Trebisacce-07/09/2019:  CORSI DI KUNG FU WUSHU- QIGONG-MEDITAZIONE A TREBISACCE

               

  CORSI DI KUNG FU WUSHU- QIGONG-MEDITAZIONE A TREBISACCE

 

 

Dopo qualche anno di assenza, causa i numerosi impegni professionali in Italia ed all’estero del Grandmaster Raffaele Burgo, lo stesso ha deciso di riproporre nella sua Trebisacce le Arti Marziali Tradizionali, grazie alla lungimiranza del Maestro Vincenzo Gatto che, con grande disponibilità ha messo a disposizione i locali della sua 3B Cross Gym per far partire questa nuova avventura.

Il curriculum di Raffaele Burgo parla chiaramente di un Maestro con anni di esperienza, conoscitore delle tematiche più profonde delle discipline orientali, che ha sfornato grandi esperti in ogni parte del mondo e collaboratore dei più insigni Insegnanti a livello internazionale.

Esperto di cultura orientale, grazie ai suoi numerosi viaggi in Oriente, ricopre ruoli di prestigio in diverse Organizzazioni Nazionali ed Internazionali, tra cui quello di responsabile mondiale di Kung Fu Chuan Shen Tao( La Via della Boxe e dell’Energia Spirituale).

I suddetti Corsi di Kung Fu sono indirizzati ad ambo i sessi di ogni età, mentre quelli di Qigong e Meditazione sono riservati ad adulti di ambo i sessi.

Cos’è il Kung Fu Wushu? E’ la madre di tutte le arti marziali.

Il termine Wushu significa in lingua cinese letteralmente ‘’Arte marziale’’. Si distingue dal termine Kung-fu, che significa semplicemente ‘’esercizio eseguito con abilità’’ e che perciò i cinesi stessi riferiscono anche ad altri campi non necessariamente legati alle arti marziali. Tale chiarimento sui termini è importante per sgombrare il campo da mille dubbi che avvalgono le arti marziali cinesi quando vengono importate in occidente, spesso da insegnanti poco preparati e superficiali. La grande famiglia del Wushu comprende stili esterni (wai chia), che sviluppano la forza fisica, e stili interni (nei chia), che sviluppano invece l’energia interna. A loro volta questi stili si dividono in tradizionali e moderni, i secondi caratterizzati da una maggiore componente ginnico-acrobatica, che quindi comporta un continuo lavoro di allungamento (stretching).

In generale il Wushu si compone di svariate tecniche di braccia, di calci a terra e calci volanti, spazzate, parate, salti acrobatici e cadute. Il Wushu comprende inoltre il maneggio di svariati tipi di armi: spade, lance, sciabole, bastoni, catene, alabarde … che richiedono ovviamente un’adeguata preparazione tecnica ed atletica. La pratica di questa disciplina consente col tempo di acquisire scioltezza, forza e padronanza del proprio corpo; fornisce un indiscutibile arricchimento del proprio bagaglio culturale. Il praticante già dopo qualche settimana potrà sentire i salutari effetti dello stretching, componente basilare del Wushu.

Il Qi Gong ( Letteralmente, pratica per aumentare l’energia e la vitalità), si caratterizza per una serie di esercizi di diverso tipo e finalità, ma accomunati tutti da alcuni elementi fondamentali, che sono: l’esecuzione di movimenti o figure mantenendo una postura corretta, l’esecuzione degli stessi in modo lento, coordinato, e in armonia con il respiro e, la concentrazione, o, per meglio dire, la consapevolezza del corpo, della mente e in sostanza dell’intero organismo mentre si eseguono le varie sequenze di cui si compongono tali esercizi. Gli esercizi tipici praticati dalle discipline occidentali si basano soprattutto sullo sforzo fisico dovuto alla concentrazione muscolare, mentre l’obbiettivo principale del Qi Gong è quello di ottenere un buon rilassamento psicofisico durante la pratica, eseguendo movimenti lenti e rispettosi dell’anatomia e fisiologia umana, in modo da favorire la libera circolazione di sangue e liquidi, apportando in tal modo energia e benessere in tutto il corpo, e favorire la quiete mentale, condizione fondamentale per avere maggiore consapevolezza di sè, di recuperare le energie nervose ed eliminare lo stress accumulato.

