Trebisacce-06/05/2020: La mamma, la bontà di Dio si fa carne di Pino Cozzo

La mamma, la bontà di Dio si fa carne

di Pino Cozzo

 

L’amore si consuma per fornire un raggio a chi ne ha bisogno, illuminare il cammino di qualcuno, ed emettere una luce spirituale. Maria è divenuta madre di noi tutti, intermediaria delle nostre aspirazioni, dei nostri desideri, stupenda mediatrice tra Iddio e le nostre preghiere, meraviglioso esempio di tenera dedizione alla cura filiale. Se, come lei, anche noi ci sentissimo guidati dalla mano onnisciente e onnipotente del Padre Celeste, se cercassimo di pregare più intensamente, allo scopo di conoscerne la volontà, allora, forse, la vita sarebbe meno dolorosa, le famiglie più serene, tanti bambini sarebbero più amati e curati, e a molti di loro non sarebbe tolta quella vita che meriterebbero di vivere. Oggi, è molto facile rinunciare alla maternità, facile è il praticare l’aborto per liberarsi di un errore o di un impegno, facile è il donar il tempo alla carriera piuttosto che alla crescita di una creatura. Invece, è molto bello che una madre cerchi un figlio ad ogni costo, che lo aspetti con ansia e gioia, che sia preoccupata che per la sua salute, che si giri verso di lui con un sorriso, che allunghi una mano per accarezzarlo, che gli sfiori una guancia con un bacio, che si abbandoni a lui con  le coccole. E’ una fortuna che un figlio ami la propria madre, ma è ancora più bello che una madre ami il figlio più di sé stessa. Si può partecipare emotivamente alla perdita della madre del più fraterno amico, di una persona cara, ma per capirne la mancanza, per comprenderne il vuoto, per concepirne il distacco, si deve perdere la propria madre per accorgersi di come non vi sia  dolore più grande.  Quella “via dolorosa” che squarciò il cuore di Maria, Madre di Gesù, oggi, ci dona la certezza, donataci dalla Parola di Dio, che quei momenti, quei giorni così tristi hanno spalancato le porte ad una speranza, eterna ed inconfutabile, di salvezza e di gioia, se solo noi riusciremo a riconoscerla, ad accettarla e a metterci alla sequela di Cristo, via, verità e vita, con una fraterna disponibilità. Se il giogo dovesse essere perfino pesante,  siamo certi che la ricompensa sarebbe ben più grande, risanatrice e ristoratrice. Chi ha la fortuna di avere una madre santa è più votato e più vicino alla santità, alla salvezza e alla gloria del Signore. Mamma è una parola dolce e soave, musica armoniosa del cuore, sentimento che racchiude l’essenza di ogni piccola creatura umana. Nasce dal toccarsi le labbra due volte in quello che può sembrare un semplice suono, che invece ha il sapore di un anelito verso la persona che più di ogni altra ci può aiutare in ogni circostanza della nostra vita. Nessuno al suo dolce suono rimane insensibile, poiché è quella che più di ogni altra si identifica con la parola amore. Il suo dolce nome evoca i momenti più belli della nostra infanzia, quando lei ci cullava tra le sue braccia, e i suoi occhi, stracolmi d’affetto, ci regalavano intensi momenti di felicità. In ogni istante, la mamma è la nostra certezza, la nostra fortezza e la nostra sicurezza: vicina nei momenti felici per gioire e, soprattutto, nelle difficoltà, per aiutarci ed incoraggiarci, sostenerci e consigliarci.  Le sue carezze scendono come balsamo nel cuore per infonderci coraggio e ardore, e sanare ogni nostra piaga, anche la più sanguinante.  In nessun momento ci tradisce, lei che ci ha donato la sua vita, e per questo mai nessuno potrà sostituirla nel nostro cuore. E’ la quantità di immenso bene che ella ci dona nella nostra esistenza, che noi poi riusciamo a riflettere sugli altri, se non abbiamo quello, non potremo fare questo. La morte calda, sentita, avvertita, lascia ricordi e sentimenti di positiva memoria, che accompagnano lo svolgersi dei tempi e della storia. La morte fredda, distaccata, insapore, non lascia tracce, segni, si porta dietro apatia e rappresenta solo insoddisfazione e vuoto. Tutto quello che ciascuno di noi compie in azioni, opere, sentimenti ed esempi, costituisce un modello di sensibilità in un’unica dimensione e circostanza storica e sociale ben visibile e ben delineata. Allora, se al cuore non si comanda, oggi, in questo periodo così  particolare e difficile, raccogliamo un fiore, rechiamolo alla mamma, anche se ci ha lasciati, sorridiamole, perché comunque ci vede, e diamole un bacio, sarà per noi la più bella ricchezza che esista al mondo, la ameremo per tutta la vita, e sarà per sempre insostituibile.