Sibari-16/09/2019: Frecciargento:o una conquista fatta con i soldi dei calabresi
SIBARI Alto e Basso Jonio insieme a tutta la Sibaritide in festa per la partenza del primo treno ad Alta Velocità sulla fascia jonica ma il miracolo, che per questo territorio rappresenta una vera a propria rivoluzione copernicana nel settore della mobilità pubblica, lo si deve ai soldi dei calabresi e non certo a quelli di Trenitalia che finora, per soli motivi di cassetta, sulla linea jonica ha piano piano cancellato tutti i treni a lunga e media percorrenza. Come al solito in Calabria ci si divide su ogni cosa e anche in questo caso c’è chi ha fatto festa e chi invece ha inveito contro i ritardi e le amnesie della politica nei confronti di questo lembo di Calabria finora marginalizzato anche per la cancellazione dei treni, dimenticando però l’indolenza e la rassegnazione di tanti calabresi, troppo spesso buoni solo a piagnucolare e ad assolvere i responsabili del nostro isolamento geografico e della desertificazione che esiste, oltre che nella sanità, anche nei trasporti per colpa della privatizzazione di Trenitalia interessata solo al business aziendale. Infatti, come tutti sanno, il Frecciargento è stato attivato da Trenitalia in via sperimentale e per un solo anno, ma a coprire i costi di un servizio considerato “a mercato” ci ha pensato la Regione Calabria che ha impegnato circa 1milione e 500mila euro di soldi pubblici a favore dei cittadini di questa parte periferica della Calabria finora tagliata fuori da un servizio di cui in Italia dispongono da oltre 10 anni tutte le Regioni, tranne Sicilia e Sardegna. Miracolo, anche questo, che secondo molti è da attribuire all’imminenza delle elezioni regionali che, come tutte le elezioni politiche, si dovrebbero tenere più spesso. Comunque sia, si tratta di una conquista non da poco per la nostra ferrovia, rimasta in buona parte ai tempi di Vittorio Emanuele II ed al 1866, anno dell’inaugurazione della prima tratta della ferrovia jonica. L’appuntamento del primo viaggio della Freccia verso il nord non lo hanno comunque disertato gran parte della deputazione nazionale e regionale della zona e il presidente Oliverio che comunque nei confronti di questa parte di Calabria ha molte cose da farsi perdonare. Ai politici presenti a Sibari non è certo mancata l’enfasi retorica di un successo che comunque va registrato come una delle poche cose buone fatte in questo territorio. Tra loro, il Vescovo don Francesco Savino, sempre in prima linea nella rivendicazione dei diritti sacrosanti di questo territorio il quale, dopo aver benedetto la marea di gente datasi appuntamento alla stazione di Sibari e lo stesso fiammante ETR 600 che nella spoglia e disadorna stazione di Sibari sembrava un’astronave piovuta da Marte, ha invitato le popolazioni locali ad un ritrovato protagonismo, capace di rilanciare un territorio che è stato la culla della civiltà e della cultura magno-greca e che oggi è mortificato, rassegnato e ripiegato su se stesso. Non è comunque mancato chi, commentando sul web la festa popolare riservata al Frecciargento, ha provocato un riflessione amara ma terribilmente vera: con l’arrivo dell’Alta Velocità i giovani calabresi faranno più in fretta ad abbandonare la Calabria e ad emigrare verso il nord e verso l’Europa in cerca di lavoro e di dignità.
Pino La Rocca