L’ arte del Kung-Fu Wushu ha origini antichissime. Le prime notizie storiche relative alla nascita del Kung-Fu, risalgono alla dinastia Chou (1100-250 a.C.). Comunque è opinione comune che il creatore delle arti marziali sia stato il monaco indiano Bodhidharma (Da Mo in cinese), figlio di Sughanda, re della provincia di Madras. La culla delle arti marziali viene considerato il Monastero di Shaolin (Monastero della piccola foresta) che si trovava nella regione dello Henan, alle pendici del monte Songshan “il gigante che dorme” fatto costruire dall’Imperatore Xiao Wen nel 495 d.C. per ospitare il monaco indiano . Nel 527 d.C. arrivò a Shaolin un altro mistico indiano: Bodhidharma, il quale dopo aver servito il patriarca Prajnatara, suo Maestro, salpò, per Canton, dove avrebbe dovuto predicare il Buddismo e la leggenda narra che egli attraversò il Fiume Azzurro su di una canna di bambù; successivamente ritiratosi nel Monastero, trovando i monaci in una profonda prostrazione, cadde in uno stato di grande meditazione che lo portò a restare immobile per nove lunghi anni con lo sguardo rivolto verso una grotta. La meditazione alla quale si sottopose, gli fece acquisire il vero significato della sapienza portandolo all’elaborazione di una dottrina fisica associata ad un pensiero filosofico che, mediante tecniche di combattimento basate sugli atteggiamenti degli animali in situazioni di pericolo, rafforzavano e fortificavano lo spirito. Quindi, tornato al monastero, cominciò ad addestrare i monaci, anche per alleviare loro i problemi fisici derivati dalle lunghe ore di meditazione da seduti, Bodhidharma si basò sugli esercizi di Hua To, un famoso medico taoista che creò appunto degli esercizi di ginnastica basati su gli atteggiamenti di cinque animali: la tigre, la scimmia, l’orso, il cervo e la gru. Elaborando queste forme, egli creò un gruppo di esercizi chiamati “Sho Pa Lo Han”, cioè “le diciotto tecniche dei discepoli di Buddha” dalle quali pare che nacque lo Shaolin Quan Shu (Arte del Pugno del Monastero della Piccola Foresta).

Il Qigong ( Letteralmente, pratica per aumentare l’energia e la vitalità), si caratterizza per una serie di esercizi di diverso tipo e finalità, ma accomunati tutti da alcuni elementi fondamentali, che sono: l’esecuzione di movimenti o figure mantenendo una postura corretta, l’esecuzione degli stessi in modo lento, coordinato, e in armonia con il respiro e, la concentrazione, o, per meglio dire, la consapevolezza del corpo, della mente e in sostanza dell’intero organismo mentre si eseguono le varie sequenze di cui si compongono tali esercizi. Gli esercizi tipici praticati dalle discipline occidentali si basano soprattutto sullo sforzo fisico dovuto alla concentrazione muscolare, mentre l’obbiettivo principale del Qigong è quello di ottenere un buon rilassamento psicofisico durante la pratica, eseguendo movimenti lenti e rispettosi dell’anatomia e fisiologia umana, in modo da favorire la libera circolazione di sangue e liquidi, apportando in tal modo energia e benessere in tutto il corpo, e favorire la quiete mentale, condizione fondamentale per avere maggiore consapevolezza di sè, di recuperare le energie nervose ed eliminare lo stress accumulato.

I benefìci del Qigong sono: benessere muscolare e articolare; benessere cardiaco e polmonare; aiuta a regolare la pressione sanguigna; può essere di aiuto nel regolare glicemia e il colesterolo; riduzione dello stress; maggior concentrazione; aiuta a dormire meglio, a recuperare le energie, e a modulare gli stati d’umore; beneficio a tutti gli organi interni e all’intero organismo.

Per quanto riguarda la Meditazione, ricordiamo che il grande Thanavaro dice che la pratica della meditazione è uno strumento che ci viene offerto per potenziare la nostra capacità di visione.

L’attività del meditare, propria del nostro cuore-mente, impegna tutte le facoltà spirituali, non solo quelle intellettive o pratiche. Comunemente, con questa parola si intende la capacità cosciente di cogliere il senso profondo di quanto avviene al nostro interno. Meditare non significa dunque semplicemente pensare, ma essere presenti all’evento del pensiero.Nella pratica meditativa avviene qualcosa di molto grande, di molto vasto: avviene una vera liberazione interiore. Infatti, ogni volta che diamo spazio al pensiero, ogni volta che notiamo la coscienza nel suo molteplice manifestarsi, ecco che portiamo all’unità quell’interiorità nascosta che cerca la luce, che vuole essere illuminata, che necessita di essere compresa all’interno dell’uno. La meditazione è un valido strumento per la conoscenza profonda di se stessi. Ma le pratiche meditative fanno parte di un corpo molto più vasto di insegnamenti, senza i quali la pratica meditativa può rimanere inefficace. La meditazione non deve ridursi a semplice tecnica, perché riflette uno stato di coscienza pregno delle conoscenze dei grandi maestri di tutti i tempi, appartenenti alle vere tradizioni di ricerca spirituale.

Potremmo dire che la meditazione è il corretto atteggiamento nei confronti della vita stessa, e non è quindi riducibile a una tecnica o a una postura fisica, perché se così fosse escluderemmo gran parte delle esperienze che costituiscono il nostro vivere quotidiano.

Tutto ciò inizia da un semplice passo, da una semplice consapevolezza: la consapevolezza del respiro, la consapevolezza di essere qui e ora.

RAFFAELE BURGO