Rocca Imperiale-22/08/2020: Lo storico mulino ad acqua della famiglia Albisinni-Brunacci
Rocca Imperiale:22/08/2020
Lo storico mulino ad acqua della famiglia Albisinni -Brunacci
“Il Mulino ubicato ai piedi di una collinetta, a valle del vecchio ponte dell’ex strada provinciale Rocca-Canna-Nocara, a circa ml.1900, sulla sponda sinistra del torrente Canna. Il fabbricato, realizzato in muratura di pietrame, è in discreto stato di conservazione, con la copertura a due spioventi e il solaio intermedio fatiscente e semi crollato. L’interno è spogliato degli impianti, ci sono solo le mole e conserva un portone di legno d’ottima fattura (vale recuperarlo). Il mulino è caratterizzato da una modesta torre di media altezza, con il condotto riempito di terra, ed è alimentato con le acque di un piccolo torrente che scende dalla collina che si erge a monte dell’opificio. Non è stato possibile vedere la gora (canale) avvolta da cespugli. Il mulino ha cessato l’attività negli anni 40, era di proprietà della famiglia Miceli, passato poi ai Cammerini e oggi è della famiglia Brunacci”. Questo è quanto si legge sul libro di Giuseppe Genise di Trebisacce dal titolo: “La via dei mulini ad acqua nell’Alto Jonio”,edito da Maria Pacini Fazzi di Lucca,anno 2011, con Copyright di Italia Nostra Onlus.
Questo è lo stralcio corografico della carta del censimento dei Mulini ad acqua dell’istituto cartografico italiano, del 1890. Qui vengono censiti solo due mulini nel territorio di Rocca. Non risulta censito quello dei Miceli.
Il mulino indicato con il numero 166 –riferisce Giuseppe Genise- forse si trovava a monte e vicino al cimitero e sotto la masseria di Troilo nella contrada Crivisella, sulla sponda destra idrografica del torrente Canna e il secondo mulino indicato con il numero 167 e con quota 32 s.l.m. circa, si trovava a valle della confluenza del torrente Salso con il torrente Canna e vicino la casa Di Leo, nella Contrada Tavolare. Questo censimento è stato effettuato dal Ministero dell’Agricoltura del Regno d’Italia nel 1890, dopo l’entrata in vigore della legge sul macinato.
Come si sa il mulino è lo strumento con cui si utilizza tramite il movimento della ruota l’energia meccanica per macinare. E’ stato possibile trasformare l’energia cinetica dell’acqua con energia meccanica nei mulini. La macinazione avveniva per schiacciamento del cereale tra una macina fissa e l’altra girevole, quest’ultima era munita di scanalature per facilitare lo scarico del prodotto macinato. L’acqua, quindi, veniva scaricata dalla torre e convogliata tramite una canaletta di legno, sulle pale della ruota. Questa, poggiata su di un perno, girava spinta da una forza determinata dalla quantità e dalla pressione dell’acqua. Solitamente i proprietari del mulino davano in gestione ad un Mugnaio che per il suo ruolo viveva con la sua famiglia, giorno e notte, nel mulino che era ubicato in posti isolati e lontano dai centri abitati.
L’attuale erede della famiglia Albisinni-Brunacci, la signora Anna Maria Brunacci-racconta che circa 30 anni fa già non funzionava più, e lei ha utilizzato il terreno circostante come agrumeto. La casa e il mulino non sono strutture agibili.
Franco Lofrano