivendicando il merito di essersi attivato presso la Struttura Commissariale e confidando che grazie al Decreto Calabria la sanità nella nostra regione è destinata a cambiare a beneficio anche delle nostre popolazioni, mette in guardia contro ogni forma di sciacallaggio politico ribadendo che in realtà «il gioco di squadra fatto in modo responsabile ripaga sempre e riesce a tutelare, come in questo caso, il diritto ad una sanità dignitosa anche a favore delle popolazioni della periferia della Calabria come l’Alto Jonio. Popolazioni ormai abbandonate e mortificate a cui – conclude Paolino convinto che a riaprire l’Ospedale saranno i nuovi referenti delle forze politiche attualmente al governo del Paese – dovrà essere restituito quanto prima il proprio punto di riferimenti sanitario, e cioè l’Ospedale di Trebisacce la cui inopinata chiusura ha messo in crisi anche gli Ospedali-Spoke di Corigliano-Rossano e Castrovillari».
Pino La Rocca